gestione della classe e problematiche relazionali · dinamiche di attrazione/ repulsione ......
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Corso-laboratorio di formazione
Gestione della classe e
problematiche relazionali
Relatrice: dott.ssa Susanna Cervi
a.s. 2017/2018
UNITA' FORMATIVA AMBITO 1- BG
https://www.youtube.com/watch?v=-32cIc0V1rk
VIDEO
GLI SPAZI in funzione anche del fattore TEMPO
AULA SCUOLA
- DISPOSIZIONE BANCHI ( VICINANZA E
ROTAZIONE COMPAGNI, VALUTARE
DISTRATTORI PER ADHD, VISIONE
LAVAGNA,INSEGNANTE E
POSTURA…SEPARATI, UNITI, A
QUADRATO, A SEMICERCHIO, A ISOLE
…)
- LUCE
- ANGOLO VERDE / INFORMATICO /
PICCOLA BIBLIOTECA FISSI/MOBILI
. MATERIALI: COSTRUITI, STRUTTURATI,
A DISPOSIZIONE, DA RICHIEDERE…
- ARREDI A RIDOSSO PARETI, APERTI, A
FORMAR NICCHIE, SPAZI CHIUSI …
(RESPONSABILI SETTORI / INCARICHI A
ROTAZIONE)
CREARE / PENSARE AD AREE:
- LABORATORIALI
- DI RILASSAMENTO CON TAPPETI,
MATERASSINI (ANGOLO MORBIDO)
- VERDI (ORTO)
- PIU’ SILENZIOSE, DOVE GLI ALUNNI
POSSONO LAVORARE
INDIVIDUALMENTE, A COPPIE O IN
PICCOLO GRUPPO
- GIOCO/TEMPO LIBERO CON
MATERIALI STRUTTURATI E NON
Susanna Cervi
QUALI SONO GLI ASPETTI CHE UN DOCENTE DEVE CONSIDERARE PER UNA
BUONA GESTIONE?
(in piccolo gruppo)
CLASSE
ASPETTI DA CONSIDERARE PER UNA BUONA GESTIONE DEL
GRUPPO-CLASSE
DINAMICHE RELAZIONALI (TRA PARI – ALUNNI/DOCENTE)
GRADO DI INCLUSIONE
CLIMA
STILE COGNITIVO / STILE D’APPRENDIMENTO
METODOLOGIE
PROGETTAZIONE / TRASVERSALITA’ (COMPETENZE)
SPAZI / DISPOSIZIONE ARREDI
MATERIALI / STRUMENTI
VALUTAZIONE
REGOLE
IL MONITORAGGIO DELLA RELAZIONE TRA I PARI E’ UN ASPETTO MOLTO
IMPORTANTE CHE DEVE ESSERE COSTANTEMENTE TENUTO SOTTO
CONTROLLO
PERCHE’
FAVORISCE IL BENESSERE E
UNA SANA COMPETIZIONE DETERMINA IL CLIMA
DELLA CLASSE
CONDIZIONA LA
MOTIVAZIONE AL FARE
CI FA CAPIRE IL
LIVELLO DI
INCLUSIONE
E’ UN FEED BACK DEL
NOSTRO OPERATO
E…
CONDIZIONA
L’AUTOSTIMA CI PERMETTE
DI COGLIERE
DINAMICHE DI
ATTRAZIONE/
REPULSIONE
BENESSERE/
DISAGIO
COSA PUO’ FARE UN DOCENTE PER MIGLIORARE LA
RELAZIONE TRA I PARI?
Adottare metodologie d’insegnamento/apprendimento che la
favoriscono (cooperative learning, peer tutoring…)
Prevedere dei momenti di dialogo e ascolto tra gli alunni
Considerare spazi/ materiali e la disposizione dei banchi
Creare situazioni di confronto e di reciproco aiuto
Assegnare compiti/relazioni da svolgere in piccolo gruppo
Conoscere il profilo di ciascun alunno/a (riflessivo, impulsivo,
intuitivo, introverso, estroverso, collaborativo, leader, gregario,
isolato, rifiutato…) per spiegare e far emergere le peculiarità,
valorizzandone i punti di forza, ma anche rendendo partecipi delle
criticità, dei punti di debolezza.
Stare particolarmente attento al momento (costruttivo) della
valutazione
DOCENTE «REGISTA» CHE PONE BASI PER AUTONOMIA E INDIPENDENZA
RELAZIONE
DOCENTE/DISCENTE
QUALI ASPETTI/STRATEGIE CONSIDERARE PER CREARE UNA
BUONA RELAZIONE CON IL DISCENTE / GRUPPO CLASSE?
(discussione in piccolo gruppo)
LE REGOLE PROMOSSE DOVREBBERO FAVORIRE LA
MASSIMA EDUCAZIONE E RISPETTO PER
MATERIALI/PERSONE ED ESSERE QUINDI:
Condivise, motivate, discusse con i discenti
Chiare e in numero non eccessivo
Ragionevoli e funzionali
Adeguate all’età
Riviste e costantemente aggiornate in funzione delle
esigenze emergenti
Premi se comportamento coerente (uso di rinforzi…)
RINFORZO (sociale, concreto…)
POSITIVO NEGATIVO
L’elemento rinforzante è
un elemento positivo e
gratificante, associato e
letteralmente “aggiunto”
ad un determinato
comportamento che
quindi verrà incentivato
L’elemento rinforzante
(ciò che porta ad un
incremento del
comportamento) è invece
un elemento negativo
METODOLOGIE
STRATEGIE
TECNICHE DIDATTICHE
COOPERATIVE
LEARNING
LAVORO IN COPPIA O
IN PICCOLO GRUPPO
ROLE PLAYING
STUDIO DI CASO
EURISTICO-PARTECIPATIVO
Brainstorming
CIRCLE TIME
METODO EURISTICO
Problem solving
LEZIONE FRONTALE
Learning by doing
Outdoor Training
Esercitazioni individuali
Compito di apprendimento
Lezione dialogata/discussione
Peer tutoring
RINFORZO POSITIVO
Token economy
FLIPPED CLASSROOM
ATTIVITA’ LABORATORIALI
MODELLAMENTO
Simulazione Teatralizzazione
METODOLOGIE DIDATTICHE
Azioni strategiche d’insegnamento, rese flessibili dal docente
in base alle concrete situazioni formative ed alle particolari
caratteristiche degli alunni.
In tutte le discipline (anche in quelle più teoriche) si
dovrebbero attivare metodi diversi per:
-sviluppare processi di apprendimento diversi e più autonomi
(non solo quello per ricezione, ma anche per scoperta, per
azione, per problemi, ecc.)
-garantire un’offerta formativa personalizzabile (l’allievo che
non impara con un metodo, può imparare con un altro)
-promuovere e/o consolidare l’interesse e la motivazione degli
studenti (alla lunga ogni metodo annoia, soprattutto un
adolescente).
METODO EURISTICO-PARTECIPATIVO: la ricerca-azione in classe. Lo
scopo della ricerca-azione è il cambiamento, delle persone, delle relazioni,
del contesto. Metodologicamente il ciclo della ricerca-azione comprende le
seguenti fasi:
1.Identificazione dei problemi da risolvere, delle cause di quei problemi, dei
contesti e degli ambienti in cui i problemi si collocano, delle risorse a
disposizione e dei vincoli che costringono a fare determinate scelte.
2.Formulazione delle ipotesi di cambiamento e dei piani di implementazione.
3.Applicazione delle ipotesi nei contesti-obiettivo dei piani formulati, (non si
parla più, ma si agisce).
4.Valutazione dei cambiamenti intervenuti e revisione dei progetti e dei piani
adottati.
5.Approfondimento, istituzionalizzazione e diffusione capillare delle
applicazioni con valutazione positiva
La Token Economy (tradotta in italiano come economia simbolica, economia a
gettoni o anche sistema di rinforzo a gettoni) è una tecnica
psicologica sviluppata sulla base della psicologia
comportamentale.
Consiste in una forma di "contratto educativo", tramite il quale
l'educatore stipula un accordo con il soggetto: ad ogni
comportamento corretto, quest'ultimo riceverà un gettone (o altri
oggetti simbolici), e ad ogni infrazione, gliene sarà tolto uno o non
gliene verrà assegnato alcuno. In cambio di un certo numero di
gettoni sarà garantito al soggetto l'accesso ad un determinato
"premio« da lui molto gradito.
La tecnica viene utilizzata in diversi ambiti educativi, soprattutto
per cercare di ottenere comportamenti adeguati al contesto.
DIFFERENZE TRA IL GRUPPO DI LAVORO TRADIZIONALE E IL
GRUPPO COOPERTIAVO D’APPRENDIMENTO?
(in piccolo gruppo)
C’erano suoni da temere e suoni da ammirare, suoni da
fuggire e suoni da imitare.
Lentamente l’uomo primitivo imparò a usare il corpo, la voce
e alcuni oggetti per emettere suoni in grado di imitare la
natura; egli sperava, così, di riuscire a mettersi in contatto
con essa e con gli dèi.
Nello stesso tempo cantavano
e danzavano, pregando le
divinità e gli spiriti degli
antenati affinché
allontanassero le catastrofi e
portassero una buona caccia.
La musica dava a essi, perciò,
un grande senso di benessere
e di sicurezza.
Battevano le mani e
i piedi,
percuotevano
tronchi cavi e
stalattiti, soffiavano
dentro ossa forate o
dentro grandi
conchiglie,
pizzicavano la corda
tesa dell’arco,
roteavano pietre
legate a funicelle..
•Abbiamo costruito i fischietti con le piume. Per realizzarli abbiamo preso delle piume di gallina, con il
seghetto ne abbiamo tagliato l’estremità e con uno stuzzicadenti abbiamo pulito l’interno della penne.
Il litofono •Abbiamo realizzato il litofono con
diversi materiali: serpentino, ardesia, tappi di sughero.
Il cooperative learning come valida metodologia di lavoro
Cosa si intende per cooperative learning?
“La cooperazione è lavorare insieme per realizzare obiettivi
condivisi. All’interno di situazioni cooperative, le persone cercano di
ottenere risultati per sè stessi e per tutti gli altri membri del gruppo”.
Shlomo Sharan, professore di psicopedagogia dal 1966 alla School of Education,
Tel-aviv University, “rileva che il cooperative learning trasforma la classe da
una raccolta di individui in una rete di gruppi, i quali da soli modificano la
struttura sociale della classe trasformandola […] in un sistema sociale che
comprende parti di interazione. Questo micro-sistema, è radicato in un sistema
più ampio (la scuola) le cui componenti (Insegnanti e Dirigenti) devono interagire
in modi che facilitino e sostengano l’interazione”.
L’insegnante che promuove l’apprendimento
cooperativo delega la propria autorevolezza,
responsabilizzando i bambini, che sono liberi di
svolgere il compito come meglio credono, ciò non
significa che gli studenti non siano gestiti e
controllati, l’insegnante vigila e interviene quando è
opportuno. Valuta il processo e il prodotto finale.
Lavorare sull’assegnazione di un compito all’interno di
un gruppo di lavoro comporta un cambiamento
enorme per lo studente. Ora dipende da altri studenti
e nello stesso tempo è responsabile non solo del
proprio comportamento ma anche di quello dell’intero
gruppo, deve imparare ad ascoltare i compagni, deve
dare l’opportunità di parlare e deve accettare i diversi
punti di vista.
Questi gruppi cooperativi presentano
cinque caratteristiche specifiche:
- l’interdipendenza positiva
-l’interazione diretta costruttiva
-le abilità sociali
-la responsabilità
-la valutazione individuale e/o di gruppo.
LINEE GUIDA PER LA
CERTIFICAZIONE DELLE
COMPETENZE NEL PRIMO
CICLO D’ISTRUZIONE
TRAGUARDO COMPETENZE
Con la certificazione si vuole richiamare l’attenzione sul nuovo
costrutto della competenza, che impone alla scuola di ripensare
il proprio modo di procedere, suggerendo di utilizzare gli
apprendimenti acquisiti nell’ambito delle singole discipline
all’interno di un più globale processo di crescita individuale. I
singoli contenuti di apprendimento rimangono i mattoni con cui
si costruisce la competenza personale. Non ci si può quindi
accontentare di accumulare conoscenze, ma occorre trovare il
modo di stabilire relazioni tra esse e con il mondo al fine di
elaborare soluzioni ai problemi che la vita reale pone
quotidianamente. Progettare l’attività didattica in funzione delle
competenze e della loro certificazione richiede una
professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche
e soprattutto implicite, che possono venire dagli alunni.
LINEE GUIDA PER LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE NEL PRIMO
CICLO DI ISTRUZIONE
Spostare l’attenzione sulle competenze non significa
trascurare il ruolo determinante che tutti i risultati di
apprendimento, identificati principalmente nelle
conoscenze e nelle abilità, svolgono in funzione di
esse. Non è infatti pensabile che si possano formare
delle competenze in assenza di una sicura
padronanza delle strumentalità di base. La
competenza costituisce il livello di uso
consapevole e appropriato di tutti gli oggetti di
apprendimento, ai quali si applica con effetti
elaborativi, metacognitivi e motivazionali in grado
di favorirne l’acquisizione.
Ciò vuol dire adeguare le tre operazioni che sostanziano
l’insegnamento: progettazione, attività didattica in classe,
valutazione. La progettazione deve partire dai traguardi per lo
sviluppo delle competenze, dichiarati «prescrittivi» dalle
Indicazioni, e dagli obiettivi di apprendimento previsti per
ciascuna disciplina. L’azione didattica non può limitarsi ad una
prospettiva esclusivamente disciplinare; i contenuti, proprio per
abituare gli alunni a risolvere situazioni problematiche
complesse e inedite, devono essere caratterizzati da maggiore
trasversalità ed essere soggetti ad un’azione di ristrutturazione
continua da parte degli alunni, facendo ricorso anche a
modalità di apprendimento cooperativo e laboratoriale, capaci
di trasformare la classe in una piccola comunità di
apprendimento.
Si rende, pertanto, necessario ripensare il modo
di “fare scuola”, integrando la didattica dei
contenuti e dei saperi – riferiti ai nuclei fondanti
delle discipline – con modalità interattive e
costruttive di apprendimento. Fondando il
proprio insegnamento su esperienze
significative che mettono in gioco contenuti e
procedure che consentano di “imparare
facendo”, i docenti rendono l’alunno
protagonista del processo di acquisizione delle
competenze.
«Le discipline, così come noi le conosciamo, sono
state storicamente separate l’una dall’altra da confini
convenzionali che non hanno alcun riscontro con
l’unitarietà tipica dei processi di apprendimento. Ogni
persona, a scuola come nella vita, impara infatti attingendo
liberamente dalla sua esperienza, dalle conoscenze o dalle
discipline, elaborandole con un’attività continua e
autonoma. Oggi, inoltre, le stesse fondamenta delle
discipline sono caratterizzate da un’intrinseca complessità
e da vaste aree di connessione che rendono improponibili
rigide separazioni» (p. 17).
Per l’acquisizione di ciascuna competenza, dunque, sono
coinvolte tutte le discipline che, però, non intervengono in
modo generico bensì con i traguardi di sviluppo delle
competenze
È ormai condiviso a livello teorico che la
competenza si possa accertare facendo ricorso a
compiti di realtà (prove autentiche, prove esperte,
ecc.), osservazioni sistematiche e autobiografie
cognitive.
I compiti di realtà si identificano nella richiesta rivolta
allo studente di risolvere una situazione
problematica, complessa e nuova, quanto più
possibile vicina al mondo reale, utilizzando
conoscenze e abilità già acquisite e trasferendo
procedure e condotte cognitive in contesti e ambiti di
riferimento moderatamente diversi da quelli resi
familiari dalla pratica didattica.
INSEGNARE OGGI VUOL DIRE …
COINVOLGERE
INCURIOSIRE
STIMOLARE
INTERESSI E
PARTECIPAZIONE
PERSONALIZZARE E
CONTESTUALIZZARE IL PIU’
POSSIBILE
TRASMETTERE
PASSIONE
CONSIDERARE E
RISPONDERE AI BISOGNI
DI CIASCUNO
VALORIZZARE/
PROMUOVERE
SUCCESSO
MOTIVARE
CREARE UN CLIMA
EMPATICO/SERENO
SAPER OSSERVARE E
ASCOLTARE INCLUDERE
DARE
FIDUCIA
FAR PERCEPIRE E
VIVERE LE
DIFFERENZE COME
RISORSE
EDUCARE ALLA
CONSAPEVOLEZZA
FAR CRESCERE,
RENDERE AUTONOMI E
CONSAPEVOLI
SOSTENERE INCORAGGIARE USO DI DIVERSI
MEDIA E LINGUAGGI
EDUCARE AL BELLO E
POSITIVO
RASSICURARE
SAPERSI METTERE ANCHE IN
DISCUSSIONE
DOSARE
AUTOREVOLEZZA E
COMPRENSIONE