rassegna stampa domina preatoni 25 07-2012

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PREATONI: L'AUSTERITÀ NON BASTA PER RISOLVERE LA CRISI Più inflazione anti-debito DI FRANCESCO NINFOLE E rnesto Preatoni non è dpo da ammorbidire i concetti con le parole. È convinto che i governi europei e quello italiano stiano andando nella direzione sbagliata, quella dell'austerità. E ritiene un grave errore non considerare l'inflazione come mezzo per sconfiggere il problema del debito. «Non conosco la storia dell'economia come un professore, ma da imprenditore ne conosco bene le applicazioni concrete». E proprio come imprenditore immobi- liare, conosciuto come «l'inventore di Sharm» ma attivo anche in altri Paesi (ultimamente soprattutto in Russia), è abituato a far di conto: «L'avanzo primario dell'Italia non basta neppu- re a pagare gli interessi sul debito: qualcuno dovrebbe spiegare dove si trovano le risorse per essere in regola pure con il Fiscal Compact. In totale si tratta di circa 110 miliardi di euro aggiuntivi che l'Italia dovrebbe recu- perare ogni anno, a costo di importanti sacrifici sociali. Intanto però la disoccupazione cresce e la recessione diventa sempre più severa. Da tempo sostengo che così il debito non è sostenibile». Perciò, secondo Preatoni, la soluzione per l'Eurozona deve arrivare da un aumento dei prezzi del 10% l'anno, ben oltre il limite Bce del 2%: «La Banca centrale europea e la Germania hanno paura di perdere il controllo sui prezzi, ma le alternative sono ben peggiori. Se invece Draghi potesse stampare moneta e comprare titoli di Stato, ci sarebbero tre vantaggi: i tassi dei bond crollerebbero; i debiti pubblici sarebbero svalutati dall'inflazione; sarebbe possibile ridurre i salari e le spese reali, cosa che invece è molto difficile im- porre con tagli alla spesa sul modello della spending review». L'altra possibile alternativa, secondo Prea- toni, è un'Europa a due velocità con una moneta per i Paesi core e un'altra per i periferici: «All'inizio sa- rebbe un problema, viste anche le possibili fughe di capitali. In ogni caso è meglio affrontare il problema subito piuttosto che insistere nell'errore». Sul settore immobiliare Preatoni non vede grandi rischi per l'Italia: «Non c'è stato l'eccesso di cre- dito che invece c'è stato in Spagna e negli Usa, dove le banche, pur di ottenere rendimenti elevati, erano disposte a prestare a chiunque, an- che fornendo più denaro di quanto necessario. Tuttavia per ora non ho intenzione di investire in Italia. Per- ché dovrei? In Estonia, giusto per restare nell'area euro, non c'è debi- to pubblico, il clima sociale è tran- quillo, le tasse sono basse», dice Preatoni. «Nel settore immobiliare le migliori occasioni sono nei Paesi baltici e in Russia, escludendo però le zone di Mosca e San Pietrobur- go. Il mio gruppo per esempio sta investendo nella Siberia del Sud. Sono molto interessanti anche la Birmania e il Vietnam». Il premier Mario Monti è appena tornato dalla Russia. Qualche operatore russo potrebbe ora guardare all'Italia, considerando anche la riduzione dei prezzi di mercato di molti asset per la crisi? «Deve essere chiaro che non lo faranno mai per venire in soccorso all'Italia, ma solo per ragioni di convenienza», (riproduzione riservata) Pag. 1

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Page 1: Rassegna stampa domina   preatoni 25 07-2012

PREATONI: L'AUSTERITÀ NON BASTA PER RISOLVERE LA CRISI

Più inflazione anti-debito DI FRANCESCO NINFOLE

Ernesto Preatoni non è dpo da ammorbidire i concetti con le parole. È convinto che i governi europei e quello italiano stiano andando nella

direzione sbagliata, quella dell'austerità. E ritiene un grave errore non considerare l'inflazione come mezzo per sconfiggere il problema del debito. «Non conosco la storia dell'economia come un professore, ma da imprenditore ne conosco bene le applicazioni concrete». E proprio come imprenditore immobi­liare, conosciuto come «l'inventore di Sharm» ma attivo anche in altri Paesi (ultimamente soprattutto in Russia), è abituato a far di conto: «L'avanzo primario dell'Italia non basta neppu­re a pagare gli interessi sul debito: qualcuno dovrebbe spiegare dove si trovano le risorse per essere in regola pure con il Fiscal Compact. In totale si tratta di circa 110 miliardi di euro aggiuntivi che l'Italia dovrebbe recu­perare ogni anno, a costo di importanti sacrifici sociali. Intanto però la disoccupazione cresce e la recessione diventa sempre più severa. Da tempo sostengo che così il debito non è sostenibile». Perciò, secondo Preatoni, la soluzione per l'Eurozona deve arrivare da un aumento dei prezzi del 10% l'anno, ben oltre il limite Bce del 2%: «La Banca centrale europea e la Germania hanno paura di perdere il controllo sui prezzi, ma le alternative sono ben peggiori. Se invece Draghi potesse stampare moneta e comprare titoli

di Stato, ci sarebbero tre vantaggi: i tassi dei bond crollerebbero; i debiti pubblici sarebbero svalutati dall'inflazione; sarebbe possibile ridurre i salari e le spese reali, cosa che invece è molto difficile im­porre con tagli alla spesa sul modello della spending review». L'altra possibile alternativa, secondo Prea­toni, è un'Europa a due velocità con una moneta per i Paesi core e un'altra per i periferici: «All'inizio sa­rebbe un problema, viste anche le possibili fughe di capitali. In ogni caso è meglio affrontare il problema subito piuttosto che insistere nell'errore». Sul settore immobiliare Preatoni non vede grandi rischi per l'Italia: «Non c'è stato l'eccesso di cre­

dito che invece c'è stato in Spagna e negli Usa, dove le banche, pur di ottenere rendimenti elevati, erano disposte a prestare a chiunque, an­che fornendo più denaro di quanto necessario. Tuttavia per ora non ho intenzione di investire in Italia. Per­ché dovrei? In Estonia, giusto per restare nell'area euro, non c'è debi­to pubblico, il clima sociale è tran­quillo, le tasse sono basse», dice Preatoni. «Nel settore immobiliare le migliori occasioni sono nei Paesi baltici e in Russia, escludendo però le zone di Mosca e San Pietrobur­

go. Il mio gruppo per esempio sta investendo nella Siberia del Sud. Sono molto interessanti anche la Birmania e il Vietnam». Il premier Mario Monti è appena tornato dalla Russia. Qualche operatore russo potrebbe ora guardare all'Italia, considerando anche la riduzione dei prezzi di mercato di molti asset per la crisi? «Deve essere chiaro che non lo faranno mai per venire in soccorso all'Italia, ma solo per ragioni di convenienza», (riproduzione riservata)

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