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Lo sfruttamento minorile ieri e oggi

IERI. Le prime notizie storiche sullo sfruttamento minorile si riferiscono al periodo della rivoluzione industriale che nella seconda met del Settecento interess l'Inghilterra e, nel secolo successivo, molti altri Paesi europei. Molti bambini lavoravano nelle fabbriche fino a 15 o 18 ore al giorno ed erano impiegati soprattutto negli stabilimenti tessili perch con le loro piccole mani potevano con facilit riannodare i fili spezzati. Altri lavoravano nelle miniere dove venivano calati nei pozzi sotterranei per trascinare carriole nei cunicoli fangosi. Le malattie erano frequenti, molte le deformazioni, il tasso di mortalit era altissimo. Su cento bambini solo venti raggiungevano i dieci anni e appena diciassette arrivavano ai ventanni.

In Italia, soprattutto nel Meridione, nel secolo scorso era ampiamente diffuso il lavoro minorile.

I carusi erano bambini impiegati nelle miniere di zolfo siciliane. Ecco come era, un secolo fa, il loro lavoro.

I fanciulli lavoravano sotto terra da 8 a 10 ore al giorno, dovendo fare un determinato numero di viaggi fino all'aria aperta. I ragazzi impiegati all'aria aperta lavoravano da 11 a 12 ore. Il carico variava secondo let e la forza del ragazzo. I pi piccoli portavano sulle spalle un peso da 25 a 30 chili; e quelli da 16 a 18 anni fino a 70 e 80 chili! All'interno della miniera la temperatura raggiungeva i 40 gradi!

Nel 1954 un vecchio caruso ha rievocato cos la sua infanzia: Io ero addetto al trasporto dello zolfo a mezzo di caldarelli dai mucchi dove esso viene ammassato dopo che veniva scaricato dai vagoncini.

Iniziavo il lavoro alle 6 e terminavo alle 18. A sorvegliarmi stavano parecchi capimastri i quali appena eravamo un po' lenti ci battevano con i tubi di gomma. Il mio salario corrispondeva a 250 lire al giorno. Avevo mezz'ora per mangiare alle 10 del mattino.

Il fenomeno dellavoro minorile stato a lungo diffuso in tutta Italia: nello specifico, il terminecarusoera riferito ai minorenni del meridione d'Italia, dopo l'unit.

(Figura 1"Carusi" all'imbocco di un pozzo di una zolfatara in Sicilia (1899))Secondo la legislazione dell'epoca, era illegale far lavorare un minore di 12 anni, anche perch una (allora) recente legge stabiliva che la scuola dovesse essere obbligatoria per i bambini fino alla seconda elementare. Questa normativa veniva, comunque, violata. In genere la situazione di sfruttamento era gestita da lavoratori adulti, che prendevano icarusicome assistenti. Ai genitori deicarusiveniva corrisposto un pagamento anticipato di circa 100, 150 lire. La paga deicarusiera, per, di pochi centesimi al giorno, quindi la situazione di semi-schiavit poteva protrarsi per anni.

Le condizioni di lavoro erano dure e inaccettabili secondo i criteri odierni di sicurezza; e il rispetto dei diritti umani, dell'infanzia e dei lavoratori era minimo se non nullo. L'orario di lavoro poteva arrivare a sedici ore giornaliere e i poveri sfruttati potevano subire maltrattamenti e punizioni corporali se accusati di furto (il pi delle volte la colpevolezza era inesistente), o di scarso rendimento.

OGGI. InItalialo sfruttamento del lavoro minorile vietato dalla legge 977 del 17 ottobre1967e successive integrazioni portate dal D.L n. 345 del 4 agosto1999e dal D.L. n. 262 del 18 agosto2000.

Con laleggen.176 del 27 maggio1991l'Italia ratifica il testo della Convenzione sui diritti del Fanciullo approvato dall'ONU nel 1989.

Troppo piccoli per votare, troppo giovani per guidare. Eppure considerati abbastanza grandi per lavorare. In Italia sono 260mila i minori di 16 anni che anzich studiare o giocaresi ritrovano impiegatiin qualche forma di lavoro. Uno su venti (il 5,2%) dei bambini italiani coinvolto in una piaga ottocentesca che sta tornando alla ribalta negli ultimi anni, accelerata dalla crisi economica.Lo svela unindaginerealizzata dallAssociazione Bruno Trentine da Save the Children, presentata a Roma l11 giugno e a Milano il giorno seguente, in concomitanza con la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Nel pianeta sono 215 milioni i bambini e gli adolescenti a cui viene negato il diritto fondamentale di avere uninfanzia. La met di loro svolge lavori considerati pericolosi, che sfociano in schiavit, prostituzione e attivit illecite.

Lo sfruttamento in Italia Nel nostro Paese sono 260 mila i lavoratori under 16, costretti dallegravi condizioni familiarie dallabbandono scolastico precoce. A lavorare si inizia presto: il 3% dei minori tra 11 e 13 anni gi impiegato. Ma il picco si raggiunge tra 14 e 15 anni, fascia in cui il 18,4% dei giovani italiani lavora. let del passaggio dalla scuola media a quella superiore, nella quale lItalia ha untasso di dispersione scolasticatra i pi alti dEuropa.Il lavoro minorile non fa distinzioni di genere (il 46% di chi coinvolto sono femmine). Le esperienze sono per lo pi occasionali (il 40%) ma 1 su 4 lavora per periodi lunghi fino a un anno. Il 24% svolge unattivit che supera le 5 ore al giorno. Limpiego spesso in ambito familiare: il 41% dei minori lavora nelle imprese dei propri parenti, mentre 1 su 3 si dedica a mansioni domestiche continuative per molte ore al giorno. E le prestazionisono spesso non retribuite: tra i minori di 14-15 anni solo la met dichiara di ricevere un compenso.