la scultura ellenistica la metamorfosi del gusto prof.ssa zaira chiaese
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La scultura EllenisticaLa metamorfosi del gusto
Prof.ssa Zaira Chiaese
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Efebo 480
Afrodite Sossandra460
Bronzi di Riace 460-450
Atena e Marsia 440
Discobolo450
Doriforo450
Diudomeno 430 -425
500 400
Giovane di Mozia
470-450
Apoxyòmenos330
300
Stile severo (Atene)
Classico
Secondo classicismo
Canone Chiasmo e ponderazione
Ellenismo
200 100
Laocoonte150 ac. circa
Altare di Pergamo156 ac.
Ercole Farnese 330
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Lisippo(390 c. - 305 a.C.)
Lisippo, Ritratto di Alessandro Magno, 356-323 a.C., copia romana da originale bronzeo, Parigi, Museo del Louvre
Lisippo, Ritratto di Aristotele, copia romana del I sec. d.C. da originale
bronzeo del 325 a.C. circa, marmo, h. 29 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum
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Il secondo classico – IV as. A.C.
La sfida è totalmente nuova e coraggiosa: sfidare lo spazio.
Lisippo è menzionato da Plino il Vecchio nella Storia naturale e come scultore preferiva lavorare il bronzo.
La ricerca di una nuova ponderazione arrivò con l’Apoxyòmenos di Lisippo nel 330 a.C..
L’opera originale bronzea fu portata a Roma (dove andò perduto) dal generale Agrippa che lo collocò nelle terme intitolate a suo nome.
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Apoxyòmenos di Lisippo nel 330 a.C..
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Apoxyòmenos di Lisippo nel 330 a.C..
L’Apoxyomenos di Lisippo rappresenta una figura di atleta intento a detergersi con lo strigigle il sudore dalle braccia, al termine di una gara.
La figura è in piedi, ferma, ma il gesto di portare le braccia in avanti è accompagnato da una torsione ed a un breve piegamento del busto, sufficienti a sboccare la forma della rigidità; il movimento è lento, ma attuato e, quindi, espresso.
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Lisippo, Ercole in riposo (Ercole “Farnese”), copia in marmo del II sec
a.C., da originale bronzeo della fine del IV sec (h. 292 cm), Napoli, Museo
Archeologico Nazionale
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Eracle detto Ercole Farnese, 330. a.C.E’ rappresentato nudo, barbato, la testa inclinata verso sinistra con i capelli ricci e corti e lo sguardo rivolto verso il basso, stante sulla gamba destra, con la sinistra avanzata e portata davanti l'altra ed i piedi quasi allineati, in atto di poggiare l'ascella sinistra sulla clava, ricoperta dalla pelle leonina ripiegata a doppio con il muso di profilo, dritta su una roccia. Il braccio sinistro pende inerte in avanti, il destro è voltato dietro la schiena a reggere i pomi delle Esperidi appena conquistati. Sembra immerso in malinconiche riflessioni in quanto secondo il racconto antico l’eroe aveva incontrato ad un bivio due fanciulle che lo avevano invitato a scegliere fra il sentiero del vizio e quello della virtù.
La scultura, che probabilmente era completata dalla figura del figlioletto di Ercole, Telefo, a giudicare anche dalla presenza di due incavi presenti nella base.Fu rinvenuta nelle Terme di Caracalla priva della mano e dell'avambraccio sinistro (ora in gesso), e delle gambe.
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Lisippo, Eros che incorda l’arco, copia del I-II sec. d.C. (con integrazioni
moderne) da originale bronzeo del 350-325 a.C., (h.123 cm), Roma,
Musei Capitolini