il viaggio degli schiavi (gaia)
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Il viaggio degli schiavi
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In circa tre secoli, a partire dal XV secolo, quasi 12 milioni di Africani sono stati deportati nelle Americhe e i sopravissuti al viaggio venduti come schiavi.
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La pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe fu un elemento fondamentale della nascita e dello sviluppo delle colonie europee prima del Sud e Centroamerica e poi anche nel Nordamerica.
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Un commercio “onesto”
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Gli schiavi erano considerati una delle merci comunemente trattate nei commerci internazionali.
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I negrieri erano i mercanti di schiavi
Erano considerati con maggior rispetto perché erano imprenditori di successo.
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Gli Europei ritenevano che portando gli africani in un mondo civilizzato, offrisse loro la possibilità di convertirsi al Cristianesimo.
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Gli Africani cominciarono a considerare gli Europei come dei malvagi che si arricchivano sfruttandoli e così nacque l’ostilità verso i bianchi.
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Il ricevimento
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Allo sbarco degli Europei, il comandante della nave era ricevuto dallo yovogan, il responsabile dei commerci con i bianchi.
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La trattativa coi re
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Le navi negriere arrivavano sulla costa occidentale dell’Africa, attorno al Golfo di Guinea chiamato Golfo degli schiavi.
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I mercanti contrattavano coi re locali, ai quali offrivano alcolici, armi, polvere da sparo, perline prive di valore e tessuti scadenti di lana e di cotone.
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La tratta degli schiavi
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Con “la tratta degli schiavi” si indica un commercio di uomini ridotti in schiavitù e la maggior parte degli Africani era stata resa schiava da poco.
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La consegna degli schiavi
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Le trattative tra i negrieri e i re Africani erano lunghe e difficili e al termine delle discussioni, un guardiano consegnava ai bianchi lunghe file di schiavi incatenati insieme.
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La traversata atlantica
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La traversata atlantica avveniva in condizioni disumane e gli schiavi venivano messi in normali navi mercantili.
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Nelle stive venivano alloggiati gli schiavi , generalmente 600 persone, cioè il 50% in più di quante una stiva di quell’epoca potesse contenere.
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Gli schiavi venivano denudati e rasati per limitare il diffondersi dei pidocchi e subito portati nella stiva.
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Gli Africani venivano, 2 volte alla settimana, fatti salire sul ponte della nave per essere lavati con energici spruzzi d’acqua e ogni 15 giorni venivano loro tagliati i capelli.
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Gli schiavi venivano incatenati a coppie con delle cavigliere di ferro e marchiati a fuoco sul petto e sulle spalle.
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Le stive erano areate solo da alcune aperture sui fianchi della nave e gli schiavi venivano portati sul ponte 2 volte al giorno per mangiare e bere a volte un po’ di rum.
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Le donne erano solo un centinaio ed erano alloggiate a prua, sotto la cabina degli ufficiali, sempre in spazi stretti ma con più libertà di muoversi.
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Anche i marinai faticavano a vivere per mesi in spazi ridotti e dormivano a turno sulle amache situate sul ponte della nave.
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Le perdite
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Il 20% dei deportati moriva di scorbuto e certi si buttavano in acqua per la disperazione.
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I mercanti stavano molto attenti a non perdere troppi schiavi e così cercavano di navigare non più di due mesi.
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L’alimentazione era variabile ma c’era un problema: l’acqua potabile.Le riserve d’acqua si infettavano facilmente e si riempivano di vermi.
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Le ribellioni
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Di notte gli schiavi erano chiusi e incatenati nelle stive e lì avvenivano delle rivolte, sempre più frequenti nel passare delle settimane.
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Le rivolte si verificavano la mattina, all’apertura dei boccaporti.Durante la notte, gli schiavi, erano riusciti a togliersi le catene.
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La maggior parte delle ribellioni fallivano e se una di esse aveva successo, la nave su cui era avvenuta, in genere, andava alla deriva.
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Lo sbarco nelle Americhe
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Prima di sbarcare, le autorità tenevano le navi in quarantena in modo da avere la certezza che non vi fossero epidemie a bordo.
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Gli schiavi venivano nutriti meglio, sul corpo veniva loro cosparso dell’olio di palma e il medico si accertava delle loro effettive condizioni.
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Gli schiavi venivano messi all’asta su dei tavoli o su delle botti così potevano essere visti bene da tutti.
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Gli schiavi, dopo essere acquistati, venivano marchiati a fuoco con le iniziali del nuovo padrone, veniva dato loro un nuovo nome ed erano condotti nelle piantagioni.
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La vita nelle piantagioni
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Gli schiavi erano destinati alle grandi piantagioni
Indispensabili in Brasile
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In Sud America, in ogni piantagione, c’erano tanti schiavi che, vivendo insieme, conservarono la loro identità culturale.
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Nell’America del Nord, gli schiavi, erano suddivisi tra tanti proprietari e formarono un’etnia afro-americana.
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I guadagni dei negrieri
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La tratta degli schiavi era l’attività più redditizia per un mercante del 600 e dei secoli successivi.
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Le merci che i negrieri davano ai re africani valevano pochissimo, mentre i ricavi delle vendite erano anche 2000 volte superiori ai costi sostenuti.
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I beni di lusso per l’epoca
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Le merci per l’Europa erano beni di lusso molto richiesti dai ricchi Europei del tempo: zucchero, caffè, cioccolata, cotone e soprattutto l’indaco.
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Il trasporto fruttava molto denaro ai negrieri aggiungendosi ai grandi guadagni già realizzati col commercio umano.
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Prodotto da Gaia
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