rischio biologico esposizione ad agenti biologici nellambito dellattività lavorativa
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Rischio biologico
Esposizione ad agenti biologici nell’ambito
dell’attività lavorativa
D.Lgs. 626/94Titolo VIII
Protezione da Agenti Biologici
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Campo di applicazione
• Tutte le attività lavorative nelle quali nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti
biologici.
(sono quindi comprese sia le esposizioni legate ad un utilizzo deliberato (a), sia le esposizioni
potenziali (b) presenti nell’attività lavorativa o nell’ambiente di lavoro).
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Definizioni
• Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni
• Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico
• Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da microrganismi pluricellulari
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Il concetto di rischio biologico, così come preso in considerazione nel D.lgs 626/94, non va inteso come correlato solo alla gravità della malattia provocata dal microrganismo in questione, bensì come correlato anche a una serie di altri fattori.
In pratica si valutano tutte le possibilità che ha l’agente biologico, situato in origine all’esterno dell’organismo di penetrarvi e provocare danni più o meno gravi sia nei confronti della salute dei lavoratori che di tutta la popolazione
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Classificazione di rischio biologico
Nel D.Lvo 626/1994 il legislatore ha classificato idiversi agenti biologici in base alla loro
pericolosità↓
la pericolosità è stata valutata sia nei confrontidella salute dei lavoratori che della popolazione
generale
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Pericolosità degli agenti biologici
PatogenicitàPatogenicità riferibile alla capacità di produrre
malattia a seguito di infezione;
l’infettività intesa come capacità di un
microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite;
la trasmissibilità intesa come la capacità di un
microrganismo di essere trasmessoda un soggetto infetto ad un soggetto
suscettibile
la neutralizzabilitàintesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la
malattia o terapeutiche per la sua cura
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Classificazione degli agenti biologici
• Agente biologico del gruppo 1è un agente che presenta poche probabilità di causare malattie insoggetti umani
• Agente biologico del gruppo 2è un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire unrischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi alla comunità.Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche
Es.: Saccharomyces cerevisiae, Streptococcus thermophylus, Lactobacillus casei,
Staphylococcus xylosus…
Es.: Klebsiella pneumonie (infezioni a carico dell’apparato urinario e del tratto respiratorio), Legionella pneumophila (polmonite), Enterobacter aerogenes (infezione dell’apparato urinario), …
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Classificazione degli agenti biologici
•Agente biologico del gruppo 3è un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani ecostituire un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può propagarsi alla comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche
•Agente biologico del gruppo 4 è un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori. Può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità: non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche e terapeutiche
Yersinia pestis (trasmessa da animali all’uomo attraverso le pulci), Brucella abortis (infezione da latte e latticini), Bacillus anthracis (si contrae per contatto con
carni di animali infetti)
Virus ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di emorragie interne), Virus Lassa (contatto con il cibo o
oggetto contaminati dagli escreti di alcuni roditori. Può essere trasmessa per inalazione).
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L’allegato XI del Dlgs 626/94 contiene l’elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4
specificando che gli agenti non inseriti in detti gruppi vanno implicitamente nel gruppo 1.
Con D.M. 12 novembre 1999 sono state recepite le direttive nn.95/30/CE, 97/59/CE, 97/65/CE, per cui il
suddetto allegato XI è stato aggiornato agli adempimenti apportati alle direttive
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Settori lavorativi con uso deliberato di agenti biologici. 1/2
• Università o Centri di ricerca
• Sanità
• Zootecnia e veterinaria
• Industria delle biotecnologie
• Farmaceutica
• Alimentare
Ricerca e sperimentazione nuovi materiali e processi utilizzanti agenti biologici, Laboratori di MicrobiologiaFarmaci contenenti agenti biologici, Laboratorio di Microbiologia, Prove biologiche.Vedi sopra
Produzione di microorganiismi selezionati
Vaccini, riceerca e produzione di farmaci, prove biologiche su animali e celluleProduzione per biotrasformazione (vino, birra, formaggi etc) Ricerca dei patogeni
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Settori lavorativi con uso deliberato di agenti biologici. 2/2
• Chimica• Energia
• Ambiente
• Miniere
• Agricoltura
• Ind. Bellica
Prodotti per biotrasformazione (es. concia del cuoio)Produzione per biotrasformazione di vettori energetici (etanolo, metanolo, metano) usando residui agricoli e agroalimentariTrattamento dei rifiuti, uso di microrganismi con funzione degradativa aerobica e anaerobicaRecupero metalli, uso dei microrganismi per la concentrazione dei metalli da soluzioni acquose
Fertilizzazione, inoculazione micorrize, sviluppo di nuovi sementi, uso di antiparassitari microbiciProduzione di armi biologiche
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Settori lavorativi con potenziale esposizione ad agenti biologici
• Industria alimentare• Agricolutara• Zootecnia• Macellazione carni• Piscicoltura• Servizi veterinari• Industria di trasformazione di derivati animali (cuoio, pelle,
lana ecc.)• Servizi sanitari (ospedali, ambulatori, studi dentistici, servizi
di assistenza)• Servizi mortuari e cimiteriali• Servizi di raccolta, trattamento, smaltimento dei rifiuti• Impianti industriali di sterilizzazione, disinfezione e lavaggio
di materiali potenzialmente infetti• Impianti depurazione acque di scarico• Manutenzione impianti fognari
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“La valutazione del rischio”
•Il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare il rischio da agenti biologici per ogni specifico contesto in cui si abbia esposizione legata all’attività lavorativa.
•Nella valutazione del rischio biologico deve considerare: La classificazione degli agenti biologici, l’informazione sul tipo di danno che possono causare (malattia, intossicazione, allergia), etc.
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vige l’obbligo da parte del datore di lavoro:
-di valutare di esposizione potenziale ad agenti biologici
TITOLO VIII del D:Lgs 626/94
-di identificare i lavoratori soggetti a rischio di infezione
-somministrazione del vaccino da parte del medico competente
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La valutazione del rischio è obbligatoria anche per le attività di
tipo b (potenziale esposizione)↓
Questo tipo di attività, se i risultati della valutazione dimostrano che l’attuazione di tali misure non è necessaria, sono esentate dalla
applicazione delle seguenti disposizioni:a) adozione di particolari misure igieniche (art. 80)
b) misure specifiche per le strutture sanitarie eveterinarie (art. 81, commi 1 e 2)c) sorveglianza sanitaria (art. 86)
Non sono invece esentate da:a) misure tecniche organizzative e procedurali
b) informazione e formazioneIl Responsabile della Sicurezza è consultato
prima della valutazione del rischio ed haaccesso alle informazioni che vi sono contenute
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Il datore di lavoro:a) evita l’utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di attività lavorativa lo consenteb) limita al minimo i lavoratori esposti al rischio di agenti biologicic) progetta adeguatamente i processi lavorativid) adotta misure collettive (o individuali se non è possibile altro) di protezionee) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavorof) usa il segnale di rischio biologicog) elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni di origine umana ed animaleh) definisce procedure di emergenza per incidentii) verifica la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoroj) predispone i mezzi necessari per lo smaltimento rifiutik) concorda procedure per la manipolazione di agenti biologici nel luogo di lavoro
Misure tecniche, organizzative e procedurali (art. 79)
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Nelle attività nelle quali esistono rischi per la salute dei lavoratori il datore di lavoro fornisce ai lavoratori informazioni su:
a) i rischi per la salute derivanti dagli agenti biologiciutilizzatib) le precauzioni da prendere per evitare l’esposizionec) le misure igieniche da osservared) l’impiego di mezzi individuali di protezionee) le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici di gruppo 4f) il modo di prevenire gli infortuni e ridurne al minimo leconseguenze
Informazione e formazione (art. 85)
Nel luogo di lavoro sono presenti cartelli in cui sono riportate le procedure da seguire in caso di infortunio
La formazione è fornita prima che i lavoratori siano adibiti alle attività in questione e ripetuta con frequenza almeno quinquennale
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Esempi di rischio biologico…
2020
Legionella:
Nel caso sia identificabile anche solo una potenziale esposizione all’agente Legionella, essendo questo classificato nell’Allegato XI del DLgs 626 / 94 al gruppo 2 tra i patogeni,(sia come Legionella spp che come Legionella pneumophila,) si devono attuare tutte le misure di sicurezza necessarie.
• La legionellosi è una infezione causata da un batterio del genere legionella.
• La malattia si presenta in due forme:1) malattia dei legionari (forma più grave di polmonite).2) febbre di Pontiac (forma leggera di infezione)
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Contagio
• Penetra nell’ospite attraverso le prime vie respiratorie sottoforma di “aerosol” generati da rubinetti , docce ed impianti di condizionamento ecc.
• Le persone possono essere esposte in casa, nel luogo di lavoro,o in posti pubblici…..
sintomisintomiFebbre,raffreddore, tosse, mal di testa dolori muscolari, perdita
dell’appetito.
diagnosidiagnosiTest specifico di laboratorio unitamente ai segni clinici
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Interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo
Nell’ambito della tutela della salute da legionellosi in un ambiente di lavoro importanti interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo sono :
le procedure di pulizia,decontaminazione e disinfezione degli impianti di ventilazione e condizionamento o di singole apparecchiature ,degli apparati di umidificazione dell’aria…
il trattamento di decontaminazione delle reti di distribuzione di acqua sanitaria è considerato di rilevante importanza per la frequenza di casi di. Legionellosi imputabili ad inquinamento di tali impianti .
Attualmente,la soluzione maggiormente affidabile per lunghi periodi di tempo ed applicabile in tutti gli impianti è l’adozione di appositi sistemi filtranti tecnologicamente avanzati, disponibili sul mercato.
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le zone ove le zecche possono
risiedere più facilmente (luoghi di campagna, zone di passaggio di greggi, erbe alte, vicinanze di animali come pecore, capre e
cani);
Zecche
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Malattie trasmesse dalle zecche
• Infezione battericaSpirochetosi: Borrelia burgdorferi s.l.1992: tre nuove “genospecie”:
B.burgdorferi s.s.B.gariniiB.afzelii
1993: B.japonica1995: B.andersoni,...................
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Usare un appropriato abbigliamento di colore chiaro (in tal modo si evidenziano meglio) che copra il più possibile il corpo (scarpe alte, calzini lunghi, camicia con manica lunga);
Applicare sugli abiti prodotti repellenti acquistabili in farmacia;
Evitare di sedersi e di appoggiare indumenti o zaini sull'erba (usare teli di plastica).
Prevenzione
Bonificare eventualmente il terreno con prodotti a base di Permetrina, un piretroide sintetico, poco tossico per l'uomo e gli animali; funge da repellente da applicare agli abiti ma è anche in grado di uccidere le zecche bloccando il loro sistema nervoso;
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Tetano• Clostridium tetani aisensi del D.Lgs 626/94 è un agente
biologico del gruppo 2 • …può causare malattie in soggetti umani e costituire un
rischio per i lavoratori.(direttiva 2000/54/CE)
I clostridi: batteri sporigeni Clostridium tetani
Clostridium botulinum
Clostridium perfrigens
Clostridium difficile
anaerobi
Attecchimento e la moltiplicazione favorita da:
1. necrosi del tessuto e quindi diminuito afflusso di sangue e quindi di O2
2. presenza contemporanea di batteri aerobi
3. Acatalasemia (diminuita concentrazione ematica di catalasi1)
1 scissione dei perossidi
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I clostridi: batteri sporigeni • Sono bacilli Gram positivi di 3-8 mm di lunghezza• In gran parte sono mobili per la presenza di flagelli peritrichi• Raramente capsulati• Producono spore a localizzazione somatica terminale
Vivono come saprofiti nel suoloo nell’intestino di alcuni animali
Le infezioni nell’uomo sono dovute a introduzione accidentale nei tessuti profondi dei clostridi o delle spore o dell’assunzione con alimenti di tossine
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Clostridium tetaniIl tetano (tetanos = rigidità) è caratterizzato da spasmi muscolari
(paralisi spastica) con concomitante paralisi flaccida (muscoli oculari).
Compromissione della funzionalità muscolare a livello respiratorio (soffocamento dovuto al rigurgito del contenuto dello stomaco).
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IN Italia esistono :
vaccini obbligatori per legge es. antipolio,antitetanico..
Entrambi seguono un “calendario vaccinale “
Vaccini consigliati es. antiinfluenzale …
…Vaccini
Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica:
anatossina ottenuta trattando la tossina con formolo. Schedula vaccinale : richiamo intramuscolo ogni 10 anni dopo il ciclo di base.
Operatori sanitari interessati: operai e manovali addetti alla manipolazione di immondizia
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Le punture da imenotteri (vespe, calabroni, api) sono abbastanza frequenti e procurano disturbi di diversa gravità
Sintomatologia locale:•pomfo eritematoso, pruriginoso e dolente,•malessere generalizzato• orticaria generalizzata+dolore,• nausea, vomito
Sintomatologia sistemica: grave reazione allergica fino allo shock anafilattico con perdita di coscienzaAttenzione se il soggetto è allergico
Le punture da insetto
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Principali imenotteri responsabili di allergia
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Fra le malattie diffuse dai ratti e dai topi estremamente importanti sono il tifo murino, diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi dei ratti, la leptospirosi, diffusa da un batterio presente sangue e nelle urine dei ratti infetti, e la famigerata peste che nel medioevo provocò la morte di 25 milioni di esseri umani nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di microrganismi tifodi, della dissenteria e della rabbia
Ratti e topi
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La pulce responsabile della trasmissione della malattia dal ratto all'uomo, Xenopsylla cheopis, una volta punto il ratto infetto, deposita le feci sulla pelle dell'individuo sano il quale a sua volta si infetta inoculandosi il germe attraverso le lesioni da grattamento. Più raramente l'infezione si verifica per ingestione o inalazione di prodotti inquinati da feci di ratti o di pulci infetti.
Tifo Murino
La prevenzione si basa su: Lotta alle pulci e ai ratti con disinfestazioni e derattizzazioni. Vaccinazione: esistono vaccini a base di rickettsie inattivate.
Esiste anche una terapia medica che si avvale di tetracicline e cloramfenicolo.
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E' una malattia infettiva causata da un bacillo denominato Yersinia pestis che viene trasmesso all'uomo dalla puntura delle pulci dei ratti o di altri roditori.
Dal punto di vista clinico si distinguono due forme principali di peste
peste polmonare trasmissione diretta da uomo a uomo
la peste bubbonica trasmissione indiretta, mediata dalle pulci dei ratti La profilassi si basa su:
Lotta ai ratti e alle pulci mediante disinfestazioni e derattizzazioni. La lotta ai ratti si fa anche con: corretto smaltimento dei rifiuti, strutture edilizie e dispositivi antiratto, conservazione adeguata degli alimenti. Molto importante è la lotta ai ratti negli ambiti portuali e sulle navi per il rischio di trasporto dei roditori da aree infette. Isolamento dei malati Sorveglianza dei contatti per almeno 6 giorni. Chemioprofilassi con tetraciclina o sulfamidici per le persone esposte al rischio. Vaccinazione: i vaccini antipestosi, a causa della breve immunità che conferiscono, sono poco utilizzati. Qualche indicazione essi hanno per coloro che, per ragioni professionali, hanno frequenti contatti con roditori ( Ricercatori, Biologi ecc..). Terapia antibiotica precoce mediante streptomicina.
La peste
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Leptospirosi
La leptospirosi è un'infezione dovuta a microrganismi chiamati leptospire. Tipica degli animali, questa malattia può trasmettersi occasionalmente all'uomo se viene in contatto con acqua o altri materiali contaminati dagli escrementi di animali infetti. Gli animali più colpiti sono i ratti,
InterventoNon è ancora largamente disponibile un vaccino efficace e privo di effetti collaterali.
In caso di sospetta contrazione della leptospirosi bisogna immediatamente consultare il medico. In alcuni casi particolari (forte rischio di esposizione) può essere suggerita una chemioprofilassi mediante doxiciclina
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Rischio rabbia
dopo morso di cane randagio
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La rabbia è causata da un virus neurotropo spesso presente nella saliva degli animali rabidiGli animali rabidi trasmettono l'infezione tramite morsicature inferte ad altri animali o all'uomoI cani rabidi rappresentano ancora il rischio più alto per l'uomo su scala mondiale di contrarre la rabbia. I cani rabidi possono avere o la rabbia furiosa, caratterizzata da agitazione e malvagità, seguite da paralisi e morte; oppure la rabbia muta, in cui predominano i sintomi paralitici.
PatologiaIl virus viaggia dalla sede di ingresso lungo i nervi periferici fino al midollo spinale e al cervello, in cui si moltiplica; esso prosegue attraverso i nervi efferenti verso le ghiandole salivari e compare nella saliva.
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PrevenzionePer la prevenzione e il controllo i cani devono essere isolati e i cani randagi devono essere catturati e tenuti nei canili
ProfilassiPost-esposizione: se immediatamente dopo l'esposizione viene messa in atto un'accurata profilassi locale e sistemica, nell'uomo la rabbia si verifica raramente. La terapia locale delle ferite può essere la misura preventiva più importante. L'area contaminata deve essere immediatamente e accuratamente pulita con acqua e sapone o benzalcon cloruro. Le punture profonde vanno irrorate con acqua saponata utilizzando un catetere
La migliore profilassi post-esposizione è data dalla somministrazione di immunoglobuline antirabbia (RIG) per l'immunizzazione passiva seguite dal vaccino antirabico umano da cellule diploidi (HDCV) o dal vaccino antirabico assorbito (RVA) per l'immunizzazione attiva.
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Morsi di vipera
Le vipere con il loro morso inoculano numerose tossine.Il morso è riconoscibile dalla presenza di due forellini distanziati di 1 cm.
Effetti locali (comparsa entro pochi minuti):• dolore• edema esteso a tutto l’arto• necrosi in sede di morso• chiazze emorragiche
Effetti sistemici:
• vomito, nausea• dolori muscolari e articolari• aumento della temperatura• collasso cardiocircolatorio
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Il piccione è portatore di circa 60 malattie, contagiose per l'uomo e per gli animali domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi. Citiamo solo alcune tra le più comuni : Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc. Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. Non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi.prevenzione
•interventi di ripristino ambientale.
•rimozione dello strato di guano
•disinfezione e disinfestazione.
•Pianificazione della strategia di allontanamento
I Piccioni preoccupazioni come veicolo potenziale di diverse trasmissione di malattie infettive
4141
Valutazione del rischio
4242
la valutazione del pericolo
la valutazione del danno
La valutazione del rischio biologico si dovrebbe articolare in due momenti:
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
BIOLOGICO
Identificazione del pericolo
Caratterizzazione del pericolo
Valutazione dell’esposizione
Stima del rischio
Contestoprocedure, percorsi,
materiali
Monitoraggio ambientale
Diffusione e distribuzione di microrganismi patogeni o
indicatori
Microbiologiapatogenicità
fattori di virulenzaresistenza
Epidemiologiafrequenza e distribuzione dei casi
fattori di rischiovie di trasmissione
Valutazione del rischio
4444
Stima del rischio biologico
R = P x E x T
rischio di contrarre l’infezione
prevalenza dell’agente infettante
nel ambiente
frequenza di esposizione efficace
al pericolo
efficacia di trasmissione dell’agente a seguito di una singola esposizione
4545
Risente di limiti conoscitivi:
•varietà e ubiquitarietà delle specie batteriche e virali
•scarso utilizzo del monitoraggio biologico per la varietà della risposta adattativa o immunitaria dell’organismo umano ospite.
•mancanza di sicure relazioni dose-risposta (in termini di contagio-infettività) per nessuno dei microorganismi di maggior interesse infettivologico
Non risulta sempre possibile pertanto:
discriminare tra condizioni di presenza o assenza di rischio …e quindi ….
conoscere qual è la frequenza di danno atteso nel gruppo di soggetti esposti
Stima della pericolosità e della dannosità degli agenti biologici
4646
Il monitoraggio della “pericolosità biologica” di un ambiente di lavoro o di una specifica attività per un gruppo di soggetti è rappresentata:
•dal monitoraggio dell’esposizione al pericolo (intermini di intensità e durata)
•dalla individuazione della frequenza o proporzione di soggetti che risultano operare in determinate condizioni espositive
Stima della rischio
4747
LA SCELTA DEI METODI DI MONITORAGGIO E DEGLI INDICATORI DI ESPOSIZIONE DEVE
TENERE CONTO:
• delle vie di esposizione
• della possibilità di una misura diretta o indiretta della contaminazione ambientale
• oppure dell’avvenuto contagio a seguito dell’esposizione
4848
La trasmissione può avvenire non solo per contaminazione con sangue infetto, ma anche per contatto o per via aerea tramite materiale corpuscolato, aerosol o goccioline sospese in atmosfera
4949
tra le strategie perseguibili laddove il pericolo di esposizione non è presente come condizione intrinseca nel ciclo
produttivo, ma nasce come evento accidentale più o meno prevedibile e legato alle caratteristiche di lavoro, individuali e
alle attitudini lavorative del singolo troviamo:
rilevazione degli eventi accidentalirilevazione degli eventi accidentali
rilevazione degli infortunirilevazione degli infortuni
che portano…che portano…
Stima della rischio
5050
rischio osservatorischio osservato: :
rappresentato da eventi o situazioni già osservate, calcolato stimando la pericolosità e la dannosità già manifestatasi
rischio attesorischio atteso::
il pericolo che pur presente al momento della valutazione, non è
abbinato al danno ma la cui comparsa è attesa in un tempo successivo
… … a definirea definireva calcolato stimando la pericolosità e la dannosità già manifestatasi, osservate con accurati programmi:
monitoraggio degli eventi accidentali degli infortuni a rischio
sorveglianza dello stato di salute della popolazione esposta
Stima della rischio
5151
CARATTERISTICHE PECULIARI DEL RISCHIO BIOLOGICO
VARIABILITA’ DEGLI AGENTI BIOLOGICIVARIABILITA’ DELLE REAZIONI INDIVIDUALIVARIABILITA’ DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIALE E TEMPORALEMOLTEPLICITA DI FONTI E VIE DI TRASMISSIONETRASMISSIBILITA’DIFFUSIBILITA’ESISTENZA DI PORTATORI
PROBLEMI NELLA STIMA DEL RISCHIO BIOLOGICO
DIFFICOLTA’ DI MISURA DI CONTAMINAZIONE AMBIENTALEMANCANZA DI INDICATORI AFFIDABILIDIFFICOLTA’ NELLE RILEVAZIONI EPIDEMIOLOGICHECARENZA DI DATI DI SORVEGLIANZA SANITARIADIFFICOLTA’ DI ASSOCIARE I CASI CON ESPOSIZIONI PROFESSIONALI
5252
Quindi…
Per la valutazione del rischio biologico in ambienti in cui non Per la valutazione del rischio biologico in ambienti in cui non si ha utilizzo deliberato di agenti biologici si ha utilizzo deliberato di agenti biologici
mappare il rischio biologico
documentare la necessità integrare/completare le procedure disponibili
definire le opportunità di integrazione formativa ed informativa delle strutture operando secondo motivate e documentate priorità
migliorare il livello motivazionale e tecnico-organizzativo dell’utilizzo dei D.P.I.
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Monitoraggio infortuni tramite registrazione dei casi di esposizione individuale e dei casi di malattia e decesso
Per la valutazione del rischio biologico in ambienti in cui si ha utilizzo Per la valutazione del rischio biologico in ambienti in cui si ha utilizzo deliberato di agenti biologici deliberato di agenti biologici
Monitoraggio delle attività inerenti la manipolazione volontaria degli agenti biologici
5454
Modelli per la valutazione del rischio biologico
5555
Modello chimico
IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLOAgentiSorgentiEventi
VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE
IntensitàDurataFrequenzaSoggetti espostiVie di contaminazioneVie di trasmissioneMorbosità Mortalità
Concentrazione nella matriceEsposizione alla matrice
ANALISI DOSE-RISPOSTA
CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO
5656
Analisi dose-risposta
Pı 1- exp(-rd)Pı=1-[1+ d / N50 (2¹/ª -1)]ֿ
5757
MODELLO EPIDEMIOLOGICO
Formunlazionedel problema
Analisi
Caratterizzazionedel rischio
Caratterizzazionedi ospite e patogeno
Modello concettuale
Profilo ospite- patogeno
Profilo di esposizione
Costruzione, simulazione
Integrazione dei dati
5858
Determinanti per ottenere la caratterizzazione del grado di contaminazione biologica degli ambienti di lavoro, attrezzature, impianti di ventilazione e condizionamento.
Indagini ambientali
Per gli agenti biologici aerodispersi
Analisi quantitativa (raccolta di campioni d’aria contenenti le particelle biologiche e nella determinazione della componente vitale di esse).
Analisi qualitativa (caratterizzazione degli agenti biologici rilevati)
5959
Luoghi e circostanze di possibile esposizione per i lavoratori ad agenti biologici
AGENTE BIOLOGICO LUOGO/CIRCOSTANZA
Acari della polvere e loro particelle fecali.
Archivi, locali polverosi.
Batteri coliformi fecali.
Utilizzo servizi igienici ed attività di pulizia degli stessi; impianti di depurazione acque; contatto con acqua nebulizzata contaminata.
Microrganismi vari (patogeni e non). Discariche; raccolta e trasporto rifiuti urbani; rifiuti delle mense aziendali/scolastiche.
Microrganismi patogeni (es. batteri come Legionella pneumophila, virus, muffe, funghi) ed altri agenti biologici (acari della polvere, pollini) presenti nell’aria e/o in impianti di aerazione/condizionamento.
Locali con impianto di condizionamento non sottoposto a manutenzione periodica; locali ove i filtri dei condizionatori non sono periodicamente sostituiti; contatto più o meno ravvicinato con persone; vetture con filtri dell’aria non periodicamente sostituiti e/o senza filtri antipolline; presenza nei locali di piante con pollini allergizzanti.
Microrganismi patogeni (es. Salmonella) presenti in impianti idrici.
Utilizzo a scopo potabile di acqua inquinata e/o che transita in tubazioni non sottoposte a periodica manutenzione e disinfezione.
Microrganismi vari (patogeni e non) altri agenti biologici (acari della polvere, pollini).
Locali con moquette, tappeti e tendaggi non regolarmente puliti; contatto con acqua nebulizzata contaminata.
Microrganismi vari, patogeni e non, (batteri, parassiti) e altri agenti biologici (es. pollini, tossine).
Contatto con animali vari.
Tossine. Contatto con insetti (punture).
Microrganismi vari (patogeni e non). Utilizzo/contatto con sostanze contaminate (acqua tecnologica, olio, emulsioni, sangue, saliva, ecc...).
Luoghi e circostanze di possibile esposizione per i lavoratori ad agenti biologici
AGENTE BIOLOGICO LUOGO/CIRCOSTANZA
Acari della polvere e loro particelle fecali.
Archivi, locali polverosi.
Batteri coliformi fecali.
Utilizzo servizi igienici ed attività di pulizia degli stessi; impianti di depurazione acque; contatto con acqua nebulizzata contaminata.
Microrganismi vari (patogeni e non). Discariche; raccolta e trasporto rifiuti urbani; rifiuti delle mense aziendali/scolastiche.
Microrganismi patogeni (es. batteri come Legionella pneumophila, virus, muffe, funghi) ed altri agenti biologici (acari della polvere, pollini) presenti nell’aria e/o in impianti di aerazione/condizionamento.
Locali con impianto di condizionamento non sottoposto a manutenzione periodica; locali ove i filtri dei condizionatori non sono periodicamente sostituiti; contatto più o meno ravvicinato con persone; vetture con filtri dell’aria non periodicamente sostituiti e/o senza filtri antipolline; presenza nei locali di piante con pollini allergizzanti.
Microrganismi patogeni (es. Salmonella) presenti in impianti idrici.
Utilizzo a scopo potabile di acqua inquinata e/o che transita in tubazioni non sottoposte a periodica manutenzione e disinfezione.
Microrganismi vari (patogeni e non) altri agenti biologici (acari della polvere, pollini).
Locali con moquette, tappeti e tendaggi non regolarmente puliti; contatto con acqua nebulizzata contaminata.
Microrganismi vari, patogeni e non, (batteri, parassiti) e altri agenti biologici (es. pollini, tossine).
Contatto con animali vari.
Tossine. Contatto con insetti (punture).
Microrganismi vari (patogeni e non). Utilizzo/contatto con sostanze contaminate (acqua tecnologica, olio, emulsioni, sangue, saliva, ecc...).
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Metodi di campionamento monitoraggio aria
I metodi adottati per il controllo microbiologico dell’aria ambientale si basano sui seguenti campionamenti:
• CAMPIONAMENTO PASSIVO
• CAMPIONAMENTO ATTIVO
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• impiego di piastre Petri di sedimentazione. Viene tolto il coperchio della capsula Petri contenente il terreno di coltura agarizzato sterile, in modo che la superficie dell’agar rimanga esposta all’aria per un tempo definito. Al termine si richiude la piastra e si procede all’incubazione a 37°C per 48 ore e a 25° C per altre 24 ore.
• Si conta il numero di colonie cresciute, ciascuna delle quali rappresenta una particella trasportante microrganismi caduta sulla superficie dell’agar.
• I risultati vengono espressi nell’ unità di misura: UFC (=Unità Formante Colonia)/m2/ora (oppure anche UFC/dm2/ ora).
Candida albicans
L’efficienza della raccolta dipende sia dal diametro aerodinamico delle particelle sia dal grado di ventilazione dell’ambiente.
Attenzione: tale metodo non fornisce informazioni sul volume dell’aria campionata, possono essere sovrastimate le particelle di maggiori dimensioni rispetto a quelle più piccole
Campionamento passivo
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Campionamento attivo
Esempio:attraverso l’uso di una apparecchiatura “SAS Surface Air System” portatile una quantità misurata di aria è aspirata in un coperchio sotto il quale è collocata una capsula petri contenente terreno agarizzato.Le piastre Petri vengono incubate a 37°C per 48 ore e a 25° C per altre 24 ore.Le colonie cresciute sulla superficie dell’agar vengono contate e i risultati espressi in UFC/m3 in rapporto al volume d’aria aspirato ed analizzato.
Le principali metodiche utilizzate sono le membrane filtranti, il precipitatore elettro statico, il collettore a più stadi di Andersen e il collettore a singola piastra .
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I principali metodi di analisi delle particelle biologiche
Coltura, microscopia, metodi biochimici
Metodi immunologici e biologici
I metodi colturali, oltre a fornire informazioni sulla vitalità dei microrganismi, permettono la successiva identificazione delle particelle campionate (batteri, virus, actinomiceti, spore fungine) che può essere attuata con l’impiego di microscopia e con metodi biochimici. Questo tipo di approccio viene utilizzato con campioni di aria prelevati dai collettori inerziali provvisti di terreno colturale di raccolta e con l’analisi dei campioni raccolti su filtri. Inoltre i metodi colturali sono particolarmente indicati per il rilevamento di agenti infettivi importanti, quali la Legionella, gli Stafilococchi ed alcuni funghi patogeni invasivi.L’utilizzo di metodi immunologici o biochimici è
indicato per la ricerca dei singoli contaminanti; questi metodi sono usati per l’identificazione di endotossine aerodisperse, micotossine e per l’analisi di diversi antigeni e di actinomiceti termofili. Metodi biologici in vitro vengono utilizzati per virus ed endotossine
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L’interpretazione dei dati del monitoraggio ambientale per agenti biologici …
un problema tuttora apertoLa non diretta correlazione dose/effetto o dose/risposta nell’esposizione a microrganismi infettanti non permette di definire dei valori di esposizione da assumere come soglia e ai quali riferirsi nelle misure di monitoraggio per finalità preventive sull’insorgenza del rischio.
Per questa ed altre limitazioni non esistono limiti di esposizione (tranne per pochi elementi) per gli agenti microbiologici ufficialmente adottati o proposti per gli ambienti di vita e di lavoro generici.
Diverse associazioni hanno stabilito limiti di concentrazione per batteri o funghi in particolari ambienti critici ove la presenza di inquinanti biologici può assumere un particolare significato (es. camere sterili, camere operatorie,ambienti ospedalieri, ecc.) e alcuni ambienti di lavoro (industria alimentare, industria farmaceutica, ecc.)
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Limiti per contaminanti di tipo biologico
Non esistono TLV per misure di:
• bioaerosol da culture di funghi e batteri
• da agenti infettivi (virus, Legionella, Micobatteri…
• da contaminanti biologici
Esistono TLV per cellulosa, cotone, polveri di cereali, nicotina, piretro, amido, subtilisine, saccarosio, nebbie di oli vegetali.
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Riepilogo delle fasi della valutazione del rischio per la protezione da agenti biologici 1/2
I fase: identificazione delle sorgenti di rischio,
definizione e caratterizzazione degli agenti biologici•Descrizione dell’attività lavorative ed analisi delle modalità lavorative
•Individuazione degli agenti biologici connessi con l’ambiente o con il posto di lavoro che sono da considerarsi sorgenti di rischio
•Modalità di trasmissione dei possibili agenti eziologici di patologie per l’uomo in relazione alle rispettive cariche infettanti.
Presenza di eventuali fattori di sinergsmo e/o ulteriori effetti sulla salute umana da mettere in evidenza•Considerazione dei rischi per la sicurezza e la salute dovuti a fattori trasversali: organizzazione del lavoro,
fattori psicologici ed ergonomici, condizioni di lavoro difficili
II fase: Individuazione dei rischi di esposizione
•Quadro dei potenziali fattori di rischio•Misure di sicurezza attuate: formazione, informazione, piani di lavoro, processi a ciclo chiuso, automazione,
DPI, sorveglianza sanitaria
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Riepilogo delle fasi della valutazione del rischio per la protezione da agenti biologici 2/2
RISULTATI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI RESIDUISulla base dei rischi di esposizione definiti: Programma Integrato delle Misure di Sicurezza
III fase: Stima dei rischi di esposizione residui
•“Verifica” dell’accettabilità delle condizioni igienico-ambientali per la protezione dell’operatore•“misura” dei parametri di rischio e loro quantificazione nel caso di situazioni ad elevato rischio potenziale
•Acquisizione di documentazione e certificazione agli atti dell’azienda
DOCUMENTO DELLA SICUREZZA