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La 517 del 1977: dai numeri alle parole
Presupponeva una scuola:� che guarda alle condizioni in cui si verifica
l’apprendimento� che guarda ai processi che accompagnano
l’apprendimento
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l’apprendimento� che cerca di cogliere le interferenze emotive
sull’apprendimento� che si sforza di osservare, descrivere e
spiegare il processo di apprendimento� che dà una interpretazione delle informazioni
raccolte
Infatti….
“Possiamo definire il processo della valutazione come una ricerca di informazioni su tutte le componenti dell’educazione, guidata dalla necessità di assumere decisioni educativefinalizzate a fare avere delle esperienzeeducative positive agli studenti ed a
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educative positive agli studenti ed a promuovere quelle conoscenze, competenze e atteggiamenti indicati dai curriculi. Lo scopo che guida la rilevazione delle informazioni è dunque quello di prendere decisioni educative” (Guido Benvenuto)
Variabili esterne all’alunno
EXTRASCOLASTICHE livello socioculturale famiglieatteggiamento verso la scuolaopportunità formative del territorio
SCOLASTICHE
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SCOLASTICHE organizzazione clima relazionale collegialità docente metodologie didatticheprogettazione curricolare
Variabili interne all’alunno
COGNITIVEPrerequisitiStili di apprendimentoPadronanze di base
EMOTIVE
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EMOTIVE Autostima Motivazione Interesse per la materia Stili attributivi
“Dimmi come verifichi e ti dirò che scuola fai”
MODELLO TRASMISSIVO
QUANTITA’ DI SAPERERIPRODOTTO
MODELLORICOSTRUTTIVO
QUALITA’ DEL SAPERE RICOSTRUITO
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PREVALENTECONOSCENZA
DICHIARATIVA DEFINITORIA
RICOSTRUITO
INTEGRAZIONE CONOSCENZA DICHIARATIVA E PROCEDURALE
DAL SAPERE-MATERIA AL SAPERE-DISCIPLINA:LA MEDIAZIONE DIDATTICA
L’INSEGNANTE ONNISCIENTE E L’INSEGNANTE FACILITATORE
� Creare oggetti di apprendimento (trasposizione didattica)
� Creare spazi di significatività
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� Creare spazi di significatività (esperienza/esistenza)
� Creare assetti euristici e laboratoriali in funzione cooperativa
� Creare riflessività e consapevolezza dei modi di imparare
NO ALL’ACCUMULO
“Che cosa significa una ‘testa ben piena’ è chiaro: è una testa nella quale il sapere è accumulato, ammucchiato, e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso. Una ‘testa ben fatta’
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che gli dia senso. Una ‘testa ben fatta’ significa che invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre allo stesso tempo di: un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi e di principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e dare loro senso” (E. Morin)
UNA VALUTAZIONE CHE SIGNIFICA E FORMA
� Attenta al processo di apprendimento� Attenta al coinvolgimento dello studente
nell’apprendimento� Capace di descrivere e far descrivere allo
studente cosa è accaduto e farlo riflettere sulle
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studente cosa è accaduto e farlo riflettere sulle ragioni per cui una prestazione è accaduta in un modo o in un altro
� Esempio semplice: distinguere il processo di apprendimento in input – elaborazione –output per una prima scelta di campo
BOSCOLO
“La valutazione è un processo di raccolta di informazioni volto ad accertare se gli obiettivi di un curricolo o corso di studi sono stati raggiunti. E’ da sottolineare in questa definizione l’accento posto sul curricolo, e quindi sull’intervento di istruzione, piuttosto che sul rendimento del singolo alunno: la valutazione va intesa essenzialmente come momento di verifica dell’istruzione
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essenzialmente come momento di verifica dell’istruzione stessa, dei suoi obiettivi e metodi. E’ da sottolineare inoltre lo stretto legame tra obiettivi e valutazione, nel senso che i primi determinano – o dovrebbero determinare – la scelta delle modalità e degli strumenti della seconda” (P. Boscolo, Psicologia dell’apprendimento scolastico, Utet 1997, p. 381).
CALONGHI-COGGI
“La differenza tra la valutazione solita e quella formativa interattiva è questa: la valutazione formativa interattiva aiuta a capire la dinamica delle competenze che si stanno costruendo e orienta la costruzione delle stesse. L’alunno dovrà appropriarsi di questa attività di costruzione, perché essa ha sempre una certa utilità e
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costruzione, perché essa ha sempre una certa utilità e validità nelle situazioni extra e post scolastiche. La possibilità di mobilitare le cognizioni viene anche dal come sono state costruite e dal ricordo che si conserva di questa costruzione”.
(Calonghi-Coggi, Valutazione dinamica delle competenze, in “Orientamenti pedagogici” 4/2001)
TIRITICCO
“La valutazione decimale in genere non permette la distinzione tra misurazione e valutazione, perché il voto viene attribuito alla prova, ma viene anche
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attribuito alla prova, ma viene anche utilizzato alla fine del quadrimestre o dell’anno scolastico come formulazione di un giudizio”
(M. Tiriticco, Dirigente Tecnico)
La triangolarità della valutazione
rappresentazioneprocesso
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progettazione
LE RAPPRESENTAZIONI
IL NUMERO O LE PAROLE COME NUMERO
C’E’/NON C’E’
LE PAROLE COME PAROLE
NELLE CONDIZIONI (PASSATO)
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QUANTO CE N’E’
HA RAGGIUNTO/NON HA RAGGIUNTO
(PASSATO)
COME……. (PRESENTE)
POTREBBE……… (FUTURO)
Le domande della valutazione
� Quale nesso tra obiettivi (conoscenze/abilità) e competenze?
� Quali strumenti per osservare il possesso di conoscenze e abilità ?
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possesso di conoscenze e abilità ?� Come verificare la presenza di
competenze?� Come valutare il livello di presenza delle
competenze?
Per una valutazione dinamica degli apprendimenti
Dal prodotto al processoCinque input per la didattica:
� Utilizzare l’errore come fattore di consapevolezza
� Valorizzare le domande come spie
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� Valorizzare le domande come spie rivelatrici di apprendimento significativo
� Formare all’autovalutazione� Valutare durante la situazione di
apprendimento� Insegnare durante la situazione di
valutazione
Il cantiere della valutazione
� Prendere in esame la formulazione di una competenza (p.es. dalle Indicazioni)
� Declinarla in livelli: soglia, pienezza, eccellenza
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eccellenza� Operazionalizzarla in obiettivi (l’eccellenza del
singolo obiettivo non garantisce la presenza di competenza: es. “conosce perfettamente i complementi dell’analisi logica” non garantisce “comprende la struttura essenziale di un testo”)
Livelli di competenza
Es. storiaSa esporre le conoscenze storiche acquisite
operando collegamenti e sa argomentare le proprie riflessioni
Competenza soglia:
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Competenza soglia:……………………………………………………….Competenza piena:………………………………………………………Competenza eccellente:……………………………………………………..
Operazionalizzare le competenze
Obiettivo (conoscenza dichiarativa disciplinare): richiesto diindividuare e riprodurre informazioni puntuali, l’alunno dimostra:piena completezza di informazionipadronanza di informazionisufficienza di informazioniincertezza di informazioni
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incertezza di informazioniinesistenza di informazioni
Obiettivo (conoscenza procedurale disciplinare): richiesto di compiere inferenze ed operazioni cognitive su informazioni, l’alunno dimostra:eccellenzadisinvolturasufficienzamediocritàcarenza
Prospettive di lavoro
Cosa provare a fare? � Iniziare un percorso di ricognizione di pratiche didattiche
ricostruttive, cooperative, qualitative.� Individuare le competenze - nei vari saperi - che orientano
la formulazione di obiettivi (di conoscenza e di abilità).� Iniziare un percorso di sperimentazione di pratiche
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� Iniziare un percorso di sperimentazione di pratiche valutative sia degli obiettivi sia delle competenze, pratiche di carattere discorsivo, descrittivo, da poter affinare nel tempo in base alla casistica, e nel tempo da poter standardizzare (tipo Quadro delle Lingue) ed eventualmente collegare ad un codice che ad esse rimanda.
Seminario per dirigenti e docenti Seminario per dirigenti e docenti di ogni ordine e grado di scuoladi ogni ordine e grado di scuola
COSA VALUTA LA SCUOLACOSA VALUTA LA SCUOLACHI VALUTA LA SCUOLACHI VALUTA LA SCUOLA
PALERMO
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PALERMO16 MARZO 2009 ore 15.30 – 19.30
Hotel Addaura17 MARZO 2009 ore 15.30 – 19.30
I.T.C. “LIBERO GRASSI”