vissi d'arte, vissi d'amore #8: la pazzia
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La Pazzia
• Nel linguaggio comune, qualsiasi forma di alterazione, persistente o temporanea, delle facoltà mentali (è termine raro nel linguaggio scientifico, dove si parla invece di infermità o malattia mentale, o più specificamente di psicosi, psicopatia)• In senso concreto, atto, comportamento da pazzo: le
sue p. cominciano a diventare pericolose; è rimasto così sconvolto dalla disgrazia che si teme possa commettere qualche pazzia. Con senso attenuato, atto, discorso poco assennato, stravagante, inconsiderato, imprudente, temerario.
La realtà
«Qualità e condizione di ciò che esiste effettivamente e concretamente.»
•In che modo conosco un oggetto? Tutti i soggetti lo conoscono allo stesso modo?•Ciò che conosciamo è ciò che l'oggetto è veramente ? Oppure in realtà è diverso? Esisterebbe anche se non lo conoscessimo?•Esiste qualcosa di non materiale, un qualcosa di cui possiamo dire che esiste ma che non sia materiale? •Perché esiste qualcosa anziché nulla?
Illusione di White (1979). I rettangolo grigi allineati con le strisce bianche appaiono più scuri dei rettangoli grigi allineati con le strisce nere, pur avendo la stessa riflettanza (e
quindi luminanza, se osservati in un’illuminazione omogenea). VIDEO
Perché le cose appaiono come appaiono?
Camminavo lungo la strada con due amiciquando il sole tramontò
il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue
mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto
sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco
i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura
e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.
E. Munch
«Cosa sono io agli occhi della gran parte della gente? Una
nullità, un uomo eccentrico o sgradevole -qualcuno che
non ha una posizione sociale né potrà mai averne una; in
breve, l'infimo fra gli infimi. Ebbene, anche se ciò fosse
vero, vorrei un giorno che le mie opere mostrassero cosa
c'è nel cuore di questo eccentrico, di questo nessuno»
Vincent Van Gogh, lettera al fratello Theo, 1882
«...ho voluto esprimere col rosso e verde le terribili passioni umane...sottolineare come il caffè è un luogo in cui ci si possa rovinare, diventar pazzi e commettere un crimine.» V. Van Gogh
«Qui l'ambiente comincia a pesarmi più di quanto possa esprimere: ho pazientato più di un anno, ho bisogno d'aria, mi sento oppresso dalla
noia e dal dolore»Vincent Van Gogh, Campo di grano con volo di corvi, 1890
Non ho paura d'un pericolo. Se
entrasse un uomo, lo ucciderei senza
un brivido. Non ho paura dei fantasmi;
non credo al sovrannaturale. Non ho
paura dei morti; credo all'annullamento
definitivo di ogni essere che scompare.
Allora?... Allora? … Ebbene! Ho paura
di me stesso! Ho della paura della paura;
paura degli spasimi della mente che
si smarrisce, paura di quell’orrenda
sensazione che è il terrore
Incomprensibile[…]
Ho paura dei muri, dei mobili, degli
Oggetti famigliari che si animano, per
me, d’una specie di vita animale. Ho
paura soprattutto dell’orribile
turbamento del mio pensiero, della
ragione che mi sfugge in un caos,
dispersa da una misteriosa invisibile
angoscia. Guy de Maupassant, Lui?