sel veneto - osservazioni piano rifiuti
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Spett.Le
Direzione Tutela Ambiente
Servizio Rifiuti
Calle Priuli,99
30123Cannaregio -VENEZIA
Oggetto:Documento/Osservazioni al Piano
Regionale di gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali ed
al Rapporto Ambientale della VAS (Allegati A e B
della DGR n.264 del 5 marzo 2013)
Premessa
Ci sono vari modi per uscire dalla crisi economica , uno di questi, ripensare lattuale modello disviluppo legato al consumismo esasperato e allo sperpero delle risorse economiche ed ambientali
attraverso la riconversione ecologica delleconomia. In questo principio si colloca anche lagestione del ciclo dei rifiuti per il quale necessario disaccoppiare il parametro del PIL e quindi
dei consumi alla produzione dei rifiuti unita ad una pianificazione industriale che consenta ilrafforzamento della filiera del recupero di materia, ed una politica che incentivi lutilizzo dei
materiali provenienti dal recupero. Tutto questo pu generare un comportamento virtuoso deicittadini nello stile di vita oltre a creare maggior consapevolezza tra chi realizza i prodotti di
consumo. In sostanza occorre una nuova politica di gestione dei rifiuti che passa attraversoladozione della strategia rifiuti zero .Un progetto e un percorso che, oltre a rivoluzionare la
modalit della raccolta dei rifiuti, contiene pratiche, interventi ed azioni per iniziare amodificare, nella direzione della sostenibilit, il nostro modello di consumo, il modo diprogettare, produrre, distribuire e commercializzare beni e prodotti.
Con questi principi fondamentali si sono orientate le presenti osservazioni/note al nuovo PianoRegionale di Gestione dei Rifiuti urbani e Speciali ed al rapporto Ambientale della VAS
(Allegati A e B della DGR n.264 del 5 marzo 2013).Il Piano, pur se dotato di un notevole approfondimento analitico della situazione esistente, risulta
carente nel non tener conto dei nuovi orientamenti europei come ad esempio le linee guida per ilVII programma dAzione Ambientale che oltre a ribadire il concett o di considerare i rifiuti una
risorsa, introduce tra le priorit per la gestione del ciclo dei rifiuti il recupero di materia pi
che il recupero energetico (incenerimento).
Noi proponiamo di iniziare con urgenza il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistemae, lungo questo percorso, le tecnologie tradizionali per lo smaltimento, (discariche edinceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre pi marginale,
mentre, acquisteranno centralit, le buone pratiche operative, le azioni di separazione edifferenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza crescer e si consolider
unimpiantistica di valorizzazione delle materie prime seconde recuperate e una adeguata filieraindustriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e
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dellinnovazione per poter aprire nuove opportunit e possibilit per riportare a nuova
vita la materia recuperata. Un sistema virtuoso e moderno rappresenta anche una rispostaconcreta alla crisi perch, mettendo a regime le raccolte differenziate Porta a porta e
incentivando e potenziando la filiera industriale del riciclaggio, si creeranno in tutta il paesedecine di migliaia di posti di lavoro e nuova ricchezza sociale.
Il calo della produzione di rifiuti registrato in questultimo periodo ,ovviamente collegato anchealla crisi economica, deve essere visto come unopportunit, pi che una calamit, da considerareper le previsioni al 2020. Il raggiungimento poi di elevate quote percentuali di raccolta
differenziata (80%) andranno a consolidare tale tendenza di diminuzione di rifiuti. Tutto questo,conseguentemente, porta a rivedere le nuove previsioni impiantistiche per lincenerimento dei
rifiuti previste dal Piano ed a consolidare lavvio delle dismissione delle discariche.I principi di priorit per la gestione dei rifiuti: riduzione,riciclo,recupero di materia non possono
essere disgiunti dal principio di prossimit contenuto nella normativa comunitaria e nazionaleche prevede lo smaltimento dei rifiuti in impianti idonei vicino ai luoghi di produzione e di
raccolta. Pertanto va rivista la recente legge regionale che considera lintera Regione comeAmbito territoriale Ottimale per la gestione dei rifiuti in un ottica amministrativa pi aderente atale indicazione.
Le indicazioni Europee
La programmazione dei piani regionali dei rifiuti ( urbani e speciali) deve certamente configurarsicome uno strumento in grado di prevedere ed avvicinarsi il pi possibile alla situazione futura in
termini di quantit e qualit dei rifiuti oggetto del piano, ma deve anche indicare un percorsopraticabile e credibile nellottica di quanto previsto dalle normative europee attraverso le direttiveemanate e recepite dalla legislazione nazionale. Gi il VI programma d'azione ambientale, scaduto in
data 22 luglio 2012, dava buone indicazioni sul ciclo dei rifiuti ma sono state in parte disattese daun'attuazione insufficienti . Il VII programma dazione per lambiente del quale sono gi state
approvate le linee guida (A7-0048/2012) ha il compito di fissare obiettivi concreti per il 2020 etracciare una prospettiva chiara ed ambiziosa in materia di ambiente per il 2050 che miri ad assicurare
un'elevata qualit di vita e il benessere per tutti entro limiti ambientali sicuri. In particolare nel campodei rifiuti :
l'azione n. 31 "ritiene che il settimo PAA debba favorire l'introduzione di incentivi volti asostenere la domanda di materiali riciclati, in particolare se incorporati nel prodotto finale;
l'azione n. 32 " del parere che il settimo PAA debba prevedere la piena attuazione dellalegislazione sui rifiuti, in particolare il rispetto della gerarchia, garantendo coerenza con le altre
politiche dell'UE; ritiene che esso debba fissare obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggiopi ambiziosi, tra cui una netta riduzione della produzione di rifiuti, un divieto di incenerimento
dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati, con riferimento alla gerarchia prevista nelladirettiva quadro sui rifiuti e un divieto rigoroso di smaltimento in discarica dei rifiuti raccoltiseparatamente, nonch obbiettivi settoriali per l'efficacia delle risorse e parametri per
l'efficienza dei processi;
l'azione n.33 ritiene che gli obiettivi gi definiti in varie direttive in relazione alla raccolta ealla separazione dei rifiuti debbano essere ulteriormente elaborati e impostati in modo da
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ottenere il massimo e il miglior recupero di materiali in termini di qualit in ciascuna delle fasi
del riciclaggio, vale a dire raccolta, smaltimento, pretrattamento e riciclaggio/raffinazione".
ricorda che i rifiuti costituiscono, inoltre, una risorsa che spesso pu essere riutilizzata,assicurando un impiego efficiente delle risorse;
invita la CommissioneEuropea a studiare come migliorare l'efficacia della raccolta dei rifiuti
provenienti dai prodotti di consumo grazie a un'espansione dell'applicazione del principio dellaresponsabilit estesa del produttore, nonch mediante orientamenti riguardanti la gestione dei
sistemi di recupero, raccolta e riciclaggio;
sottolinea la necessit di investire nel riciclaggio delle materie prime e delle terre rare, inquanto i processi di estrazione, raffinazione e riciclaggio delle terre rare possono avere gravi
conseguenze per l'ambiente se non vengono gestiti correttamente ;Nel VI programma ambiente europeo rimasto disatteso in quasi tutti i paesi dell'UE lobiettivo diriduzione dei rifiuti, che prevedeva la riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2010 e del 50%
al 2050 rispetto alla produzione del 2000.Si ricorda poi che la Direttiva quadro 2008/98/CE, laddove inparticolare indica la scale delle priorit nella gestione dei rifiuti e afferma che la preparazione per il
riutilizzo, il riciclo o ogni altra operazione di recupero di materia sono adottate con priorit rispetto
all'uso dei rifiuti come fonte di energia, per cui, allinterno del recupero diverso dal riciclo, vaprivilegiato il recupero di materia rispetto al recupero di energia, rafforzando quanto gi recepito nellanormativa italiana con la modifica dell'art. 179 del D. Lgs n. 152/2006 operata dal D. lgs n. 295/2010.
Gli indirizzi poi della risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 unEuropa efficientenellimpiego delle risorse che, pur non essendo una norma cogente, costituisce un documento diindirizzo generale preparatorio sia per il settimo Programma europeo dazione per lambiente, sia per la
nuova direttiva quadro sui rifiuti prevista per il 2014.In particolare, tale risoluzione, ..chiede alla
Commissione di presentare proposte entro i l 2014, al lo scopo di in trodurr e gradualmente un divietogenerale dell o smaltimento in discarica a l ivello europeo e di aboli re progressivamente, entro la f inedi questo decennio, l' incenerimento dei r if iu ti r iciclabil i e compostabil i.
In altri documenti europei si evidenzia che alcuni Stati membri riciclano oltre l80% dei rifiuti, adimostrazione di come sia possibile utilizzarli come una risorsa fondamentale nellUE. Il miglioramentodella gestione dei rifiuti contribuisce a un miglior utilizzo delle risorse e pu aprire nuovi mercati e
creare posti di lavoro, favorendo una minore dipendenza dalle importazioni di materie prime econsentendo di ridurre gli impatti ambientali.Se i rifiuti sono destinati a diventare una risorsa da reintrodurre nelleconomia come materia prima,
occorre attribuire una priorit di gran lunga maggiore al riuso e al riciclaggio. Una combinazione divarie politiche contribuirebbe alla creazione di una vera economia del riciclaggio, tra cui la
progettazione di prodotti che integrino un approccio basato sul ciclo di vita e una migliore cooperazionetra tutti gli operatori del mercato.
Si prevede che entro il 2020 i rifiuti saranno gestiti come una risorsa. I rifiuti pro capite saranno in fasedi netto declino. Il riciclaggio e il riuso dei rifiuti saranno opzioni economicamente interessanti per gli
operatori pubblici e privati, grazie alla diffusione della raccolta differenziata e allo sviluppo di mercatifunzionali per le materie prime secondarie. La legislazione in materia di rifiuti sar pienamente
applicata. Le spedizioni illecite di rifiuti saranno state completamente eliminate. Il recupero di energiasar limitato ai materiali non riciclabili, lo smaltimento in discarica praticamente eliminato e sar
garantito un riciclaggio di alta qualit.
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DISCARICA
in tonn.467160 407000 105000 105000 105000
RU (Rifiuto Urbano)RD (Raccolta Differenziata)TMB (Trattamento Meccanico Biologico)
~ 40% destinato al recupero - di cui 448579 per produzione di CDR pari al 94% del rifiutotrattato - potenzialit minima di esercizio - valore stimato - Compreso quota prevista per Ca
del Bue (150000 tonn.) e Fusina (70000 tonn.) per il coincenerimento
Dati provinciali al 2010 (elab. su dati del PRGRU)
BL PD RO TV VE VI VR
RU in tonn. 96642 474102 137478 338677 539324 363468 458908
RD % 56,5% 59% 64,4% 72,4% 48,1% 59,3% 56,9%
RUR in tonn. 42632 196967 48899 93377 280000 147824 198000
Ingom. eSpazz. Strad.in tonn.
3369 16082 964 13147 13147 13589 27686
TMB intonn.
28854 ---- 72667 72877 186730 61600 123904
INCEREM.in tonn.
14972 96000 ---- --- 44202 68500 ---
DISCARICAin tonn.
18300 86500 41521 6989 44000 34990 47500
Fonte ARPAV (da Rapp. Amb.variante 1 al PTRC)
Le possibi li alternati ve
La tabella di sintesi sopra riportata permette di avere un quadro generale allattualit e gli scenari
previsti dal Piano in rapporto alle modalit di gestione dei rifiuti urbani.
Su tale suddivisione della frazioni di rifiuto urbano possibile costruire uno scenario alternativo chenon preveda nuovi impianti di incenerimento, impianti di TMB ne nuove discariche. Lo scenario
alternativo al 2020 tiene conto delle diverse considerazioni fatte dagli estensori del Piano e delleproposte elaborate da associazioni ambientaliste e dai promotori perZero Waste in merito a :
quantit dei rifiuti totali
quantit di raccolta differenziata in %
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quantit di rifiuti ingombranti e spazzamento stradale
quantit di rifiuti trattati (TMB)
quantit di rifiuti inceneriti
quantit di rifiuti conferiti in discarca
Quantit dei rifiuti totali
Al 2011 la quantit dei rifiuti urbani era pari a 2305401 tonnellate considerando i dati del primo
semestre 2012 si nota una diminuzione di circa il 10% rispetto a quelli prodotti nel 2010. Il chesignifica che ad oggi la quantit totale quantificabile in circa 2200000 ton..
Le previsioni previste dal piano al 2020 partono da due fattori. Il primo parametro riguarda laproduzione procapite /anno in rapporto alla serie storica il secondo riferito alle previsioni
demografiche al 2020. Con lo scenario 0 si ipotizza una produzione procapite di RU pari a 460Kg./ab/anno mentre lo scenario uno bis, basandosi su una ipotesi di ripresa economica a partire dal2014 prevede un valore pari a 440 Kg/ab/anno a fronte di 410 Kg/ab/anno se si riducono i rifiuti con
perdurare della crisi economica . In questo caso la produzione totale di rifiuti al 2020 rapportata allacrescita demografica prevista dal 2011 al 2020 (da 4.938.965 ab. a 5.241.400 ab.) sarebbe pari a circa
2.150.000 ton. . Tale quantit corrisponde ad una diminuzione del rifiuto urbano totale del 10% rispettoal dato del 2010. Se consideriamo che il Sesto Programma di Azione per lambiente della CE,
prevedeva la riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2010 e del 50% al 2050 rispetto allaproduzione del 2000 , la quantit corrispondente al 2020 dovrebbe essere pari a 1.720.000
di tonn.. Valutando un aumento della raccolta domiciliare spinta (estesa a tutte le frazioni di RU), gipraticata da 332 comuni sul totale di 581 comuni del Veneto e che ha registrato una consistentediminuzione di rifiuti si pu, anche se con cautela, quantificare una produzione di rifiuti urbani per uno
scenario alternativo al 2020 di circa 1.900.000 tonn.che corrisponde a 362 Kg/ab/anno..
Quantit di raccolta differenziata in %
La raccolta differenziata si attestata al 2011 al 60,5% con una quantit di RUR (rifiuto urbano
residuo) pari a 911.333 tonn. . I vari scenari (uno e uno/bis) previsti dal piano ipotizzano al 2020 diraggiungere una percentuale del 70% a livello regionale. Per il raggiungimento del 70% il piano
conteggia anche una quota, pari al 2,9% della quantit di rifiuti ingombranti e dello spazzamentostradale. Il 70 % di RD cos ripartito : organico 30,8% secco 36,3% ingombranti e spazzamento 2,9%.Laumentare della percentuale di raccolta differenziata non significa automaticamente un buon
recupero di materia, considerazione correttamente contenuta nel piano, se non miglioraqualitativamente la raccolta. Ma se consideriamo che la tendenza ad aumentare la qualit di raccolta
aumenter nei prossimi anni con il crescere dei comuni che applicheranno un sistema porta a porta magari con tariffa puntuale, non risulta essere unutopia prevedereper il 2020 il raggiungimento di una
percentuale pari all80% di RD. Fondamentale, come detto nel piano, altres il ruolo dei centridi raccolta o ecocentri e la modalit dintercettazione dei rifiuti per raggiungere obiettivi con alta
percentuale di raccolta differenziata.
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Fonte ARPAV (da Rapp.Amb. PTRC)
Quantit di rifiuti ingombranti e spazzamento stradale
I rifiuti per la frazione ingombranti e per lo spazzamento per il periodo 2004-2010 sono parimediamente e rispettivamente alle seguenti percentuali rispetto al RUR (Rifiuto urbano Residuo dopo
la RD) : Ingombranti 7,1% - Spazzamento 6,4% . Tali percentuali riferite al RUR del 2010 pari a1004377tonn. portano ad una quantit di rifiuto della frazione ingombranti a 71310 tonn. e a 64280
tonn. per lo spazzamento. In realt, complessivamente al 2010 (pag 64) la quantit di rifiuti daspazzamento e da ingombranti ammonta intorno ai 160000 tonn/anno (90000 ingombranti e 70000
spazzamento). Del totale di 160000 tonn. le destinazioni finali sono cos ripartite: 40% recupero , 30%incenerimento e 30% in discarica. Per il periodo 2011-2020 si prevede ,sostanzialmente, che sianomantenute le stesse quantit (90000 ingombranti e 70000 spazzamento).
A partire dal 2015 gli scenari 1 e 1/bis indicano che la quota di rifiuti ingombranti e spazzamentoavviati al recupero (ovviamente compreso la parte da incenerire) passano da circa 64000 tonn. a
160000 tonn..Analizzando i dati del piano (pagg.175-178-180 e le tabb. di pagg.155-156) non apparegiustificabile laumento da 64000 tonn. a 160000 al 2015 . E probabile che ci sia dovuto per
giustificare gli obiettivi del piano per lincenerimento e per garantire la quota di sopravvivenza per lediscariche.
Della quantit complessiva di ingombranti e spazzamento pari a 160000 tonn/anno vieni inviato arecupero di materia mediamente il 40 % mentre il 60% smaltito per discarica e incenerimento.
Negli scenari 1 e 1/bis il totale del rifiuto da ingombranti e spazzamento viene totalmente inviato arecupero per tutta la quantit di 160000 tonn. Per uno scenario alternativo possibile ipotizzare che suun totale di 160000 tonn il 50% pari a 80000 tonn si possa trattare per il recupero di materia
lasciando la parte rimanente per altri conferimenti/recupero.
Quantit di rifiuti trattati (TMB)
Gli impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) servono per il recupero di altro materiale oltre
a quello recuperato con la RD ma principalmente sono utilizzati per la produzione di CDR(Combustibile Derivato da Rifiuti) ora CSS (Combustibile Solido Secondario) da adoperare per
incenerimento o il coincenerimento (cementifici). Ed inoltre una quota trattata viene inviata in
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discarica per produrre Biostabilizzato da discarica utilizzabile come ammendante per coprire le stesse
discariche.La quantit di rifiuto totale (RU) conferita a tali impianti (CER 200301 secco da raccolta
differenziata e CER 191212 secco da selezione meccanica provenienti da altri impianti). stata pari a535403 tonn. nel 2011( pur avendo una potenzialit impiantisca di ben oltre 650000 tonn)
corrispondente ad una percentuale del 23,7% del RU. Di tale quantit la produzione di CDR/CSScorrispondente a circa il 36% (~ 193000 tonn.) viene inviata ,forse, ai tre impianti di incenerimentodel Veneto (Fusina (VE) Schio (VI) e Padova). Il dubbio dovuto perch nel Piano Regionale a
pag.68 si precisa che solo 40000 tonn sono conferite allimpianto di Enel Fusina per il recuperoenergetico del CDR. Non chiaro con quale CDR funzionino gli impianti di Schio e di Padova.
Dal diagramma di flusso riportato nel piano regionale (pag.70) si ricava che la ripartizione percentualedei rifiuti trattati al 2010 da impianti TMB la seguente : CDR a recupero energetico 156.389 t.
(33,2%), Inerti, metallo e legno a recupero 15.865 t (3,4%), Biostabilizzato da Discarica 25.714 t (5,5%), Scarti a smaltimento in discarica 80.252 t (17,1%), Scarti a incenerimento 57.829 t (12,3%),
Scarti a ulteriori trattamenti 117.191 t(25%) , perdita da processo circa il 4%. Del totale trattato250831t pari al 53% sono destinati fuori regione.Tenendo conto che le esigenze di aderire sempre di pi alle indicazioni della comunit europea
coincider con le esigenze del mercato indirizzato verso il recupero di materia,questo come anchesuggerito nel piano regionale, pu portare a rimodulare gli impianti esistenti per il TMB per una quota
aggiuntiva di recupero di materia. Nuove esperienze per il miglioramento degli impianti di TMB stannosempre pi aumentando nel nostro Paese. Esperienze che opportuno incentivare per diminuire la
quantit di rifiuto diretta allincenerimento e in discarica pur mantenendo la stessa quantit da trattarenei prossimi anni di circa 450000 tonn./annoper gli impianti per il TMB, che gradualmente pu
arrivare al 2020 a 300000 tonn.
Quantit di rifiuti inceneriti
La gestione dei Rifiuti Urbani relativa al 2010 cos suddivisa:
Raccolta Differenziata 58,3% (26,2% parte organica32,1 % parte secca)
Rifiuto trattato con impianti TMB per produzione di Combustile da Rifiuto (CDR/CSS) obiostabilizzato (BD) 23,7%
Rifiuto incenerito 8,5%
Rifiuto in discarica 9,5% (diminuito del 27,3% rispetto al 2009)Da una verifica dei dati riferiti al 2011, riportati a pag. 43 del piano, raffrontati al 2010 si rileva che ilil rifiuto urbano residuo (RUR) a valle della raccolta differenziata registra una diminuzione del 9,3%
mentre quelli portati agli inceneritori diminuiscono del 7,9% e del 18,1% i rifiuti portati in discarica.Nel 2010 sono state avviate direttamente ad impianti di incenerimento 266594 t di rifiuto urbano
(compreso i rifiuti sanitari,quota di rifiuti speciali e quota scarti da trattamento) pari all8,5% del RURraccolto, ripartite tra i 3 impianti esistenti (Fusina (VE) , Schio (VI) e Padova). Limpianto di Verona
C del Bue attende lAIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) da parte della regione .La potenzialitattuale degli impianti pari a 302000 tonn.
La potenzialit residua , pari ad oltre 33000 tonn., prefigura la possibilit di un aumento dellacapacit di trattamento degli impianti di incenerimento esistenti, che unita ad una progressivariduzione negli anni dei rifiuti prodotti ed a un maggior utilizzo degli impianti di TMB per il recupero
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di materia, pu portare ad una autosufficienza impiantisca per il Veneto. La potenzialit complessiva
degli impianti per lincenerimento, senza nuovi impianti come quello previsto a Ca del Bue, stataconsiderata con lo scenario 0 del piano come riportato nella tabella di sintesi sopra riportata. Per gli
scenari di piano 1 e 1/bis) nella stessa tabella si riportato il dato di 522000 tonn. che risulta esserecomprensivo della capacit di trattamentodellinceneritore previsto aCa del Bue (VR) pari a 150000
tonn/anno e dei 70000 tonn./anno conferiti allimpianto di Fusina (VE) per il co incenerimento(materiale fossile e rifiuto).Lo scenario alternativo proposto prevede il mantenimento almeno fino al 2020 dei tre inceneritori
esistenti ( potenzialit attuale degli impianti pari a 302000 tonn.) per poi avviare progressivamente ladismissione in rapporto allevoluzione dellintero ciclo dei rifiuti.
Quantit di rifiuti conferiti in discarca
Un ragionamento pi puntuale va fatto per la frazione di RU inviato in discarica per vari ordini diproblemi di carattere generale e per il Veneto:
Piena applicazione della direttiva discarica (d.lgs. n.36/2003);
Potenzialit residua attuale elevata;
Tendenza ad aumentare la raccolta differenziata;
Minori costi di conferimento;
Diminuzione della produzione di rifiuti
La normativa attuale fa divieto di conferire in discarica rifiuti con PCI (Potere Calorifico Inferiore)superiore a 13.000 KJ/Kg ma molteplici proroghe compreso lultima emanata dal Consiglio dei
Ministri in data 11 gennaio 2013 con provvedimento n. 64 ha stabilito che il divieto stato differito di
un anno rispetto alla scadenza prevista per giugno 2013.Oltre a questo limite esiste anche il limite dovuto alla riduzione dei rifiuti biodegradabili (RUB) daavviare in discarica in applicazione del decreto legislativo n.36/2003 (direttiva discariche) che non deve
superare la quantit di 115 Kg/abitante anno entro il 2011 e 81 Kg/abitante anno entro il 2018. Ilrispetto di tali quantit condizione indispensabile per consentire lo smaltimento in discarica di rifiuti
urbani non pretrattati.Tutte le altre provincie del Veneto sono al di sotto di tale soglie come che nei tre ATO della provincia
di Verona che sono gi al di sotto del limite previsto per il 2018. In sostanza nelle discariche delVeneto possibile conferire anche una parte dei rifiuti non pretrattati (frazione secca di scarto alla RD).Dallanalisi dei dati riportati nel piano si registra che al 2010 sono stati conferiti in discarica 467160
tonn, leggermente in calo nel 2011 .
Al 2012 risultano attive 10 discariche con un volume residuo di oltre 3000000 mc. che corrispondono acirca 2700000 tonn., pur tenendo conto delle previste dismissioni nei prossimi anni, di parte dellediscariche attuali, il piano prevede che la quantit residua sar in grado di sopportare ampiamente e
gradualmente le quantit ipotizzate dal piano nei vari scenari (0-1-1/bis) fino al 2020 pari a 105000tonn/anno raggiungibili negli anni 2018-2019-2020. La volont di diminuire progressivamente negli
anni il conferimento alle discariche apprezzabile e in coerenza con le normative di riferimento. Tantche nello scenario alternativo sotto riportato viene mantenuta tale previsione di 105000 tonn/anno
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anche se tale dato appare eccessivamente ottimistico se confrontato con la quantit totale conferita nelle
discariche esistenti al 2010 che stata pari a 467119 tonn.Per uno scenario alternativo al 2020 che comprende anche la previsione di rifiuti da conferire in
discarica opportuno partire dalla quantit totale di rifiuti (RU) ipotizzata per il 2020 pari a 1900000ton. (362 Kg/ab/anno) a questi vanno detratti i rifiuti dovuti alla raccolta differenziata (RD) prevista
all80% che portano ad una quantit di rifiuto urbano residuo (RUR) pari a 380000 tonn. da smaltire avalle della raccolta differenziata. A tale RUR si devono aggiungere una quota di rifiuto dovuta allospazzamento stradale e agli ingombranti che non vengono recuperati come materia pari a 80000 tonn.
oltre ad un'altra quantit di rifiuti dovuta allo scarto dalla raccolta differenziata pari al 20% della RD equantificata in 304000 tonn. Il totale di rifiuto da smaltire risulta essere pari a 764000 tonn. (RUR +
residuo da RD + quota da Spazzamento e Ingombranti).
In definitiva, tra il mantenere la quantit attuale di rifiuti per gli inceneritori (circa 300000 tonn.) eprevedere una quantit di rifiuto per le discariche, con gradualit, al 2020 di 105000 tonn. sottraendo
dette quantit al rifiuto totale da smaltire come sopra indicato si pu considerare che gli impianti ditrattamento (TMB) potranno contare su circa 300000 tonn al 2020, inferiore alla potenzialit degliimpianti esistenti, ma che potrebbe indurre i gestori di tali impianti, con eventuali incentivi, ad
ammodernare gli impianti per il recupero totale di materia (materia prima seconda) rendendo cos piconveniente economicamente lo sbocco finale dei rifiuti trattati in loco a fronte dello smaltimento
extra regione indirizzato prevalentemente verso altri inceneritori..
.
Scenario alternativo alle ipotesi di piano al
2020
RU in tonn. 1900000
RD % 80%
RUR in tonn. 764000
Ingom. eSpazz. Strad.
in tonn.80000
TMB in tonn. 300000
INCEREM.
in tonn.300000
DISCARICA
in tonn.105000
(RUR + residuo da RD (20%) + quota da Spazzamento e Ingombranti(50%))(380000 + 304000 + 80000)
Lo scenario alternativo sopra riportato dovr essere articolato/calibrato con gradualit per le diverseprovincie che presentano allattualit diverse realt per le frazioni di rifiuto urbano prodotto, comeriportato nella tabella che sintetizza le schede provinciali riportate nel piano al 2010,che evidenziano
,ad esempio, un ampio divario tra la provincia di Treviso rispetto a quella di Venezia per la raccoltadifferenziata. Al 2010 Treviso registrava una percentuale di RD pari al 72,4% rispetto al 48,1% di
Venezia.
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Carenze ri scontrate nel nuovo Piano
Nellanalizzare il PRGRU (Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani) si riscontrato principalmente
che il piano appare poco coraggioso per indirizzarsi verso strade alternative rispetto a quella diconsolidare e potenziare lincenerimento dei rifiuti.Si privilegia pi il recupero energetico, che appare insignificante la quantit prodotta in rapporto al
supporto che viene dato dallutilizzo dalle diverse fonti per le energie rinnovabile, che il recupero dimateria come si sta orientando la politica europea per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Paesi europei
come la Danimarca e la Germania,portati inizialmente per lincenerimento dei rifiuti, sono ora orientatialla dismissione dei propri inceneritori. Il piano poi, prevede al massimo di raggiungere al 2020 la
quota del 70% di raccolta differenziata senza considerare che potenziando la raccolta porta porta contariffa puntuale tale percentuale pu aumentare sensibilmente. Inoltre il concetto di prevenzione per la
riduzione dei rifiuti al 2020 praticamente inesistente nella quantificazione dei dati indicati negli variscenari (0 1 1/bis) .Il nuovo impianto, e non ristrutturazione dellimpianto esistente comeindica il piano per l'inceneritore di C del Bue ,risulta gi oggi del tutto ingiustificato e inutile e lo sar
sempre di pi nel futuro con la crescita della raccolta differenziata. Gli impianti di incenerimentooperativi (PD, VE, VI) hanno trattato nel 2010 quasi 266.600 t con una produzione di ceneri di circa
53.000 t/a. La potenzialit installata Regionale di 290.000t/a oltre a ulteriori 12.000 t/a autorizzate aSchio (VI).
Quindi c una potenzialit sfruttabile di oltre 30.000 t/a. Infine il piano non considera il tema ZeroWasteindirizzando i comuni verso le Buone Pratiche gi applicate dal comune di Capannori (LU)
capofila del movimento dei comuni di Zero Wast.
RIFI UTI SPECIAL I
Come per i rifiuti urbani anche per i rifiuti speciali l elaborato di piano contieni un analisi dettagliata
delle varie frazioni di rifiuto e delle rispettive tipologie impiantistiche.. Anche per i rifiuti speciali il
presente documento evidenzia sinteticamente alcuni dati e gli scenari previsti al 2020.
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Si riporta di seguito alcune parti pi significative dellelaborato per i Rifiuti Speciali.
Nel Veneto la produzione dei rifiuti speciali (rifiuti pericolosi-rifiuti non pericoli e residuo da
costruzioni e demolizioni) nel 2010 stata di circa 15 milioni di tonnellate cos suddivise:
a) 1 milione di t di rifiuti pericolosi
b) 7,9 milioni di t di rifiuti non pericolosi, esclusi i rifiuti da C&D
c) 6,1 milioni di t circa di rifiuti da Costruzione e Demolizione non pericolosi (C&D NP).
La tabella sotto indicata riporta la suddivisione esistente per singola provincia.
Produzione rifiuti pericolosi in tonn. (dati da Rapporto Ambientale - Variante 1 del PTRC)
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Produzione rifiuti non pericolosi in tonn. (dati da Rapporto Ambientale - Variante 1 del PTRC)
Altri elementi interessanti contenuti nellanalisi dei dati dei rifiuti speciali sono rappresentati dalla
provenienza dalle attivit produttive (rifiuti primari), diversi da quelli derivati da trattamento dadepurazione e bonifiche ( rifiuti secondari) e dalla quantit di rifiuti importati ed esportati. Di seguito si
riportano alcune tabelle e figure che evidenziano la produzione di rifiuti speciali primari per settori di
attivit economiche e alcuni grafici che illustrano i rifiuti speciali importati ed esportati con indicazioni
delle destinazioni.
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Il piano precisa che la gestione dei rifiuti speciali non assoggettata a vincoli territoriali a cui invece
sono soggetti i rifiuti urbani bens soggiace al libero mercato.
Due sono le tipologie di operazioni previste dalla normativa: il recupero (R), inteso anche per il
recupero energetico (incenerimento) e lo smaltimento (D).
Negli anni si registra, pur nellassenza di obiettivi specifici, un incremento significativo del recupero di
materia e, parallelamente, un decremento rilevante dello smaltimento in discarica. La gerarchia
dei rifiuti, comunque, rimane disattesa sia per quanto concerne la riduzione alla fonte della
produzione di rifiuti speciali, primariamente a causa dellassenza di politiche specifiche a supporto dei
settori produttivi (anche se lavvento della normativa IPPC ha introdotto, con lAutorizzazione
Integrata Ambientale, elementi tesi a registrare, verificare e migliorare la produzione dei rifiuti a partire
dal processo produttivo) sia per quanto concerne il recupero energetico e lincenerimento dei rifiuti. Iltema del trattamento termico risulta complesso e sempre attuale, in particolare per i rifiuti
speciali, poich rispetto ai rifiuti urbani consistono in tipologie di rifiuti molto differenti tra
loro, in termini, innanzitutto, di pericolosit, ma anche di stato fisico e propriet intrinseche: In
questo senso lindividuazione di una tecnologia impiantistica univoca difficilmente perseguibile,
anche tenuto conto dellevoluzione del sistema industriale. Il quadro complessivo che emerge a
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livello regionale quindi caratterizzato da una molteplice casistica di tipologie di impianto di
gestione rifiuti, da quella pi semplice, specializzata nella gestione di una specifica filiera di
rifiuti, a quella pi complessa nella quale possono essere svolte su molteplici categorie di
rifiuti diverse operazioni di recupero o smaltimento. Lindustria del riciclo rappresenta, infatti, un
settore molto attivo, cresciuto parallelamente allo sviluppo industriale e specializzato nellagestione degli scarti e nel recupero di materiali da destinare nuovamente allattivit produttiva.
Se escludiamo gli impianti di smaltimento finale, tipo discariche e inceneritori, gli impianti di
trattamento rifiuti svolgono spesso attivit diversificate che fanno capo a diverse operazioni e
per questo risulta pertanto estremamente complessa la classificazione del sistema impiantistico.
Dal Rapporto Ambientale della Variante n. 1 del PTRC (Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento si ricava che: Il settore che riveste maggior importanza tra i rifiuti speciali pericolosi
e quello della fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche ed artificiali, che pesa sul totale dei
rifiuti pericolosi prodotti in ambito regionale per il 26% circa.Il settore che ha prodotto la maggiorquantit di rifiuti speciali (quasi tutti non pericolosi) il trattamento dei rifiutie delle acque che
comprende la gestione dei rifiuti e la depurazione delle acque di scarico. Questa attivit responsabile
della produzione di oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (24% ca, del totale) e produce rifiuti
secondari derivanti dal trattamento di rifiuti di altre attivit produttive o di servizi. La seconda attivit
economica per produzioni di rifiuti speciali e la fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali
non metalliferi e della pietra (VR-VI). Questa attivit ha prodotto nel 2010 oltre 800 mila tonnellate di
rifiuti speciali. La quantit totale dei rifiuti speciali avviati al recupero (riciclaggio e recupero
energetico) stata pari ad oltre 12 milioni di tonnellate, di cui oltre 6,2 milioni di tonn. di rifiuti non
pericolosi, oltre 6,4 milioni di rifiuti da costruzioni e demolizione e 187 mila di rifiuti pericolosi.I rifiuti speciali che per caratteristiche chimico fisiche e merceologiche non possono essere avviati a
riciclaggio o recupero di energia, secondo la gerarchia nella gestione dei rifiuti, prima di essere
conferiti in discarica,ove possibile, devono essere avviati alle operazioni di trattamento. Queste sono il
trattamento chimico fisico , quello biologico e lincenerimento.
Nel Veneto i rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (escluso C&D), avviati al trattamento nel 2010
sono stati: il trattamento chimico e fisico (45%) e il trattamento biologico (41%). Lincenerimento ha
rappresentato il 4 % del totale gestito mediante operazioni di trattamento. Negli ultimi anni aumentano
i rifiuti speciali trattati in generale e diminuisce la quota di quelli trattati e smaltiti in discarica.
Nel 2010 erano attivi 6 inceneritori per rifiuti speciali autorizzati alloperazione D10 e gli impianti di
discarica attivi alla stessa data 66 , di cui: 15 per rifiuti speciali non pericolosi, 13 per rifiuti urbani
non pericolosi e le rimanenti per rifiuti inerti.
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Altri impianti di trattamento oltre agli inceneritori e alle discariche, classificati rispetto alla tipologia
autorizzativa al 2010 sono state conteggiati 627 impianti intesi come siti di trattamento.
Nel 2010 le discariche in esercizio nella regione hanno ricevuto complessivamente 1.170.000 t
di rifiuti speciali. Di questi, il 52% stato avviato a discariche per non pericolosi, mentre la quota
rimanente stata avviata a discariche per inerti.
La quantit di rifiuti speciali smaltita in discarica, registra un andamento decrescente, pi marcato nel
periodo 2005-2010. Questo fenomeno legato allincremento dellavvio dei rifiuti ad attivit di
riciclaggio. Nellultimo biennio si registrata unulteriore significativa diminuzione, legata anche agli
effetti della crisi economica.
GLI OBIETTIVI DI PIANO
Gli obiettivi del piano per i rifiuti speciali sono i seguenti:
1. Ridurre la produzione e la pericolosit dei rifiuti speciali;
2. Favorire il riciclaggio;
3. Favorire altre forme di recupero, in particolare il recupero di energia;
4. Valorizzare la capacit impiantistica esistente;
5. Minimizzare il ricorso in discarica;
6. Applicare il principio di prossimit.
CRITERI PER LA COSTRUZIONE DEGLI SCENARI DI PIANO
scenario 0 in questo caso non vengono applicate nel tempo politiche di riduzione dei rifiuti e si valuta
che i rifiuti prodotti nel 2020 siano equivalenti a quelli del 2008, con un progressivo
incremento a partire dal 2014-2015;
scenario 1 si considerano applicate nel tempo politiche di riduzione dei rifiuti e si valuta che i rifiuti
prodotti nel 2020 siano leggermente superiori a quelli del 2015 e comunque inferiori a quelli del 2010.
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E stato calcolato, poi, il rapporto importazione/produzione nel 2010, pari al 31%, sia nel caso di rifiuti
non pericolosi che pericolosi. Infine, viene determinato il valore di importazione al 2020, in entrambi
gli scenari, partendo dai dati sulla produzione.
Gestione dei ri f iu ti speciali
Le forme di gestione dei rifiuti speciali considerate per la costruzione degli scenari sono le seguenti:
a. Recupero di materia (operazioni R2R12)
b. Recupero di energia (operazione R1)
c. Pretrattamenti D (operazioni D8D9D13D14)
d. Incenerimento (operazione D10)
e. Discarica (operazione D1)
f. Esportazione bilanciata
g. Esportazione non bilanciata
Nello scenario 0 previsto che, nel periodo di riferimento, le percentuali di ripartizione dei
rifiuti (prodotti+importati) rimangono uguali a quelle del 2010.
Nello scenario 1 vengono, invece, previste le seguenti azioni:
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- Gestione di alcuni flussi di esportazione: si stabilito di gestire i flussi significativi di
esportazione allinterno della Regione, secondo la gerarchia dei rifiuti.
- Ottimizzazione dei flussi avviati in discarica: si stabilito di gestire alcuni flussi significativi
attualmente avviati in discarica con attivit di trattamento in linea con la gerarchia dei rifiuti.
Per lo scenario 1 si ipotizza per le varie forme di gestione la seguente ripartizione
percentuale al 2020 per i Rifiuti Pericolosi:
Le quote per incenerimento e discarica aumentano rispettivamente di 43000 tonn. e 142000
Per lo scenario 1 si ipotizza per le varie forme di gestione la seguente ripartizione percentuale
al 2020 per i Rifiuti Non Pericolosi:
si ottengono le nuove percentuali di ripartizione al 2020:
Dalla tabella di sintesi elaborata ,che riporta i dati degli scenari previsti al 2020, si pu verificare che
gli obiettivi di piano sono in gran parte disattesi. Infatti la quantit dei rifiuti speciali restasostanzialmente invariata rispetto al 2010. Si registra solo un leggero calo dei rifiuti pericolosi esportati
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mentre resta invariata la quota importata ed esportata per i rifiuti non pericolosi.Si privilegia
lincenerimento camuffato in parte come recupero di energia e il ricorso alle discariche di fatto nondiminuisce, il principio poi di prossimit di fatto considera lintera Regione come indicato dalla legge
regionale n. 52 del 31 dicembre 2012 che prevede come ATO (Ambito Territoriale Ottimale ) per lagestione dei rifiuti urbani indirizzando cos anche la gestione dei rifiuti speciali che per legge non
hanno vincoli territoriali. Per la gestione dei rifiuti alcune tabelle riportano per lo scenario 1 laripartizione percentuale al 2020 confrontata con il 2010. Da queste si evince che per i rifiuti pericolosiaumenta la quantit di rifiuti da portare allincenerimento e alle discariche mentre resta invariata la
quantit conferita agli impianti di trattamento. Per i rifiuti non pericolosi aumenta la quota perlincenerimento , diminuisce il conferimento in discarica e resta inalterata la quota per il trattamento.
Come gi specificato per i rifiuti urbani anche per i rifiuti speciali opportuno considerare uno scenarioalternativo per le varie modalit di gestione . In particolare si possono prevedere quote maggiori per il
recupero di materia e quantit minori per lincenerimento, recupero di energia e discariche.A titolo di esempio per le singole tipologie di rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi) si propone di
valutare le seguenti ripartizioni per le modalit di gestione:
anno2010 (%) anno2020 (%)
Recupero di materia 12 18
Recupero di energia 0 0
Trattamenti 37 37
Incenerimento 3 0
Discarica 3 0
Export bilanciato 24 24
Export non bilanciato 21 21
Scenario alternativo per il 2020 per i rifiuti pericolosi
anno2010 (%) anno2020 (%)
Recupero di materia 49 58
Recupero di energia 2 0
Trattamenti 18 18
Incenerimento 1 0
Discarica 8 2
Export bilanciato 14 14
Export non bilanciato 8 8
Scenario alternativo per il 2020 per i rifiuti non pericolosi
Osservazioni sul Rapporto Ambientale (VAS)
L obiettivo della VAS, come previsto dalla direttiva della UE (2001/42/CE) quello di: "garantire un
elevato livello di protezione dellambiente e di contribuire allintegrazione di considerazioni ambientaliallatto dellelaborazione e delladozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo
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sostenibile".
Quindi non un inutile adempimento burocratico previsto dalla legislazione vigente, ma uno strumentoimportante finalizzato alla tutela dellambiente. Tant che, la stessa Regione Veneto, nel rapporto
Ambientale della VAS riferita al PTRC cos precisa: La sostenibilit nei processi pianificatori haassunto nel corso del tempo un ruolo di variabile guida. La portata globale dei fenomeni di
inquinamento e di degrado ambientale, con le ben note conseguenze sul piano dei cambiamenticlimatici, della perdita di biodiversit , della qualit del vivere e della salute umana, i conflitti tra losviluppo economico e il depauperamento delle risorse devono far riflettere il decisore pubblico. I
processi decisionali devono tenere in debita considerazione la necessit di garantirne la sostenibilitambientale economica e sociale dei processi di crescita. Questa triade - ambiente, economia e societ -
rappresenta la ben nota triangolazione dello sviluppo sostenibile, di cui la valutazione ambientalestrategica (VAS) garante.
In pi parti del rapporto ambientale si afferma che si tenuto conto dei contenuti dellallegato VI
(art.13Codice dellAmbiente) ma non c nessun riferimento alle informazioni da fornire con irapporti ambientali per alcuni parti significative dell allegato VI che necessitano di un puntualeapprofondimento. In particolare si segnalano i punti e) ,f) e h) :
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si tenutoconto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale. Si segnala di aggiornare le indicazioni
Europee tenendo conto dei nuovi obiettivi per il VII Programma Ambientale ;f) per i possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversit, la
popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i benimateriali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione trai suddetti fattori. In particolare devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi
quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei,
positivi e negativi;
h) Nel Rapporto Ambientale non sono esplicitate le ragioni della scelta delle alternative individuatee una descrizione di come stata effettuata la valutazione, nonch le eventuali difficolt incontrate (ad
esempio carenze tecniche o difficolt derivanti dalla novit dei problemi e delle tecniche per risolver li)nella raccolta delle informazioni richieste;
Gli approfondimenti sopra elencati sono opportuni per il Rapporto Ambientale della VAS in rapporto
alla situazione del Veneto e della Provincia di Verona che in termini di deficit ecologico e di impatticlimalteranti gravemente compromessa. A conferma di tale specificit la Regione Veneto, nella VASdel PTRC adottato nel 2009, utilizzando dati ISTAT e SISTAR, ha cos quantificato limpronta
ecologica per abitante:
Impronta ecologica del Veneto e della Provincia di Verona (Fonte:elaborazione regionale su dati ISTAT eSISTAR)
Impronta Biocapacit Bilancio ecologico(deficit)
Ha procapite/anno Ha procapite/anno Ha procapite/anno
VENETO 6,43 1,62 - 4,81
Prov. VERONA 6,48 1,55 - 4,93
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Altro elemento importante riportato, nella VAS del PTRC adottato dal Consiglio Regionale del Veneto,
che interessa in particolare la citt di Verona, la presenza di impatti cumulativi sullambiente. In unaapposita immagine (Fonte: elaborazioni Regione del Veneto su dati Sistar), che riporta tutti i comunidel Veneto, sono stati identificati, con varie gradazioni, i comuni con presenza di impatti cumulativi .
Per Verona, come capoluogo, si riscontrato una presenza di impatti cumulativi, per l ambiente, moltoalta.
Tra laltro nel Rapporto Ambientale Preliminare esaminato si evidenzia una forte criticit per lacomponente ambientale riferita allatmosfera per la qualit dellaria e per le emissioni di gas serra in
atmosfera ma non viene fatto alcun cenno alle emissioni di diossina causate dallincenerimento deirifiuti.
CONCLUSIONI
In definitiva ,il Piano Regionale per i Rifiuti Urbani (RU) e Speciali (RS) da aggiornare nei dati di
riferimento per la stesura del piano che ha preso come base il 2010, in quanto non rappresentativi della
realt dello stato attuale che presenta una situazione di calo di produzione dei rifiuti chetendenzialmente andr a consolidarsi. Una pianificazione fino al 2020 non pu sottrarsi a predisporrescenari futuri con previsioni pi vicine allevoluzione dellintero sistema di gestione del ciclo dei rifiuti
che si sono registrate in questi ultimi anni (calo produzione rifiuti, maggior raccolta differenziata,aumento della quota di rifiuti per il riciclo e recupero di materia). Gli scenari alternativi proposti
come osservazione si sono esplicitati nelle tabelle di pagg. 10 e 22 rispettivamente per i RU e RS etendono ad adeguarsi agli indirizzi innovativi della Commissione Europea per la predisposizione delVII PAA (Programma dAzione Ambientale) che pone pi attenzione al recupero della materia rispetto
al recupero energetico.Questo, presuppone un ripensamento verso nuovi impianti, magari scambiati come ristrutturazione, per
lincenerimento,come quello previsto per Verona a Ca del Bue e ad una graduale dismissione di
quelli esistenti a Schio,Fusina (VE) e Padova. Per il conferimento in discarica di una quota del rifiutourbano residuo, a valle della raccolta differenziata, lo scenario alternativo, rispetto alla proposta dipiano, prevede di mantenere la continuit negli anni di minor quantit di conferimento per tener conto
della potenzialit residua esistente. Pertanto si prevede di mantenere la scelta di piano per raggiungereal 2020 una quantit di 105000 tonn/anno. Per la raccolta differenziata il raggiungimento della
percentuale dell80% come viene proposto possibile con lincremento del sistema porta a porta: Ilrisultato di oltre il 70% un traguardo gi raggiunto da molti comuni del Veneto. Con il traguardodell80% di raccolta differenziata, congiuntamente si potr ridurre la quantit di rifiuti urbani tale da
raggiungere la produzione procapite annua di poco pi di 360Kg/ab/anno.Gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) che attualmente sono attrezzati
prevalentemente per la produzione di Combustibili da Rifiuti (CDR) , ora (CSS) combustibili solidi
secondari, adatti per gli inceneritori e i cementifici, dovranno modificare la loro tipologia di produzioneadattando e ammodernando gli impianti per realizzare prodotti riciclati finiti. La quantit trattata mediamente di circa 450000 tonn/anno e potr arrivare al 2020 a 300000 tonn/anno con quote annuali
progressive extra CDR/CSS per ottenere nuovi manufatti da porre sul mercato.Si osserva poi che nel piano pi volte richiamato il principio di prossimit e gli stessi scenariprevisti dal piano, nel confermare lapplicazione della gerarchia dei rifiuti, inseriscono tra gli
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obiettivi da perseguire tale principio nello smaltimento dei rifiuti in applicazione de llart. 182-bis del
D.Lgs. n. 152/2006 con la finalit di ridurre la movimentazione dei rifiuti, e di smaltirli dove vengonoprodotti. Ma il principio di prossimit il piano sembra applicarlo considerando lintera Regione come
ATO (Ambito Territoriale Ottimale) in attuazione della L.R. n.52 del 31 dicembre 2012 ,escludendocos di fatto lorganizzazione degli enti locali attraverso i previsti bacini territoriali , per il rilascio
autorizzativo degli impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti (inceneritori e discariche) demandandoai futuri bacini territoriali (vedi DGR n.22CR del 25 marzo 2013in attesa di approvazione consiliare) lasola competenza di esercitare in forma associata le sole funzioni di organizzazione e controllo del
servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. In questo modo viene disatteso il fondamento stesso delprincipio di prossimit in quanto la regione ,considerata come unico ATO, mantiene la competenza per
i due sbocchi finali , che la regione stessa ritiene fondamentali,del ciclo dei rifiuti e cio per gliinceneritori e le discariche e in parte per altre tipologie di impianti.
Come specificato per i rifiuti urbani anche per i rifiuti speciali opportuno considerare uno scenarioalternativo per le varie modalit di gestione . In particolare si possono prevedere quote maggiori per il
recupero di materia e quantit minori per lincenerimento, recupero di energia e discariche. Tuttoquesto favorito gi dallalta quantit di rifiuti speciali trattati per il recupero di materia.Le tabelle riportate a pag. 22 riportano i nuovi scenari per il 2020 per la gestione dei rifiuti pericolosi e
non pericolosi che significativamente prevedono maggiori quote percentuali per il recupero di materia.Lobiettivo da cogliere con il nuovo piano dei rifiuti quello di modificare completamente lattuale
gestione del ciclo dei rifiuti per un percorso verso rifiuti zeroche consolidi il concetto di rifiutocome una risorsa e per affermare una maggiore partecipazione responsabile e consapevole dei cittadini,
con lobiettivo di realizzare le condizioni per soddisfare i bisogni umani e sociali impiegando menorisorse, consumando meno energia, riducendo le emissioni in atmosfera, producendo meno rifiuti,
facendo risparmiare i cittadini con la diminuzione delle tariffe e creando lavoro sul territorio.
SEL regionale (Sinistra Ecologia Libert)
Presso SEL- Verona
Via Oberdan,14
37121VERONA
(Referente: Arch. Vincenzo Genovesecell.: 3475729441email: [email protected])