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I DISTURBI COMPORTAMENTALI NEL PAZIENTE AFFETTO DA DEMENZA
Dott.ssa Annalisa Barbier, PhD Psicologo, Neuropsicologo Fondazione Don Carlo Gnocchi Policlinico “A. Gemelli” Roma
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DEMENZA
DEFINIZIONE DAL DSM – IV R: La demenza è un disturbo acquisito, con base
organica, delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite:
memoria a breve o lungo termine e almeno una tra: pensiero astratto capacità critica linguaggio orientamento spaziale e temporale con conservazione dello stato di coscienza vigile.
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DEMENZA
La perdita delle funzioni cognitive sopra elencate è progressiva fino a rendere il paziente non più capace di svolgere autonomamente le azioni della vita quotidiana.
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BEHAVIORAL AND PSYCHOLOGICAL SYMPTOMS OF DEMENTIA - BPSD
Si presentano frequentemente nelle demenze e seconda del tipo di demenza in atto, possono comparire in momenti diversi:
PRECOCEMENTE , come nelle demenze fronto-temporali (Frontal Lobe Dementia -FLD, Primary Progressive Aphasia -PPA e Semantic Dementia -SD).
TARDIVAMENTE , come nella malattia di Alzheimer o in alcune forme di demenza vascolare.
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B P S D
SINTOMI AFFETTIVI
Depressione, ansia, irritabilità
SINTOMI PSICOTICI
Deliri, allucinazioni
DISTURBI DELLA CONDOTTA
Disturbi del sonno, dell’alimentazione, della sfera
sessuale
COMPORTAMENTI SPECIFICI
Vagabondaggio, agitazione, aggressività, affaccendamento
inoperoso, irrequietezza motoria ecc….
(Finkel e Burns, 2000)
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Tali disturbi vengono solitamente raggruppati come segue:
CLUSTER PSICOTICO: CLUSTER DEPRESSIVO:
(Finkel, 2000)
Deliri Alterazioni nel riconoscimento delle persone note Allucinazioni Convincimenti deliranti
Depressione/euforia Labilità emotiva Agitazione Comportamento negativo
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CLUSTER COMPORTAMENTALE:
(Finkel, 2000)
Agitazione Aggressività verbale/fisica Vagabondaggio Affaccendamento inoperoso Comportamenti disinibiti Perseverazioni Acatisia Apatia-indifferenza
Ansia Irritabilità Disturbi del comportamento alimentare Disturbi del comportamento sessuale Disturbi dei ritmi circadiani
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ALCUNI DATI DI PREVALENZA DEI BPSD
IRREQUIETEZZA MOTORIA 64%
AGGRESSIVITA’ 50%
MOVIMENTI RIPETITIVI 43%
RITMI SONNO-VEGLIA 39%
VAGABONDAGGIO 24%
COPORTAMENTI
INADEGUATI AL CONTESTO 21%
ALTERAZIONI APPETITO 16% (Folstein & Blysma, 1994)
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CONSEGUENZE PER IL PAZIENTE
La presenza di disturbi comportamentali è una frequente causa di:
1. ISTITUZIONALIZZAZIONE
2. PRESCRIZIONIE DI FARMACI ANTIPSICOTICI
3. AUMENO DELLA DISABILITA E RIDUZIONE DELL’AUTONOMIA
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CONSEGUENZE PER IL CAREGIVER
1. CAUSA DI STRESS NEL CAREGIVER
2. RIDUZIONE DELLA QUALITA DELLA VITA
3. AUMENTO COSTI ECONOMICI DI GESTIONE DEL PAZIENTE
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ELEMENTI CHE INFLUISCONO SUI BPSD
FATTORI BIOLOGICI: 1. Progressione della
malattia 2. Comorbilità
FATTORI AMBIENTALI: 1. Trasloco 2. Ospedalizzazione 3. Modifiche ambientali
FATTORI PSICOLOGICI: 1. Caratteristiche di
personalità premorbosa 2. Predisposizione
FATTORI INTERPERSONALI: 1. Relazione caregiver 2. Stress del caregiver 3. Supporto della rete sociale
BPSD
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STRUMENTI DI VALUTAZIONE DEI SINTOMI NON COGNITIVI
UCLA Neuro Psychiatric Inventory (NPI)
Geriatric Depression Scale (GDS)
Cornell Depression Scale (CDS)
Scala per la valutazione dell’insight
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STRUMENTI DI VALUTAZIONE DEI SINTOMI COGNITIVI
Mini Mental State Examination (MMSE)
Severe Impairment Battery (SIB)
Milan Overall Dementia Assessment (MODA)
Alzheimer's Disease Assessment Scale- (ADAS-Cog)
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ALTRE VALUTAZIONI UTILI
Valutazione dei caregiver: Caregiver burden Inventory (CBI)
Valutazione complessiva della gravità della demenza: Clinical Dementia Rating Scale (CDR)
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1) Preoccupazioni somatiche - preoccupazioni sulla salute fisica, paure di malattie fisiche, ipocondria
2) Ansia - timore, paura eccessiva preoccupazione per il presente o il futuro
3) Ritiro emozionale - mancanza di interazioni spontanee, isolamento, insufficienti relazioni con gli altri
4) Disorganizzazione concettuale - processi di pensiero confusi, disconnessi, disorganizzati, spezzati
5) Sensi di colpa - autodeprecamento, vergogna, rimorso per il comportamento passato
6) Tensione - manifestazioni fisiche o motorie e nervosismo, iperattività
7) Manierismi e posture - comportamento motorio peculiare, bizzarro, innaturale (non compresi i tic)
8) Grandiosità - esagerata opinione di sé, arroganza, convinzione di possedere poteri o capacità insoliti
9) Umore depresso - afflizione, tristezza, sconforto, pessimismo
10) Ostilità - animosità, disprezzo, bellicosità, sdegno verso gli altri
11) Sospettosità - sfiducia, convinzione che gli altri abbiano intenti malevoli o discriminatori
12) Comportamento allucinatorio - percezioni non corrispondenti a normali stimoli esterni
13) Rallentamento motorio - movimento o linguaggio rallentati o indeboliti, riduzione del tono corporeo
14) Mancanza di cooperazione - resistenza, cautela eccessiva, rifiuto dell'autorità
15) Insolito contenuto del pensiero - contenuto insolito, singolare, strano, bizzarro
16) Appiattimento dell'affettività - riduzione del tono emozionale, riduzione della normale intensità dei sentimenti, appiattimento emozionale
17) Eccitamento - esaltazione del tono emozionale, agitazione, iperattività
18) Disorientamento - confusione o disturbo dell'orientamento nella persona, nel luogo e nel tempo
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ISTRUZIONI: Porre una x nel riquadro appropriato che rappresenta il livello di gravità di ciascun
sintomo.
PAZIENTE _______________________________________________
ESAMINATORE_______________________________________________
No. _______________________________________________
DATA _______________________________________________
BPRS Brief Psychiatric Rating Scale (John E. Overall: "Psychological Reports" 10: 799, 1962)
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INTERVENTOFARMACOLOGICO:
1. Antipsicotici tradizionali o neurolettici
2. Antipsicotici atipici (minori effetti collaterali)
3. Ansiolitici
4. Antidepressivi
COME INTERVENIRE -1
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INTERVENTO AMBIENTALE:
Agire modificando alcuni parametri dell’ambiente in cui vive il paziente, al fine di renderlo maggiormente semplificato ed adatto alle sue capacità residue e alle sue specifiche necessità.
COME INTERVENIRE -2
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INTERVENTO COMPORTAMENTALE L’intervento di tipo “comportamentale” riguarda tutto ciò che il caregiver o il personale assistenziale è in potere di fare concretamente al fine di rendere – laddove ciò sia possibile – meno marcati o meno frequenti alcuni disturbi comportamentali.
COME INTERVENIRE -3
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In grande misura, la capacità del caregiver e del personale assistenziale di gestire funzionalmente il paziente con disturbi del comportamento, dipende
dalla loro CAPACITA’ DI TOLLERANZA
dei disturbi stessi, poiché la stessa manifestazione comportamentale avrà un impatto diverso su persone diverse ed in contesti diversi!
COME INTERVENIRE -3
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METODO GENTLECARE ® - Moyra Jones -
Un sistema pianificato, complesso e fortemente strutturato, finalizzato alla creazione di un ambiente protesico per il paziente, che cioè sopperisca alle abilità di adattamento ed ecologiche che vengono meno nel paziente affetto da demenza.
Nel concetto di “ambiente” è compreso anche il comportamento del caregiver.
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