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Comuni di
GRESSONEY SAINT JEAN & GABY
Committenti:
e-mail: [email protected]
Passage di Verger, n. 5 - 11100 AOSTATel./Fax : 0165 40322
Arch.: Edi VUILLERMOZ Geom.: Lino GRIMOD
Dott.ArcheologaCinzia JORIS
ord.ing.Aosta n.A-664Alberto GRIMOD
Ing.
Passage du Verger, 311100 AOSTA
Tel.: 0165 40322
Sig. VUILLERMOZ Edi
VERIFICA PREVENTIVA DI RISCHIO ARCHEOLOGICO
Aosta, agg. maggio 2016
Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico
Dottoressa Cinzia Joris
Sommario DESCRIZIONE DEL PROGETTO ............................................................................................................................ 2
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DELLA ZONA ...................................................................................... 3
METODOLOGIA DI INDAGINE ............................................................................................................................ 4
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ........................................................................................................... 4
INQUADRAMENTO STORICO ED ARCHEOLOGICO ............................................................................................. 6
ANALISI DELLA TOPONOMASTICA ..................................................................................................................... 9
VALUTAZIONE DEL RISCHIO ............................................................................................................................... 9
ANALISI DEI SITI ............................................................................................................................................... 15
GABY ............................................................................................................................................................ 16
GRESSONEY-SAINT-JEAN ............................................................................................................................. 20
GRESSONEY-LA-TRINITE ............................................................................................................................... 22
ISSIME .......................................................................................................................................................... 23
FONTAINEMORE .......................................................................................................................................... 23
LILLIANES ..................................................................................................................................................... 28
Bibliografia generale ........................................................................................................................................ 30
Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico
Dottoressa Cinzia Joris
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il presente elaborato di valutazione del rischio archeologico, redatto in ottemperanza alla
normativa sulla verifica preventiva del rischio archeologico (D.L. 109\2005 artt.2ter
quinquies, poi recepito dal D.L. 163\2006 artt. 94-95) è parte integrante del progetto di
costruzione di un impianto idroelettrico sul torrente Lys nei comuni di Gaby e di
Gressoney-Saint-Jean (Ao), il cui intestatario, a seguito della richiesta di voltura, risulta
essere il sig. Edi Vuillermoz, fraz. Ladret, 20 11010 Roisan (Ao).
Il progetto riguarda la realizzazione di un impianto idroelettrico, composto da opere di
derivazione di acqua, da condotta forzata e da centralina di produzione, localizzato lungo
il torrente Lys tra le località Possag del comune di Gressoney Saint-Jean a quota 1263.20 m.
slm e la località Pont Trenta del comune di Gaby a quota 1158 m. slm.
Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico
Dottoressa Cinzia Joris
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DELLA ZONA
L’intero intervento si colloca quasi tutto nella fascia di terreno che sta tra la Strada
Regionale n. 44 e la sponda destra del torrente Lys. A partire dal tratto che precede il ponte
sul Lys nell’abitato di Eschlejo la condotta raggiunge la centrale interrata, in un tratto di
lunghezza poco superiore ai duecento metri, lungo un tracciato sempre parallelo alla
sponda destra ma non più compreso tra corso d’acqua e Strada Regionale.
Opera di presa
Centrale
interrata
Eischtersch Hus
Trino
Blatto
Eschlejo Pont Trenta
Torrente Lys
SR n. 44
Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico
Dottoressa Cinzia Joris
METODOLOGIA DI INDAGINE
Punto di partenza della relazione è stata la disamina dei dati editi e inediti pertinenti il
territorio compreso tra Lilianes e Gressoney St. Jean, alfine di ottenere un contesto
territoriale coerente. Si aggiunge l’analisi della toponomastica pertinente l’area di
intervento e la lettura della morfologia del sito attraverso un sopralluogo. Nella
bibliografia generale allegata alla presente relazione si riportano le pubblicazioni
utilizzate, comprendenti sia resoconti puntuali di indagini e ritrovamenti occasionali, sia
testi generali su storia e geografia della Valle d’Aosta.
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO
L’intervento in oggetto comprende una fascia di territorio estesa tra l’opera di presa,
collocata a monte del ponte di Onder Possag, e la centrale interrata, posta a valle, a sud
ovest dell’abitato di Pont Trenta. Questa porzione di territorio si colloca nella fascia
fluviale di fondovalle della media vallata del Lys posta tra strettoie caratterizzanti (Pont
Trenta) e con una piana attraversata da divagazioni torrentizie, versanti scoscesi ed in
parte boscati in condizioni di buona naturalità.
Il modellamento della vallata è legato in primo luogo all’azione glaciale, che ne ha
determinato la morfologia nelle sue linee principali, generando terrazzamenti lungo i
versanti, speso scolpiti in roccia, con presenza di dossi e rocce montonate. Queste forme
hanno subito il rimodellamento da parte degli altri agenti morfogenetici quali la gravità,
cui si deve la formazione di estesi accumuli detritici e di frana che caratterizzano il piede
del versante destro, e le acque superficiali, in grado di modificare periodicamente
l’andamento dell’alveo del Lys nel tratto a monte di Trino, e alle quali si deve la
formazione della gola rocciosa che caratterizza il tratto a valle di questo punto.
Più nel dettaglio, è possibile suddividere il tracciato in tre tratti morfologicamente
omogenei.
Tratto Opera di presa-Trino: le opere interessano un tratto di fondovalle a modellamento
torrentizio piuttosto ampio, fortemente modificato e seguito degli eventi alluvionali del
1993 e, soprattutto, del 2000, nel corso del quale il Lys à divagato su gran parte del
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fondovalle, interessando in più punti la strada regionale che corre sul fianco destro (vedi
paragrafo dissesti). A seguito di tali eventi sono stati eseguiti importanti interventi
idraulici di regimazione, in parte ancora da completare (nuovo ponte in loc. Onder-Possag
al posto degli attuali attraversamenti provvisori di Possag e Trino-depuratore) con
formazione di un alveo di piena ordinaria e di un alveo “golenale” prevalentemente
prativo, occupato dal Lys soltanto durante gli eventi di piena più gravosi. Il dissabbiatore
in progetto viene realizzato nell’area “golenale” sulla destra del corso d’acqua e la
condotta che da esso prende origine corre al margine dell’alveo di piena fino a Schuel
HusTrino, dove si porta nel ristretto lembo di piana lungo la strada regionale risparmiato
dall’evento del 2000, lungo il quale raggiunge la chiusura di questo settore di piana
alluvionale, presso il ponte provvisorio per l’area del depuratore.
Tratto Trino-Eschlejo: a valle di Trino il fondovalle si restringe, compreso tra le ampie
conoidi detritiche di Soago e l’accumulo di paleofrana a grandi blocchi di Blatto. La
condotta corre in questo tratto lungo la sponda destra seguendo il corso del vecchio
canale della segheria, a valle del muro di sostegno della strada regionale, aggirando i
grandi massi della paleofrana. L’alveo si approfondisce progressivamente: poco a valle
della vecchia segheria esso presenta un tratto interessato sulla destra da erosione
spondale, che ha parzialmente scalzato la fondazione del muro di sostegno della strada
regionale e scoperto le tubazioni che correvano al suo piede. In questo tratto si rende
necessario appoggiare la condotta sopra una muratura di rincalzo da realizzare a partire
dell’alveo torrentizio, che potrà in tal modo anche proteggere le strutture esistenti,
attualmente fortemente vulnerabili. A valle la sponda diventa rocciosa e la condotta può
validamente appoggiarsi sullo stretto ripiano lapideo sotto le case di Blatto, oltre le quali la
valle si allarga leggermente e consente di passare subito a valle della strada in terreni
prativi poco acclivi fino a Tanno, dove inizia la gola rocciosa, sempre più profonda e
ripida proseguendo verso valle. In questo tratto la condotta, per non impegnare la strada,
deve correre subito a valle della stessa, ancorata al ripido fianco roccioso della gola. Due
piccoli impluvi che solcano il versante presso Tanno e circa 200 metri più a valle, hanno
richiesto per la realizzazione della strada di intervenire con ponti dalla volta in pietra, in
corrispondenza ai quali anche la tubazione dell’acquedotto di Gaby, normalmente
interrata sotto la sede viabile, passa a valle, “staffata” alle spalle del ponte, mentre la
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condotta in progetto dovrà poggiare su una struttura autonoma (trave in c.a. o acciaio
reticolare) ancorata alla roccia ai due lati dell’impluvio.
Tratto Eschlejo-Centrale di Pont Trentaz : L’ultimo tratto percorre un settore meno acclive,
presso il tracciato della vecchia mulattiera, sui terreni glaciali a valle di Eschlejo, e poi sulla
conoide del T. Forko, in terreno a grandi massi, spesso di dimensioni ciclopiche.
Dal punto di vista geologico, l’area si colloca all’interno della Zona Sesia-Lanzo, che
risulta suddivisa da un contatto tettonico in un “elemento inferiore”, costituito dal
Complesso dei Micascisti Eclogitici e da quello degli Gneiss Minuti e in un “elemento
superiore”, costituito dalla Seconda Zona Diorito-Kinzigitica. In particolare, il tratto di
valle interessato dal tracciato è scolpito in quest’ultima formazione.
I terreni di copertura presenti in zona sono rappresentati principalmente da
depositi alluvionali nel primo tratto del percorso. Successivamente divengono prevalenti
i depositi di paleofrana a grandi massi e quindi il substrato roccioso di micascisti e
gneiss, a tratti coperto da sottili coltri eluvio-colluviali e detritiche o ancora da grossi
blocchi lapidei.
Il substrato roccioso si presenta piuttosto massiccio e tenace, con bancate a giacitura
ondulata e poco acclive, prevalentemente immergente SE.
INQUADRAMENTO STORICO ED ARCHEOLOGICO
Nel la vallata in cui si inserisce l’area di progetto non esiste nessun sito archeologico e
neppure è stato mai individuato alcun ritrovamento: ad un’epoca non definibile con
precisione, ma con buona probabilità riconducibile alla protostoria, vanno ricondotte le
coppelle individuate nella frazione di Pillaz di Fontainemore.
Va sottolineato come i valichi per l’area transalpina praticabili da questa vallata siano ad
altitudine molto più elevata rispetto al Téodule della vicina vallata di Ayas, e quindi è
verosimile che la viabilità in epoca antica fosse principalmente trasversale, collegata ai
numerosi colli, tra i quali particolarmente importanti appaiono Ranzola e Bettaforca, che
permettevano di accedere alle valli adiacenti: Val d’Ayas, Valsesia e Biellese. Il solo dato
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Dottoressa Cinzia Joris
che potrebbe attestare una presenza romana nella valle è il toponimo Issime,
tradizionalmente fatto derivare da Aixima.
Durante il Medioevo, la valle è divisa tra possedimenti dell’abbazia di S Maurice
d’Agaune, dei vescovi di Sion, e dei due famiglie signorili, gli Challant e i Valleise. La
situazione si complica nel 1218 quando i vescovi di Sion incaricarono anche i signori di
porta Sancti Ursi di esercitare i loro diritti nella valle del Lys. Tra la fine del XII e l’inizio
del XIII inoltre cominciano ad essere attestati nuclei abitativi appartenenti a popolazioni di
origine germanica. Con la progressiva stabilizzazione del territorio, il ponte di Guillemore
diventa il confine tra mandamento dei Valleise e mandamento degli Challant e Issime
diventa capoluogo del mandamento dei Valleise. Dei secoli centrali del Medioevo
rimangono poche tracce:
a Gaby, dove l’attuale capoluogo nasce in seguito alla distruzione, verosimilmente
dovuta ad una frana, del primitivo insediamento in località Lihrla: in questa
primitiva località sono ancora visibili le tracce di una cinta muraria e i ruderi di una
casaforte o torre quadrangolare.
I ponti di Fontainemore e Guillemore, di tipologia simile
al tardo Medioevo è ben datata la chiesa di Fontainemore.
La maggior parte delle emergenze monumentali appartengono quindi ad un periodo
posteriore: al XVI secolo il ponte della frazione Pont Trenta a Gaby e quello di Noversch a
Gressoney St. Jean, la prima chiesa di Gressoney St.Jean; al XVII secolo sono da ricondurre
la chiesa di Lilianes, la seconda fase della parrocchiale di Gressoney St. Jean, la
parrocchiale di Gaby, il primo santuario di Voury, la parrocchiale di Issime e le altre
numerose cappelle che costellano il territorio, i rascards dell’alta vallata; al XVIII secolo la
parrocchiale di Gressoney La Trinité.
Dall’evoluzione insediativa del territorio, segnata dalla data di costruzione delle diverse
chiese parrocchiali, è verosimile leggere una progressiva risalita verso l’alta valle che
raggiunge le località più lontane solo negli ultimi secoli dell’età moderna.
Alla luce di queste considerazioni generali, l’intervento in oggetto, che si situa nel
territorio comunale di Gaby e nella porzione inferiore di quello di Gressoney St. Jean,
riguarda un’area che appare significativa dal punto di vista storico: la presenza di una
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fortificazione medievale, seppure ruderizzata, indica la sede di un potere signorile, sede
confermata ancora nelle epoche successive dalla presenza della casaforte Druquier del
1632, appartenente ad una famiglia nobiliare che ricevette in feudo i territori di Pont
Trenta. Questi gli indizi concreti, leggibili sul territorio: altri indizi più labili potrebbero
evocare la frequentazione antica del vallone di Niel, a monte del capoluogo, via di
collegamento con il biellese e quindi la pianura padana. Il vallone conserva infatti,
analogamente a quanto si riscontra lungo il percorso che da Fontainemore porta al
santuario mariano di Oropa, un toponimo che associa lago e personaggio femminile. Il
Lago della Vecchia prende questo nome da una leggenda che racconta di una giovane
fanciulla promessa sposa e divenuta vedova anzitempo, che si consacra ad una vita
eremitica vicino al lago. Analogamente lungo l’itinerario per Oropa i sette laghi esistenti
sono scenari per numerose leggende di streghe e fate, proponendo così una associazione
assai nota tra personaggi femminili e laghi. Il collegamento tra acqua, laghi, sorgenti e
personaggi femminili ha molti riscontri sul territorio europeo e spesso attraversa i
millenni, con i luoghi verosimilmente di divinità pagane che diventano luoghi di culto alla
Vergine. Il fatto che vi sia un sincretismo tra divinità pagane e luoghi di culto antichi con il
mondo cristiano è un fenomeno ormai generalmente riconosciuto e le montagne sono
tradizionalmente spazi di grande conservatorismo.
E verosimile pensare che, anche laddove non esistano altri indizi, come invece accade a
Fontainemore con la presenza di coppelle, la toponomastica ricorda la presenza di itinerari
antichi. Una percorrenza che sembra del tutto compatibile con l’ipotesi di F-M. Gambari
sulla distribuzione delle culture dell’età del Ferro in Piemonte e Valle d’Aosta, secondo la
quale Valle d’Aosta e Piemonte occidentale sarebbero appartenuti ad una stessa facies
culturale dei Taurini e Salassi, ciò che presuppone delle vie di collegamento tra vallate
laterali.
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Dottoressa Cinzia Joris
ANALISI DELLA TOPONOMASTICA
I toponimi presenti nell’area oggetto di intervento, di cui è stato possibile individuare
un’origine, riguardano realtà geografiche relative alla presenza di boschi e corsi d’acqua,
escludendo anche in questo caso una presenza antropica precedente a quella attuale.
Lihrla: luogo in prossimità di un corso d’acqua
Blatto: dal walser “blatte” piccolo ripiano roccioso
Tanno: dal tedesco antico “tanne”, pino
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Il territorio nel quale è previsto l’intervento presenta un rischio archeologico assoluto
MEDIO, in ragione degli indizi prima descritti: per calcolare il rischio archeologico
relativo però è necessario considerare la geomorfologia della vallata interessata dalla
condotta. Proprio sulla base della geomorfologia si è ritenuto opportuno, analogamente a
quanto si osserva nella relazione di impatto ambientale, distinguere nel tracciato vari
tratti, per i quali si indica:
Tracciato della condotta, opera di presa e centrale
RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO NULLO
RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO BASSO
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1) dall’opera di presa alla frazione di Trino: dopo le alluvioni del 2000 questa porzione di
vallata è stata fortemente modificata; il tracciato della condotta inoltre e le opere di presa e
desabbiatore si collocano sul bordo del torrente o molto vicino alla strada regionale. Si
ritiene il rischio archeologico relativo NULLO.
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2) da Trino a Eschleio: dopo Trino il fondovalle si restringe e la condotta corre in sponda
destra seguendo il canale di una vecchia segheria a valle del muro di sostegno della
regionale e in alcuni tratti poggerà su una muratura di rincalzo della strada anche questa
erosa nel corso delle alluvioni. In corrispondenza delle case di Blatto la sponda diventa
rocciosa e la condotta si appoggia su uno stretto ripiano lapideo. Successivamente la gola
diventa rocciosa e la condotta verrà ancorata al ripido versante roccioso. In relazione alla
morfologia del territorio attraversato dal tracciato in questa porzione si ritiene il rischio
archeologico relativo NULLO.
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3) da Eschleio a Pont-Trentaz: l’ultima porzione del tracciato e l’edificio relativo alla
centrale interessano aree prative con grossi massi erratici al di fuori della frazione di Pont
Trenta e abbastanza lontano dal torrente: nessun indizio fa pensare ad una presenza
antropica tuttavia, per la presenza a Pont Trenta di un ponte risalente al XVI secolo non si
ritiene opportuno escludere il rischio archeologico. Si indica quindi un rischio
archeologico relativo BASSO per il quale si ritiene sufficiente la SORVEGLIANZA
ARCHEOLOGICA.
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ANALISI DEI SITI
Partendo dal comune interessato dall’intervento in oggetto, Gaby, l’analisi dei siti è stata
estesa a tutta la valle di Gressoney al fine di consentire una lettura più ampia del territorio.
Si è riscontrata un’assenza pressoché totale di rinvenimenti archeologici, ad eccezione
delle coppelle rinvenute in frazione Pillaz di Fontainemore: elemento che consente di
ipotizzare come in antico questa valle fosse meno frequentata rispetto alla vicina Valle
d’Ayas, dove invece la presenza del colle del Teodulo, utilizzato come passaggio verso il
Vallese sin dal Neolitico, ha favorito l’installazione delle popolazioni antiche.
All’epoca post-medioevale può essere attribuita la maggior parte delle emergenze
monumentali. Per quanto concerne la viabilità post-medioevale, interessante è l’edificio,
sito a Gressoney-Saint-Jean, denominato la “Dogana” che apre un problema interpretativo
sull’importanza del tracciato viario della valle e del nodo segnato dal ponte di Noversch.
I dati, raccolti mediante ricerca bibliografica e d’archivio, analisi toponomastica e
ricognizioni sul territorio, sono stati suddivisi all’interno delle seguenti schede per
comune (Gaby, Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité, Issime, Fontainemore,
Lillianes).
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GABY
Casa Forte di Fouvill
Attualmente di proprietà privata, la casa-forte è appartenuta alla famiglia Albert ed è stata
costruita nel 1676.
Casa Jaccond, Maisonnasse o Soala
Costruita probabilmente nel XII secolo, fu utilizzata forse come lazzeretto durante la peste
del 1630: fu forse in quell’occasione che gli abitanti abbandonarono il villaggio primitivo
di Lihrla, sulla riva sinistra del Lys, di cui restano oggi i ruderi di questa casa-forte, per
scendere verso Chamboursière, dove si è formato l’attuale capoluogo. La casa-forte è oggi
di proprietà privata.
Lihrla conserva le tracce di un antico villaggio fortificato: sono presenti resti di cinta
muraria e un’antica torre quadrangolare con porta ad arco a pieno centro del XII-XIII
secolo.
Il villaggio scomparve verosimilmente dopo il 1700 forse travolto da una frana.
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Casa Forte Palatz
Appartenuta ai nobili di Troc-Drisquer, risale al 1632. Oggi di proprietà privata.
Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo
La parrocchia di Gaby fu istituita nel 1786 indipendente da quella di Issime.
Dove sorgeva l’antica cappella di Saint-Michel di Chamboursière, che i documenti datano
al 1438, nell’attuale frazione di Kiamouseyra, venne costruita la parrocchiale di San
Michele Arcangelo. La chiesa è anteriore al 1690. L’attuale edificio religioso viene costruito
nel 1824 e consacrato nel 1829, come riportano le date leggibili sul portale. All’interno si
trovano due altari barocchi, uno dei quali del 1748, dedicato a Sant’Antonio, proviene
dalla cappella primitiva.
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Santuario di Notre-Dame de Grâces di Voury Il santuario è situato a bordo della strada regionale a metà strada tra Issime e Gaby.
Il complesso architettonico comprende la cappella centrale, addossata alla montagna, il
santo sepolcro e gli oratori dei misteri. La facciata della cappella è affrescata con la
raffigurazione della Madonna delle Grazie. L’interno è a una sola navata con transetto a
cupola. L’altare maggiore settecentesco è in legno dorato e intagliato con quattro colonne
tortili.
Il territorio di Gaby fino al XVIII secolo dipendeva dalla parrocchia di Issime Saint-Jacques
le Majeur.
Due testamenti del 1630 attestano l’esistenza della cappella di Voury già in questa data.
Un contratto di vendita attesta il restauro della cappella nel 1706. Nel 1717 essa viene
ricostruita. Dal 1833 diventa meta di pellegrinaggio della media valle del Lys.
Il santuario subisce notevoli danneggiamenti in seguito a due grandi inondazioni, una nel
1846 e una nel 1868.
Tra il 1869 e il 1874 vengono effettuati grandi lavori di ricostruzione: viene ristabilito il
cammino e realizzato un muro di sostegno di circa 8 m di altezza e 20 m di lunghezza.
Importanti lavori di restauro vengono effettuati anche nel XX secolo.
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Ponte Trenta
Ponte a dorso d’asino, ad una sola arcata, in pietra databile presumibilmente al 1560.
Ponte de l’usina
Il ponte congiunge le opposte sponde del Lys a poche decine di metri dall’abitato di
Kiamourséyra (l’antica Chamboursière). Il toponimo “usina” indica una forgia o fucina:
sembra infatti che fin dal medioevo in quella località esistesse una bottega del fabbro.
Risale presumibilmente al XVII secolo. Un atto del 1653 ne documenta l’esistenza prima di
tale data. Nel 1640 viene probabilmente danneggiato da un’inondazione.
Parallelamente al pont de pierre sorgeva un ponte in legno documentato ancora dalle
stampe dell’Ottocento.
Il ponte dell’usina sorgeva sull’antico chemin de la Vallaise, una mulattiera rimasta in
funzione fino alla costruzione della strada carrozzabile (1888).
Esso è stato danneggiato più volte tra Seicento e Ottocento. Su una spalletta del ponte si
legge la data di uno dei restauri: 1818. È stato ricostruito dopo l’ultima alluvione del 2000.
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GRESSONEY-SAINT-JEAN
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista La parrocchia viene istituita con bolla di Papa Alessandro VI nel 1502 ma solo nel 1660
viene separata da Issime.
La chiesa si trova nel capoluogo denominato de Platz. È stata edificata nel 1515 e
ingrandita nel 1753. Il campanile risale all’epoca della costruzione della chiesa ma fu
successivamente innalzato.
Sulla facciata Est della chiesa si aprono tre porte di cui quella centrale in stile gotico. Il
campanile occupa parte della navata sinistra della chiesa. La torre campanaria è in pietra a
vista con semplici feritoie fino alla cella campanaria dove si aprono le bifore.
Cappella dell’Ermitage. Dedicata a S. Giuseppe, costruita nel 1633 e rifatta verso il 1850.
Cappella di Champsil. Intitolata ai SS. Pietro e Paolo, S. Antonio, fu edificata nel 1616; è di
proprietà della famiglia Lateltin Laurent De Fabiani.
Cappella di Gresmatten. Intitolata all'Addolorata, è del 1852.
Cappella di La Trina. Intitolata alla Madonna delle grazie e all‘Addolorata, fu edificata
nel 1720.
Cappella di Loo. Intitolata a S. Lorenzo, si trova in un alpeggio di alta montagna (2080 m);
sulla facciata compare la data 1682.
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Ponte di Noversch
Ponte in pietra ad un’arcata a tutto sesto. In chiave su una spalletta è incorporata una
pietra con la data di costruzione (1540) che regge una croce in pietra.
Edificio detto “Dogana”
Edificio del 1708 costruito tutto in pietra a tre piani con corpo poligonale aggettante
prospiciente la strada con caratteristiche feritoie. Esso è stato trasformato prima in
prigione e poi in abitazione.
Castello Savoia
Il castello, situato ai piedi del Colle della Ranzola, domina tutta la vallata. Fu costruito tra
il 1899 e il 1904 per volere della Regina Margherita di Savoia che vi soggiornò durante i
mesi estivi fino al 1925.
Esso è costituito da un nucleo centrale a cui si affiancano cinque torrette cuspidate ed è
articolato su tre piani.
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GRESSONEY-LA-TRINITE
Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità
La chiesa del 1702, intitolata alla Santissima Trinità. La torre campanaria è contemporanea
alla chiesa. La chiesa è a croce latina con volta a botte.
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ISSIME
Chiesa parrocchiale di San Giacomo
In origine incorporata nella parrocchia di Perloz, diventa autonoma agli inizi del XII
secolo. Sulla facciata è presente l’affresco con la rappresentazione del giudizio universale.
Nel 1683 venne demolita e completamente ricostruita. Il campanile fu sopraelevato in due
momenti diversi, una nel 1568 e una nel 1764, anche se la sua base risale al XII o XIII
secolo.
FONTAINEMORE
Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate
La parrocchia di Fontainemore venne fondata nel 1483; fino a tale data fu soggetta alla
parrocchia di Perloz.
La chiesa, ubicata in sponda orografica destra, presenta pianta rettangolare e navata unica.
L’ingresso è collocato sul lato Nord. L’abside è a Est, in prossimità dell’imbocco del ponte,
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mentre il lato Ovest dell’edificio è addossato al versante roccioso. Il portale principale,
realizzato nel 1679, come si rileva dall’iscrizione sull’architrave, è sormontato da una
nicchia con statua di Sant’Antonio abate in legno. La porta in legno è caratterizzata da
quattro pannelli su cui sono raffigurati San Grato, San Giocondo, Sant’Antonio e
Sant’Orso, intervallati da sei pannelli con foglie e fiori. Nella porzione centrale del lato
Nord vi è un affresco commemorativo della processione per Oropa.
La torre campanaria presenta tre ordini separati da una cornice in pietra. Databile alla
stessa epoca della chiesa, fu successivamente sopraelevata.
All’interno della chiesa, gli archi della volta a vela poggiano su un cornicione sorretto da
lesene. Al centro della volta è il rosone con lo stemma dei Signori de Vallaise. È presente
un altare con nicchia al cui interno è una statua della Madonna di Oropa che si data alla
fine del XVIII secolo.
Appartenente alla chiesa di XV secolo è una finestra in pietra con architrave gotico alta
circa m 2,50 e larga m 1,25 che si trova nel presbiterio.
La chiesa fu costruita nel 1494, in seguito all’erezione della parrocchia, come attesta
un’iscrizione facente parte in origine della chiesa e attualmente affissa sul muro esteriore
della casa delle opere parrocchiali di Sant’Antonio (“hoc opus fecit Magister Anthonius de
Goyetus de Issima M IIII LXXXXIIII”). Fu ricostruita e ampliata nel 1679.
La chiesa sembra essere collocata in funzione del ponte.
In passato la processione verso il santuario di Oropa partiva da qui.
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Dottoressa Cinzia Joris
Ponte adiacente alla chiesa
Ponte a una sola arcata, largo m 2,60. Presenta delle spallette laterali in pietra legate con
malta e pavimentazione in ciottoli.
Potrebbe essere datato per tipologia a epoca medievale. Tuttavia, trattandosi di una
struttura funzionale e non conoscendo ulteriori indizi (iscrizioni, ecc.) non è possibile
darne una datazione più precisa.
Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico
Dottoressa Cinzia Joris
Cappella di San Rocco
Ubicata poco distante dalla chiesa parrocchiale, in sponda orografica sinistra.
La cappella, dedicata a San Rocco, fu costruita in seguito alla peste del 1630, distrutta da
un’inondazione nel 1755 e ricostruita nel 1758. Nel 1890 fu interessata da un altro
rifacimento. In anni recenti è stata completamente restaurata.
Cappella di Farettaz
Ubicata nell’abitato di Farettaz, la cappella si affaccia sul pendio ripido della montagna.
Dedicata a San Lorenzo, fu costruita presumibilmente nel 1646.
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Cappella di Pillaz
La cappella, dedicata a San Francesco di Sales, è a pianta rettangolare con campanile in
muratura di pietra. Fu costruita nel 1698. All’interno della cappella, una tela, sopra l’altare,
raffigura la Madonna di Oropa, san Francesco di Sales, San Francesco di Assisi, e altri due
santi. Si data al XVII secolo.
Oggi dalla cappella di Pillaz parte la processione da Fontainemore a Oropa; fino al 1974
costituiva invece la prima tappa del pellegrinaggio che muoveva dalla chiesa parrocchiale.
Coppelle in frazione Pillaz
Si ha notizia del ritrovamento di una roccia con cinque coppelle in prossimità delle prime
case di Pillaz, sul lato sinistro del sentiero. Salendo più in alto, altre quattro coppelle su
due sassi che hanno funzione di basamento di alcune baite. Nei pressi delle ultime case, si
documentano nove coppelle di piccole dimensioni su una pietra; tre di queste riunite da
canaletti.
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LILLIANES
Chiesa parrocchiale di San Rocco
La chiesa, ubicata in sponda orografica destra, è a pianta rettangolare e navata unica.
Costruita su una più antica cappella, fu consacrata nel 1614. Intorno alla prima metà del
XVIII secolo fu ricostruita e ampliata.
La parrocchia di Lillianes, come quella di Fontainemore, fu soggetta a quella di Perloz ma
per un tempo maggiore, fino al 1693.
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Ponte che conduce alla chiesa di San Rocco
Ponte in pietra a quattro arcate. La pavimentazione è in ciottoli. Al centro del ponte si
trova una piccola edicola con statua della Madonna Nera con il bambino.
La struttura risale al 1733.
Ponte di Guillemore
Il ponte attraversa un orrido, le “Gouffres de Guillemore”, scavato dal torrente Lys al
confine con Issime. Ponte in pietra di epoca medioevale.
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Dottoressa Cinzia Joris
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Immagini : www.lovevda.it