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CAS Educazione socio-emotiva Anno scolastico 2010 / 2011
Proposte di attività
Per bambini di Scuola dell’infanzia e Scuola elementare
Locarno, giugno 2011 Care/i docenti, durante quest’anno di visite abbiamo potuto partecipare a diversi momenti della vita quotidiana nelle classi
ticinesi. Sono stati momenti molto piacevoli, che ci hanno dato modo di essere spettatrici privilegiate di un
percorso particolare, portato avanti grazie al vostro entusiasmo e alla vostra consapevolezza
sull’importanza delle emozioni nel vissuto scolastico. Il nostro compito era quello di soffermarci sugli
aspetti legati all’educazione socio-emotiva, e tra le altre cose abbiamo raccolto le attività che avete ideato
personalmente. Questo ha permesso di creare una raccolta molto ricca e variata, che ora condividiamo con
grande piacere, augurandovi di approfittare di questi piccoli spunti per vivere altri intensi momenti di
crescita assieme ai vostri allievi.
Innanzi tutto, però, buona estate!
Per l’Equipe Chiamale Emozioni
Jone e Lorenza
Una nota pratica: abbiamo scelto di indicare sempre l’età dei bambini delle classi dove abbiamo osservato l’attività.
Con alcune modifiche è però possibile adattare quasi tutte le proposte anche per altre fasce d’età.
SUPSI / DFA – CAS Educazione socio-‐emotiva Proposte di attività AS 2010/2011
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LA STAFFETTA DELLE DOLCI PAROLE Fabiana Sandigliano e Aline Pellandini, SI Arbedo Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Allenarsi nel fare dei complimenti Fare un’attività di movimento
Durata 20 minuti
Materiali Testimone Cerchi o pali per definire i punti di partenza
Età Da 3 anni
Descrizione Si tratta di una staffetta in cui prima di passare il testimone al/alla compagno/a bisogna fargli/farle un complimento. I complimenti non devono ripetersi e devono essere onesti. Vince la squadra più veloce.
Osservazioni È meglio svolgere questa attività in palestra o nel salone.
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MINESTRONE DELLA RABBIA Aline Pellandini e Fabiana Sandigliano, SI Arbedo Emozioni trattate Rabbia
Obiettivo Riflettere su ciò che ci fa arrabbiare e su cosa ci aiuta a ritrovare la calma sotto forma di gioco
Durata Circa 30 – 40 minuti
Materiali Nessuno.
Età Da 3 anni
Descrizione Seduti in cerchio, tutti mimano il gesto di rimestare il minestrone della rabbia. A turno, ognuno descrive una situazione che lo fa arrabbiare, e getta la pantofola al centro del cerchio, nel minestrone. Quando tutti hanno detto ciò che li fa arrabbiare, si mescola ancora un po’ e poi tutti bevono un po’ di minestra, e diventano così arrabbiati (lo fanno vedere mimando l’espressione arrabbiata). Poi a turno ognuno dice cosa lo fa sentire meglio quando è arrabbiato, gettando l’altra pantofola al centro del cerchio. Dopo aver mescolato, tutti bevono un po’ di minestrone, e mimano l’espressione di una persona che sta meglio dopo essersi arrabbiata.
Osservazioni Nessuna
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PUPAZZI EMOZIONATI Aline Pellandini e Fabiana Sandigliano, SI Arbedo Odile Pedroli-‐Conrad, Roberta Pollini, Daniela Fiori e Marisa Paganetti, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Personificare le emozioni, dare ai bambini un interlocutore “esperto” per ogni emozione Permettere ai bambini di esprimere ciò che hanno dentro usando la marionetta come esempio (“come pensi che si sentirebbe la marionetta se…”) oppure come interlocutore quando si parla di una data emozione
Durata Ogni volta che si introduce una nuova emozione oppure che si discute di un’emozione già vista, si può farlo attraverso la marionetta.
Materiali Marionetta (con tratti facciali per il riconoscimento dell’emozione ben visibili) per ogni emozione che si vuole trattare
Età 3 – 5 anni
Descrizione La marionetta introduce l’emozione e accompagna i bambini nelle riflessioni sul tema. Si può scegliere se lasciare che i bambini le diano un nome oppure se dargliene uno a priori (es. “Arrabbiatone”, “Felicina”, …). Con la marionetta si possono fare delle discussioni sulle cause che portano alle emozioni, si possono chiedere consigli oppure dare consigli (es. se la marionetta è sempre arrabbiata, si può chiedere ai bambini di darle dei consigli per non esserlo più), ecc.
Osservazioni Con i bambini più piccoli questo modo di introdurre le emozioni funziona molto bene, rimangono affascinati e si immedesimano facilmente nel personaggio. Per questo diventa per loro più facile parlare di cose che altrimenti avrebbero più difficoltà a dire (es. “quando mi arrabbio…”). Verso i 5 anni molti bambini cominciano però a non lasciarsi affascinare più così tanto e ad essere più interessati nello scoprire il trucco che nell’ascoltare cosa dice la marionetta. Come attività supplementare si possono costruire assieme ai bambini delle case per questi pupazzi, discutendo prima le caratteristiche che devono avere per far sì che possano sentirsi proprio “a casa loro”.
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CONSIGLIO DI COOPERAZIONE Chantal Meyer-‐Zurmühle, SI Arbedo Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Imparare a riconoscere e ad esprimere adeguatamente le proprie emozioni, in
momenti specifici. Discuterne poi tra compagni e con l’insegnante, usufruendo del consiglio di cooperazione quale metodo di condivisione e risoluzione di diverse situazioni Contribuire tutti assieme al miglioramento del clima di classe
Materiali Cartellini, di tre diversi colori con rispettive faccine, o simboli (es. J L, ecc.) sui quali affiggere i bigliettini con messaggi Bigliettini (es. post-‐it), penne e necessario per appenderli Lavagna di sughero o di metallo Danielle Jasmine, “Le conseil de coopération”, Ed. Chenelière/ Mc Graw-‐Hill, Canada
Durata Circa 15-‐20 min. (max. 45 min.) Il consiglio di cooperazione si raduna una volta alla settimana, oppure quando é necessario.
Età Da 3 anni
Descrizione La lavagna (che può avere varie forme ed anche vari nomi) è divisa in tre parti: -‐ congratulazioni e ringraziamenti (comunicazioni positive à situazioni piacevoli) -‐ critiche (comunicazioni negative à situazioni spiacevoli) -‐ desidero parlare di... (proposte) Quando qualcuno vuole parlare di una situazione, di un problema o semplicemente comunicare agli altri qualcosa che ha vissuto in positivo o negativo, lo scrive su un bigliettino e lo appende al tabellone. I bambini che non sanno scrivere possono fare un disegno oppure chiedere all’insegnante di scrivere la situazione per loro. Una volta o due alla settimana si fa il consiglio di cooperazione: ci si siede in cerchio e si discute degli argomenti che sono scritti sui bigliettini, provando a trovare delle soluzioni condivise, oppure semplicemente rispettando quanto espresso dai compagni. Durante questi momenti è anche importante fare delle osservazioni sul numero di bigliettini dalla parte positiva e negativa, ciò che permette di parlare con gli allievi di come sta la classe e di cosa si può eventualmente fare per migliorare le cose. Nei “desidero parlare di...” rientrano le proposte, sia dei bimbi che dell’insegnante, di racconti inerenti le emozioni: esperienze personali, storie (libri), immagini da commentare, ecc.
Osservazioni All’inizio sarà necessario ricordare ai bambini la possibilità offerta dalla lavagna, che con il tempo diventa un’abitudine, una risorsa che i bimbi sanno di avere a disposizione. Specialmente alla Scuola dell’Infanzia, visto che la maggior parte degli allievi non
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scrive ancora, comunicazioni a livello verbale o attraverso disegni possono essere più immediate per l’elaborazione di situazioni o problemi. In questo modo aumenta il piacere di sentirsi amati, stimati e apprezzati all’interno del gruppo-‐classe. Variante più complessa (Omar Balmelli, SE Caslano): La lavagna non è divisa nelle tre parti descritte sopra, ma secondo le emozioni trattate in classe (o quelle che emergono più frequentemente). In ogni area ci sono le parole che descrivono le emozioni scelte. Ogni bambino può mettere un bigliettino sulla lavagna ogni volta che una situazione gli causa un’emozione (nel posto giusto, a seconda dell’emozione che ha provato) e alla fine della settimana se ne parla tutti assieme.
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LO SCIALLE MAGICO Daniela Fiori, SI Minusio Emozioni trattate Paura
Obiettivo Dare ai bambini una strategia per riconoscere e gestire le proprie paure Dare a ogni bambini la possibilità di creare il proprio scialle magico
Durata 30 minuti
Materiali Marie-‐José Sacré, “Lo scialle magico”, Ed. Arka Foulards Pittura per la stoffa
Età Da 3 anni
Descrizione L’insegnante racconta la storia dello scialle magico. Segue una discussione sulle paure, chi ha paura di cosa, cosa si può fare quando si ha paura, ecc. alla fine ogni bambino riceverà un foulard che dipingerà come desidera. Questo sarà il suo scialle magico, come potrà usare che la bambina protagonista del racconto.
Osservazioni Nessuna
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EMOZIONI E FOTOGRAFIA Marisa Paganetti, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Lavorare sui tratti facciali legati alle emozioni partendo dal proprio corpo Dare ai bambini un modo per auto-‐correggersi
Durata Variabile.
Materiali Specchi Macchina fotografica Pc / stampante
Età Da 3 anni
Descrizione Si introduce l’attività dicendo che oggi ci si allenerà a fare delle facce felici / arrabbiate / tristi / … a seconda della/delle emozione/i che si stanno trattando o che si vogliono riassumere (si può proporre l’attività sia durante il processo di apprendimento di un’emozione, che al termine, come attività riassuntiva). Prima di tutto si accompagneranno i bambini in bagno, o in un punto dove c’è a disposizione un specchio (meglio sarebbe avere più specchi a disposizione, in modo da accelerare i tempi). Davanti allo specchio, ognuno dovrà mimare l’emozione di cui si vuole parlare. L’insegnante passerà da ognuno per le correzioni necessarie e una volta che tutti i bambini hanno provato per un po’, chiederà se si sentono pronti per essere fotografati. A quel punto ogni bambino potrà posare per una o più fotografie. In una seconda occasione si potranno mostrare ai bambini le fotografie sullo schermo del pc, oppure stampate, discutendo per ognuna i vari tratti facciali: si capisce di che emozione si tratta? Manca qualcosa? Da chi si capisce meglio? Perché? Ecc. Al termine ogni bambino può avere la sua fotografia meglio riuscita, e creare così un piccolo libricino con le immagini di sé stesso mentre mima le diverse emozioni.
Osservazioni Nessuna
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LE EMOZIONI DI MICKEY MOUSE Marisa Paganetti, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Riconoscere le caratteristiche fisiche legate agli stati emotivi anche in immagini non create a scopo didattico
Durata 1h
Materiali Fumetti (es. Mickey Mouse, o altri) Cartelloni A2, uno per ogni emozione trattata Colla, forbici
Età Da 4 anni
Descrizione L’insegnante spiega che lo scopo dell’attività è quello di riconoscere le emozioni nelle immagini dei fumetti. Prima di iniziare si fa una ripetizione delle emozioni trattate fino a quel momento, e dei tratti tipici legati ad ognuna di loro. Poi l’insegnante distribuisce alcune pagine del fumetto a ogni bambino, che dovrà ritagliare i personaggi che presentano le caratteristiche fisiche delle emozioni trattate, e incollarle sul cartellone corrispondente all’emozione. Alla fine dell’attività, si possono riguardare assieme i cartelloni e discutere sui vari personaggi e le loro caratteristiche (es. “Secondo voi da cosa si vede che tizio è arrabbiato?”).
Osservazioni Nessuna
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INVENTIAMO UNA STORIA SULLE EMOZIONI Marisa Paganetti, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Inventare una storia che contenga varie emozioni Allenarsi a pensare a situazioni in cui si potrebbero provare certe emozioni Fare un ripasso sulle caratteristiche legate alle emozioni trattate Mimare le emozioni
Durata Varie unità didattiche
Materiali Fogli a brutta Macchina fotografica Fogli e matite colorate Colla e forbici
Età Da 4 anni
Descrizione Premessa: è meglio che l’insegnante definisca prima di iniziare il personaggio e l’emozione principale da trattare nella storia (che possono anche essere varie). L’insegnante propone ai bambini di scrivere la storia del personaggio X che durante la sua avventura proverà certe emozioni (es. paura, felicità, …). Lavorando assieme, si definiscono le scene principali della storia, discutendo anche di come si sente il personaggio X in quelle situazioni. L’insegnante prende nota. In una seconda fase, il/la bambino/a che ha proposto una certa scena la disegnerà (dato che l’ha proposta lui/lei, il suo disegno sarà molto dettagliato). Ogni bambino/a viene poi fotografato con l’espressione dell’emozione che prova il personaggio X nella scena da lui/lei disegnata. Queste fotografie saranno stampate in formato abbastanza piccolo da poter essere incollate in un angolo del disegno. Alla fine l’insegnante aggiunge il testo sui disegni e li raccoglie creando un libro.
Osservazioni Nessuna
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IL SEMAFORO INTERIORE Nadja Reichmuth, Jennifer Baldinger, SE Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Trasmettere l’idea che il semaforo si trova dentro di noi Questa attività prevede che prima si introduca la tecnica per del semaforo (v. modello PATHS)
Durata 30 minuti
Materiali Fogli con disegno del semaforo Necessario per disegnare e colorare
Età 6 -‐8 anni
Descrizione Dopo aver introdotto la tecnica per ritrovare la calma del semaforo, si spiega ai bambini che questo semaforo non si trova sulle strade, come i semafori delle auto, ma è dentro di noi, e funziona allo stesso modo. Ogni bambino riceverà un foglio con il disegno del semaforo, e dovrà disegnare sé stesso (testa, braccia e gambe) attorno allo stesso, che fungerà da tronco.
Osservazioni Nessuna
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FACCIA BUFFA Odile Pedroli – Conrad, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Trattare diverse emozioni sia dal punto di vista delle caratteristiche fisiche che delle situazioni a loro legate Dare ai bambini uno strumento per dire agli altri come si sentono e introdurre questa possibilità
Durata 1 h
Materiali Nicola Smee, “Faccia buffa”, Ed. Ape Junior fotocopie ingrandite delle pagine del libro fotocopie rimpicciolite delle facce del bambino, raccolte con un nastro della dimensione adatta per essere messo al polso musica sedie disposte in ordine sparso a due a due, schienale contro schienale foglio A3 su cui ci sono tutte le facce viste nella storia più una faccia senza espressione (senza tratti facciali) nel centro
Età Da 3 anni
Descrizione L’insegnante legge il libro mostrando ai bambini le scene, nascondendo però le facce del protagonista. Ad ogni scena chiederà come si sente il protagonista secondo loro e come pensano che sia la sua faccia. Ognuno prova a mimarla. Alla fine della storia, lavorando solo con le fotocopie grandi, i bambini dovranno ricostruire la storia, aiutati dall’insegnante, che disporrà le fotocopie nell’ordine corretto sul pavimento. Quando la storia sarà stata ricostruita, ogni bambino riceverà la raccolta di facce da mettere al polso. Ci si sposta in salone, dove l’insegnante accende la musica. I bambini devono muoversi nello spazio, e quando la musica finisce dovranno sedersi. Girandosi verso il loro compagno “di schienale” gli diranno come si sentono oggi e gli mostreranno la carta corrispondente. Poi riprenderà la musica e così via, finché ogni bambino ha avuto modo di raccontare a 2 – 3 compagni come sta. Alla fine si riordinano le sedie e ognuno riceve il foglio A3 con tutte le facce trattate finora più una faccia vuota nel mezzo. I bambini dovranno disegnare la propria espressione (secondo come si sentono) in questa faccia. Poi se lo desiderano possono colorare anche le altre facce.
Osservazioni Questa attività, oltre ad essere molto utile sia come introduzione del tema emozioni che come riassunto dopo aver trattato diverse emozioni, prevede diversi momenti (ascolto – riflessione -‐ discussione – movimento – espressione grafica,…), e permette così di dedicarsi a questo argomento per un tempo più lungo. I bambini potranno poi utilizzare la piccola raccolta di facce anche in altri momenti, per esempio per dire all’insegnante o ai compagni come si sentono.
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INDOVINA COME MI SENTIVO? Odile Pedroli – Conrad, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivi Affinare la precisione nel riconoscimento delle emozioni a partire dai tratti del viso Discutere in gruppo Condividere con i compagni le emozioni provate in un momento speciale
Durata 40 minuti
Materiali Fotografie dell’espressione del viso in occasione di un evento speciale, una per ogni bambino
Età Da 3 anni
Descrizione N.b.: l’attività è stata svolta utilizzando le fotografie scattate in occasione del bambino del giorno. Il bambino del giorno ha alcuni privilegi e riceve una lista di complimenti da parte degli altri bambini, in genere alla fine della giornata. In questo caso chi era bambino o bambina del giorno veniva fotografato con la corona, seduto sul trono. L’insegnante distribuisce a ogni bambino la fotografia di un compagno scattata il giorno in cui è stato bambino del giorno. Poi chiede a qualcuno di iniziare a provare a indovinare come si sentiva secondo lui il bambino della fotografia, che può intervenire per confermare o meno la supposizione del compagno (che può anche farsi aiutare dal resto della classe per indovinare l’emozione). Poi il bambino che ha provato a indovinare consegna la fotografia al compagno rappresentato, che a sua volta proverà a identificare l’emozione del bambino rappresentato sulla fotografia che ha ricevuto. A turno ognuno proverà a indovinare che emozione provasse il compagno di cui ha ricevuto la fotografia. In ogni caso si può decidere quanto spazio lasciare alla discussione di gruppo. È però sempre bene chiedere ai bambini di giustificare le proprie affermazioni (come mai pensi che sia felice? Da cosa lo vedi? Ecc.).
Osservazioni Nessuna
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IL SACCHETTO MAGICO DELLE EMOZIONI Roberta Pollini, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Ampliare la conoscenza della varietà di emozioni Affinare la conoscenza di termini lessicali inerenti le emozioni Sviluppare la capacità di riconoscere le espressioni/emozioni Favorire la drammatizzazione
Durata 20 – 45 minuti, a dipendenza dell’attività
Materiali Sacchetto magico contenente le carte delle emozioni Carte delle emozioni dal libro: L. Piatti e A. Terzi, “Emozioni in gioco“, Ed. La Meridiana, oppure altre carte raffiguranti delle persone che provano diverse emozioni, meglio se con la parola da associare all’immagine.
Età Da 3 anni
Descrizione Di seguito è esposta una serie di attività collegate tra di loro, che possono essere eseguite anche singolarmente. Prima attività: I bambini sono seduti in semicerchio. Inizialmente l’insegnante presenta il sacchetto cercando di valorizzarlo e mostrandolo come un sacchetto speciale, magico. I bambini possono ipotizzare il contenuto attraverso la percezione tattile. Poi l’insegnante ne svela il contenuto, dicendo che dentro ci sono le “carte delle emozioni”. Poi estrae una carta, la mostra a tutti, legge la scritta o la fa leggere ai bambini e la pone di fronte al primo bambino/a. In seguito estrae un’altra carta, che appoggia sul pavimento davanti al secondo bambino/a. E così via, seguendo il semicerchio dei bambini (in questo modo risulta casuale l’associazione emozione-‐bambino). Quando tutte le carte sono state presentate, ognuno ha un’immagine di fronte a sé. La richiesta è quella di osservarla bene e memorizzarla. Poi l’insegnante imita tutte le emozioni una dopo l’altra, e ogni bambina/o deve annunciarsi se crede che l’emozione imitata sia sulla propria carta. Quest’ultima viene messa nel sacchetto. Infine chi vuole può estrarre a caso un’immagine dal sacchetto e drammatizzarla, e i compagni devono riconoscerla. In seguito si può chiedere ai bambini di realizzare un disegno a partire da una carta a scelta (copiandola, disegnando un’altra persona con la stessa espressione, ecc.). Nota: le carte tratte dal libro “Emozioni in gioco” sono parecchie, conviene dunque procedere a tappe nella loro presentazione ai bambini. Introduzione di nuove carte: Bambini seduti in semicerchio. L’insegnante mostra ai bambini il sacchetto dicendo che le/gli sembra più pesante del solito, lo fa passare a tutti a turno, in modo che possano valutare la situazione. In seguito l’insegnante estrae una dopo l’altra tutte le carte: se si tratta di una carta già conosciuta i bambini devono dire GIÀ! (e la carta viene posata su una parte del
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pavimento prestabilita), se invece la carta è “nuova” devono esclamare NUOVA! (e la carta viene appoggiata da un’altra parte). In seguito l’insegnante distribuisce una dopo l’altra solo le carte nuove, nominandole in maniera ben chiara, appoggiandole di fronte ai bambini, con il disegno ben visibile rivolto verso l’alto. La consegna finale: memorizzare bene la “propria” carta, dando poca attenzione alle altre, per poi ricordarsela nella prossima attività. Prova di memoria: chi aveva quale carta? Bambini seduti in semicerchio. Inizialmente l’insegnante espone tutte le carte sul pavimento, e chiede a due bambini più grandi, come breve momento di verifica, di togliere tutte le immagini della prima attività, lasciando sul pavimento solo quelle conosciute nell’attività precedente. Poi a turno, ogni bambino può portare ad un/a compagno/a la “propria carta”, cercando anche di definirla verbalmente tutti insieme. In seguito l’insegnante imita tutte le espressioni/emozioni presenti sulle immagini e chi ha la carta che sta “drammatizzando”, deve alzare la mano. In seguito si può svolgere un gioco veloce di memoria riguardante i nomi delle carte. Per concludere, i bambini possono vedere tutte le carte e sceglierne una per esprimere la propria emozione di quel momento. Drammatizzazioni singole: Bambini seduti in semicerchio. L’insegnante posiziona solo le carte della seconda serie (“nuove”) su un tavolino. Un bambino ne sceglie una e con l’insegnante si prepara per imitarla (senza farsi sentire dai compagni), poi la drammatizza di fronte agli altri bambini che devono riconoscere l’emozione. In un’altra occasione, l’insegnante espone tutte le carte sul pavimento in maniera che i bambini (questa volta seduti al loro posto) possano vederle bene. In seguito a turno, uno dopo l’altro, possono imitare una delle immagini, e una volta che uno o più compagni hanno riconosciuto l’emozione, la carta viene girata al rovescio. “Scenette”: Tutti i bambini sono seduti al loro posto. Le carte delle emozioni sono sparse davanti ai bambini. L’insegnante chiama un/a bambino/a tra i più grandi, e insieme preparano nell’aula accanto o in corridoio, velocemente, una scenetta legata ad una delle immagini. I bambini devono indovinare l’emozione della scenetta. In seguito l’insegnante sceglie un altro allievo tra i grandi con il quale drammatizzare un’altra situazione, e così via. Una volta che i bambini si sono abituati a questo genere di esercizio, possono anche preparare le “scenette” con un compagno.
Osservazioni Una volta introdotte le carte, è possibile utilizzarle nei giorni seguenti a scopo di transizione, per creare un momento ludico tra due attività nell’arco della giornata: dopo aver sparpagliato tutte le carte sul pavimento, l’insegnante imita un’emozione, e il bambino che aveva “ricevuto” quell’emozione durante la prima attività, la può prendere e mettere nel sacchetto.
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UNA SCATOLINA SPECIALE Roberta Pollini, SI Minusio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Valorizzare le soluzioni che i bambini trovano per gestire momenti di tensione o di conflitto Creare un rituale che li abitui a fermarsi a riflettere sul proprio modo di agire nel quotidiano
Durata Ogni volta che si presenta la situazione si scrive il cartellino da mettere nella scatola Una volta alla settimana 30 minuti di condivisione
Materiali Scatolina particolare, decorata in modo speciale Bigliettini e penne
Età Da 3 anni
Descrizione L’insegnante spiega ai bambini che d’ora in poi, ogni volta che si ricorderanno di non reagire in modo impulsivo o aggressivo in una situazione, ma metteranno in atto uno dei metodi imparati in classe per gestire situazioni di conflitto o di tensione sia interpersonali che intrapersonali, potranno prendere un bigliettino dalla scatolina speciale e scrivere quanto successo, oppure raccontarlo all’insegnante, che lo scriverà al suo posto. Una volta alla settimana ci sarà poi un momento dedicato a questa scatolina, in cui si leggeranno e commenteranno tutti bigliettini nuovi, complimentandosi con i bambini che hanno scritto o dettato i bigliettini.
Osservazioni Nessuna
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COSA C’È DIETRO LA PORTA? Tania Pedrazzoli, SI Castione Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Riassumere le emozioni trattate a partire da situazioni legate a una storia ben conosciuta Rappresentare graficamente le emozioni (mimica facciale)
Durata 30 minuti
Materiali Johanna Spyri, “Heidi” Immagine grande di Peter in casa Immagini di altri personaggi a scelta (es. il nonno, Heidi, un lupo, ecc.)
Età Da 3 anni
Descrizione L’insegnante mostra l’immagine grande di Peter e racconta che egli si trova tranquillo in casa, quando sente bussare alla porta. Poi chiede ai bambini chi potrebbe bussare alla porta e loro devono fare delle ipotesi. In seguito, in modo teatrale, l’insegnante avvicina uno dei personaggi. I bambini lo riconoscono e devono dire come si sentirà Peter una volta che avrà aperto la porta. Si prosegue con altri personaggi, facendo delle piccole scenette, dove ogni volta si chiederà ai bambini come pensano che si senta il personaggio, come sarà la sua espressione, cosa farà, ecc. in modo da fare un ripasso generale. Al temine i bambini ricevono un foglio su cui sono rappresentate tutte le situazioni con accanto la faccia del personaggio senza tratti. Dovranno disegnare i tratti secondo l’emozione evocata dalla situazione.
Osservazioni È possibile realizzare questa attività con altre storie o fiabe. In questo caso il testo di Heidi era lo sfondo letterario dell’anno scolastico.
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TI RENDE FELICE? Vania Lehner, SI Cadenazzo Emozioni trattate Felicità
Obiettivo Approfondire le emozioni trattate attraverso un gioco (in questo caso la felicità) Approfondire il fatto che persone diverse reagiscono diversamente alle situazioni (provando emozioni diverse)
Durata Circa 30 minuti
Materiali Fogli e colori
Età Da 3 anni
Descrizione L’insegnante annuncia che si farà un giochino sulla felicità. Inizia con una ripetizione di quanto visto. Chiede ai bambini se si ricordano come si può vedere che qualcuno è felice (tratti facciali, …) e di fare qualche esempio di quando capita di provare queste emozioni. Poi distribuisce un foglio (meglio A5) a ciascun bambino. Ognuno dovrà disegnare una faccia felice. Le facce devono essere molto semplici, stilizzate e non colorate, altrimenti questa parte prenderà troppo tempo. Ci si mette tutti in cerchio, e l’insegnante dice che ora racconterà delle situazioni, e i bambini devono mettere davanti alla propria faccia il disegno con l’espressione felice se quella situazione li rende felici, altrimenti devono lasciare il disegno sul pavimento. Si può anche scegliere più di un’emozione alla volta, anche per vedere se distinguono bene le varie emozioni. In questo modo il gioco diventa però più complicato. Dopo alcuni esempi, i bambini che lo desiderano possono prendere il posto dell’insegnante ed evocare loro delle situazioni. Spunti di discussione: Persone diverse provano emozioni diverse nelle stesse situazioni. Non ci sono emozioni giuste o sbagliate: sono dei segnali che vengono da dentro di noi per dirci qualcosa di come stiamo.
Osservazioni Esempi di situazioni: - è il mio compleanno - sono ammalato e non posso andare a scuola - il mio migliore amico ha rotto la mia macchinina preferita - domenica andiamo a trovare i nonni - c’è la neve - è ora di andare a dormire - sono ammalato e devo passare il sabato a letto - è ora di svegliarsi - oggi si va in passeggiata con la scuola - la mamma dice che è ora di spegnere la televisione - il mio compagno ha finito il compito prima di me - l’insegnante mi sgrida perché ho chiacchierato durante la lezione È possibile creare varianti di questa attività per altre emozioni.
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IL CAMPANELLO D’ALLARME (variante di “ti rende felice?”) Vania Lehner, SI Cadenazzo Emozioni trattate Paura
Obiettivo Approfondire le emozioni trattate attraverso un gioco (in questo caso la paura) Approfondire il fatto che persone diverse reagiscono diversamente alle situazioni (provando emozioni diverse). Allenare l’accettazione delle emozioni altrui
Durata Circa 30 minuti
Materiali Fogli e colori campanellino
Età Da 3 anni
Descrizione L’insegnante annuncia che si farà un giochino sulla paura. Chiede ai bambini se si ricordano come si può vedere che qualcuno ha paura (tratti facciali, …). Poi distribuisce un foglio (meglio A5) a ciascun bambino. Ognuno dovrà disegnare una faccia paurosa. Le facce devono essere molto semplici, stilizzate e non colorate, altrimenti questa parte prenderà troppo tempo. Poi ci si mette tutti in cerchio e l’insegnante introduce il gioco con una piccola lettura sulla paura, e chiedendo ai bambini se gli è già capitato di avere paura e in quale occasione. Poi presenta il campanellino d’allarme, che suona quando bisogna stare attenti perché c’è qualcosa di strano. Ogni volta che suona, l’insegnante racconterà delle situazioni, e i bambini devono mettere davanti alla propria faccia il disegno con l’espressione paurosa se quella situazione fa loro paura, altrimenti devono lasciare il disegno sul pavimento. Si può anche scegliere più di un’emozione alla volta, anche per vedere se le distinguono bene le varie emozioni. In questo modo il gioco diventa però più complicato. Dopo alcuni esempi, i bambini che lo desiderano possono prendere il posto dell’insegnante ed evocare loro delle situazioni. Spunti di discussione: Persone diverse provano emozioni diverse nelle stesse situazioni. Non ci sono emozioni giuste o sbagliate: sono dei segnali che vengono da dentro di noi per dirci qualcosa di come stiamo. È importante rispettare le emozioni degli altri, anche se per noi sembrano strane.
Osservazioni Esempi di situazioni: - c’è il temporale - c’è un ladro in casa - vedo una coccinella - sono su una torre molto alta e guardo giù - arriva un bel gatto che vuole le coccole - il gatto si mette a soffiare e vuole graffiarmi - non vedo più la mamma al supermercato - mi sveglio di notte - vado in bicicletta in una discesa ripidissima
È possibile creare varianti di questa attività per altre emozioni.
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LE STATUINE PAUROSE Vania Lehner, SI Cadenazzo Emozioni trattate Paura
Obiettivo Rendersi conto di cosa provoca in noi un’emozione con tutto il corpo Discriminare tra situazioni che ci fanno paura e altre che non ci fanno paura
Durata 20 minuti
Materiali Musica allegra
Età Da 3 anni
Descrizione Mentre si sente la musica i bambini camminano / saltellano senza ordine. Non appena la musica finisce, l’insegnante evoca una situazione (es. vedo un grosso ragno nella mia camera, oppure “mangio un gelato”) e i bambini devono assumere un atteggiamento spaventato (con tutto il corpo) se quella situazione provoca in loro paura. Altrimenti dovranno rimanere in piedi, normalmente.
Osservazioni Nessuna
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LE SEDIE DELLE EMOZIONI Sarah Pezzi, SI Sala Capriasca Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo A partire da una fotografia di un volto, riconoscere come si sente la persona
rappresentata ed esplicitare l’emozione Riconoscere le caratteristiche tipiche di un’espressione emotiva del volto e a partire da queste, imitarla
Durata 30 minuti
Materiali “Jeux de visages”, Nathan, Parigi, 1985 (32 fotografie, 4 tavole da lotto, 32 gettoni con fotografie, 1 libretto pedagogico) 4 panchine e due sedie (le 4 panchine sono disposte a forma di rombo. Le due sedie vanno collocate in due angoli opposti del rombo dirette verso l’interno).
Età Da 3 anni
Descrizione I bambini si siedono sulle panchine. L’insegnante mostra le fotografie ed i bambini esplicitano che emozione provano le persone rappresentate. Le immagini vengono disposte sul pavimento al centro (in modo che si ha per ogni allievo una foto). In seguito viene abbinata ad ogni foto sul pavimento una identica in un formato più piccolo, in modo che per ogni emozione esistono due foto. L’insegnante raccoglie tutte le foto piccole e le distribuisce ai bambini. Due bambini si siedono sulle sedie, tra le panchine. Un bambino imita l’espressione del volto della sua foto, l’altro indovina che emozione viene rappresentata e sceglie la foto corrispondente sul pavimento, esplicitando l’emozione. Al fine di far indovinare ed imitare a tutti si cambiano i posti a rotazione (tipo staffetta).
Osservazioni
Nessuna
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RICCIO LINO E LE GOMMOLOSE Silvia Fumagalli, SE Stabio Emozioni trattate Tristezza
Obiettivo Distinguere tra tristezza causata da un dolore fisico e quella causata da un dolore
psicologico
Durata 30 minuti
Materiali Libro “Riccio Lino e le Gommolose” di Enza Crivelli e Marco Carabassi, Uovonero edizioni Fimo di diversi colori
Età 7 anni
Descrizione L’insegnante legge la storia del riccio Lino a tutta la classe. Inseguito, appende alla lavagna delle immagini dei personaggi della storia e chiede ad ogni bambino di esplicitare quale personaggio è piaciuto di più e di motivare la scelta. Le risposte vengono annotate alla lavagna. È probabile che uno o più personaggi non vengano scelti. L’insegnante fa notare ai bambini il fatto che ci sono dei personaggi che non sono stati scelti come capita nella storia al riccio Lino. A questo punto chiede come si sentiva il riccio e se è già capitato anche a loro di non essere stati scelti e come si sono sentiti in quel momento. Nasce una discussione. In seguito l’insegnante fa ragionare i bambini su cosa fa più male “Cadere sul ginocchio oppure quando qualcuno non vuole giocare con noi?”. Si ragiona sulle seguenti domande: “Il male del ginocchio che male è? Quale male è peggiore? Quale dolore dura di più?” Le risposte vengono annotate alla lavagna e si discute sul risultato. Infine l’insegnante propone ai bambini di creare in un altro momento delle “gommolose-‐portafortuna” di fimo, attaccando dei ganci, in modo che diventino dei ciondoli. Ogni bambino ne costruisce due. Una per sé stesso e l’altra da regalare ad un compagno.
Osservazioni
È possibile proporre il libro come lettura continuata. L’attività si può dividere in due momenti, oppure può essere svolta in una volta sola.
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FELICITÀ È ANCHE RENDERE FELICI GLI ALTRI Fabrizio Plebani, SE Stabio Emozioni trattate Felicità
Obiettivo Discutere sulla felicità e pensare come si possono rendere felici gli altri
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Una storia sulla felicità
Età Da 4 anni
Descrizione Dopo aver raccontato ai bambini una storia sulla felicità si discute con loro su questa emozione: come ci si sente, perché è importante, ecc. Insieme si può arrivare alla conclusione che essere felici può aiutare a fare amicizia e che significa anche far felici gli altri. Come?
-‐ fare un gioco insieme; -‐ invitare un amico a casa; -‐ fare un lavoretto da regalare all’amico; -‐ trascorrere la ricreazione insieme; -‐ …
In seguito l’insegnante invita i bambini, come compito per i giorni seguenti, a pensare ed attuare un modo per rendere felice un compagno di classe. Allo scadere del termine stabilito si racconterà al resto della classe che cosa si è fatto.
Osservazioni (Jone Galli)
A seconda del tipo della classe si può pensare di far pescare ad ogni allievo un biglietto con il nome del compagno da rendere felice. In questo modo si è certi che nessuno verrà “escluso” dall’attività.
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IL PUNTO Lara, tirocinante nella classe del Mo. Giovanni Fortis, SE Stabio Emozioni trattate Autostima
Obiettivo Attraverso la lettura di una storia discutere con i bambini delle difficoltà che
incontriamo quotidianamente e di come superarle
Durata 20-‐30 minuti
Materiali “Il punto”, P. H. Reynolds, Ape Junior
Età 6-‐7 anni
Descrizione L’insegnante racconta la storia di Vashti: bambina che non crede in sé stessa ma che grazie all’aiuto della sua maestra riesce ad accrescere la sua autostima. Al termine della storia l’insegnante pone ai bambini delle domande per verificare la comprensione e stimolare la discussione.
- Come si sentiva Vashti all’inizio? - Come si sente quando la maestra le dice di disegnare un punto? - Perché alla fine Vashti dice al bambino di disegnare un punto? - Cos’ha imparato Vashti?
In seguito la discussione si sposta su un piano più vicino ai bambini: - Vi è già capitato di trovarvi in difficoltà? - Cosa fate quando siete in difficoltà? Quali sono i modi per superarle?
Osservazioni Nessuna
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STO BENE A SCUOLA Jone Galli, assistente di progetto e docente SE Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Ricordare il primo giorno di scuola e l’emozione provata e fare un primo bilancio
sulla propria esperienza a scuola (ciò che piace/non piace)
Durata 30-‐40 minuti
Materiali “Una papera nello zaino”, S. Ghioni, Ed. Arka Una papera peluche e uno zaino Necessario per disegnare
Età 6-‐7 anni
Descrizione L’insegnante legge la storia di Mirko con l’ausilio di una piccola papera e dello zaino per poi discutere di cosa significa iniziare la scuola. Durante e dopo il racconto l’insegnante pone delle domande per stimolare la riflessione e favorire la comprensione:
- Mirko aveva voglia di iniziare ad andare a scuola? Perché? - Perché Mirko porta a scuola la papera? - Come si sente Mirko quando ha la papera con sé? - In cosa la papera aiuta Mirko? Come?
Dopodiché si chiede ai bambini di prendersi un momento per ricordare il primo giorno di scuola e come si sono sentiti (dando anche una breve spiegazione). La piccola papera Maya passa di mano in mano regolando il turno di parola, tutti dicono la loro. (Naturalmente questa parte dell’attività si presta se viene proposta all’inizio dell’anno scolastico.) Poi viene chiesto al gruppo di esplicitare qualcosa della scuola che non piace. Non tutti sono obbligati a parlare. Infine l’insegnante chiede ai bambini di pensare al momento della giornata a scuola che piace di più, nel quale si sentono bene. Le risposte non vengono socializzate, bensì si propone ad ognuno di disegnare il suo momento.
Osservazioni
Attività proposta da Rita Ostinelli, SE Bedigliora. La storia può essere usata anche come stimolo per parlare dell’arrivo a scuola di bambini che non conoscono il resto della classe. Quando Mirco vive la sua prima ricreazione e viene “escluso” dai giochi dei compagni l’insegnante invita gli allievi, soprattutto coloro che provenivano da altre scuole dell’infanzia rispetto alla maggioranza, a ripensare alle loro prime ricreazioni: che cosa hanno fatto? Con chi si sono intrattenuti? Ecc.
- Cosa vuol dire giocare da soli? È bello o brutto? (La solitudine può essere positiva, se cercata, ma anche negativa. È una questione soggettiva).
- Che differenza c’è tra giocare da soli a casa e a scuola con i compagni?
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SEI SPECIALE! Giulia Berkes Crippa, SE Mendrisio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Attraverso la lettura di una storia discutere con i bambini di come ci si sente quando
si viene scherzati e dei diversi modi di sorridere (felici/di scherno)
Durata 20-‐30 minuti
Materiali “Orecchie di farfalla”, L. Aguilar, Ed. Kalandraka Illustrazioni proiettate con il beamer
Età 6-‐7 anni
Descrizione L’insegnante racconta la storia di Mara: una bambina che ha le orecchie a sventola (o “di farfalla”, come le spiega la mamma), i capelli ribelli, ecc. Tutte queste caratteristiche sono oggetto di scherno da parte dei suoi compagni ma in fondo la rendono unica. Durante la storia si osservano i sorrisi dei compagni (di scherno, malvagi) in contrapposizione con quello di Mara (genuino, felice). Possono venir poste delle domande per stimolare la riflessione e discussione:
-‐ Questi bambini sono amici di Mara? à di solito gli amici non scherzano! -‐ I loro sorrisi sono uguali? In cosa sono diversi? (Si può chiedere ad alcuni
bambini di imitare i sorrisi dei compagni che scherzano Mara.) In seguito l’insegnante può far disegnare ai bambini una faccia felice individuando i tratti distintivi dell’emozione sul viso.
Osservazioni (Jone Galli)
A seconda del tipo di classe in cui si insegna, al termine della storia si potrebbe chiedere ad ogni bambino di trovare una caratteristica che lo rende unico e di inventare un “paragone” come fa Mara (ad esempio: non orecchie a sventola bensì orecchie di farfalla). È poi possibile disegnarsi accentuando la caratteristica scelta.
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MISTER SORRISO Sarah Pezzi, SI Sala Capriasca Emozioni trattate Felicità
Obiettivo Esprimere oralmente situazioni in cui ci si sente felici
Identificare i tratti caratteristici di un viso felice e disegnarli
Durata 30 minuti
Materiali (“Mister Sorriso”, R. Hargreaves, Ed. Mondadori) Mister Sorriso (pupazzetto) Uno specchio per bambino Necessario per disegnare
Età Da 3 anni
Descrizione Il gruppo si sposta nel salone dove ci sono 4 panchine che formano un quadrato. L’insegnante chiede ai bambini di ricordare cosa si è fatto l’ultima volta in questo setting (discussione su quando si è felici/tristi; cose che piacciono). La regola da rispettare è quella per la quale si può parlare solo quando Mister Sorriso (pupazzetto) è tra le nostre mani. L’insegnante propone ai bambini alcune fasi da completare:
- Quando sono con la mamma sono felice perché… - Quando vado in giardino sono felice perché… - …
Ogni bambino può esprimere il suo vissuto al gruppo. In seguito l’insegnante distribuisce uno specchio a ciascuno e chiede di osservare il proprio viso. “Proviamo a fare Mister Sorriso: cosa succede alla nostra bocca? E agli occhi? Il naso?” à breve messa in comune. Di ritorno in aula ognuno, sedendosi di fronte allo specchio, prova a disegnare il suo viso felice.
Osservazioni
Nessuna
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LA BACCHETTA MAGICA Isabella Ceppi, SE Vacallo Emozioni trattate Amicizia/ Gestione conflitti
Obiettivo Trovare una strategia per gestire i “conflitti”
Durata 30-‐40 minuti
Materiali “Diventare amici”, tratto da “La scatola delle meraviglie”, F. Andreoni, Ed. Gaia.
Illustrazioni del racconto (da riordinare)
Età 6-‐7 anni
Descrizione L’insegnante legge il racconto “Diventare amici”: tre strumenti non vanno d’accordo, ognuno non sopporta la musica dell’altro. Un giorno una bacchetta da direttore d’orchestra dà loro un consiglio: se suonano tutti insieme la stessa musica otterranno una bella melodia. Con l’aiuto della bacchetta si rendono conto di quanto è bello suonare insieme. Al termine del racconto si ricostruisce la storia con l’aiuto delle 4 vignette e in seguito l’insegnante chiede ai bambini di battere con le mani un ritmo a scelta: senza una “guida” il risultato è poco piacevole. Poi si prova a battere le mani insieme, con un direttore d’orchestra. Dopodiché l’insegnante pone alcune domande:
- Riuscite a giocare bene senza litigare? - Vi è mai capitato di essere esclusi da un gioco? Come vi siete sentiti? - Cosa avete fatto per risolvere questa situazione?
Durante la discussione può emergere che per risolvere un litigio quasi tutti chiedono aiuto ad una persona adulta (mamma, maestra,…). A questo punto l’insegnante può chiedere: “Come si potrebbe fare per evitare di chiedere sempre aiuto a una persona adulta? Pensate alla storia dei tre strumenti.” Collettivamente la classe propone di istituire una bacchetta, come nella storia, che aiuti a giocare insieme senza litigare.
Osservazioni
L’insegnante ha scelto di svolgere questa attività dopo aver notato che i suoi allievi, quando giocano insieme, litigano spesso perché escludono dei compagni. (“Stiamo giocando io e lui, non puoi giocare con noi”; “Siamo già in quattro, non puoi giocare.”; ...). In seguito a un suo intervento i bambini riescono a risolvere la lite e giocare insieme serenamente.
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LA TECNICA DELLA TARTARUGA Michela Rossinelli, SE Ponte Capriasca Emozioni trattate Autocontrollo
Obiettivo Individuare situazioni adeguate all’utilizzo della tecnica della tartaruga, partendo dal
vissuto quotidiano della classe
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Immagini del modello PATHS
Età 6-‐7 anni
Descrizione Ripresa della tecnica della tartaruga: la storia e la strategia; in quali momenti fare la tartaruga? L’insegnante spiega ai bambini che durante la lezione verranno presentate altre situazioni: la classe deve determinare in quali è giusto fare la tartaruga.
- Luca tira i capelli a Giulia, in seguito fa la tartaruga. (È giusto? Cos’avrebbe potuto fare invece di tirare i capelli?)
- Marco ruba un gioco a Carlo, in seguito fa la tartaruga. (Come si sarà sentito Marco? E Carlo?)
In seguito l’insegnante pone delle domande: - Quando ci si deve ricordare di fare la tartaruga? - Chi di voi ha spiegato la tecnica della tartaruga a casa? - Qualcuno ha usato la tecnica anche a casa? In che situazione?
Osservazioni Nessuna
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IL GUERRIERO NELLA TANA DELLA LEPRE Sara Matti, SE Pura Emozioni trattate Paura, sentirsi sicuri
Obiettivo Individuare e rappresentare graficamente ciò che ci fa paura
Durata 30-‐40 minuti
Materiali “Chi è il terribile guerriero nella tana della lepre?”, M. Di Domenico, Ed. Arka (o
qualsiasi altra storia che parla di paura)
Età 6-‐7 anni
Descrizione L’insegnante racconta la storia interrogando di quando in quando gli allievi su come si sentono i personaggi e ponendo domande puntuali per sostenere la comprensione.
- Quali delle emozioni che abbiamo già imparato ci sono nella storia? - Qual è l’emozione preponderante?
In seguito l’insegnante invita i bambini a pensare a ciò che fa loro paura senza esplicitarlo al gruppo. Quando sono pronti gli allievi vanno al banco e disegnano il tutto sul quaderno delle emozioni accompagnando all’immagine una frase o qualche parola esplicativa.
Osservazioni
Se si propone l’attività alla Scuola dell’infanzia, l’insegnante può scrivere accanto al disegno qualche parola di spiegazione.
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LA DANZA DELLE EMOZIONI Mara Garganigo, SE Cadro Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Esprimere diversi tipi di emozioni con il corpo (camminando)
Durata 20 minuti
Materiali Musica della danza
Età 6-‐7 anni
Descrizione Prima di tutto l’insegnante passa in rassegna con la classe le emozioni trattate fino a
quel momento (su un pannello è appesa una carta per ogni emozione). In seguito vengono scelte alcune emozioni e dei volontari si esibiscono in “camminate emotive” (camminano in giro per l’aula come farebbe una persona felice/triste/arrabbiata”ecc.). Dopodiché viene ripetuta la danza che contiene un ritornello che si presta bene alle “camminate” .
Osservazioni
Nessuna
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LO SPECCHIO DELLE EMOZIONI Sara Matti, SE Pura Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Esprimere un’emozione e rappresentarla con il corpo Individuare i tratti caratteristici delle varie emozioni
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Carte delle emozioni
Età 7 anni
Descrizione Fase 1: Sul pavimento sono sparpagliate le carte con le emozioni trattate in classe. A coppie: un allievo sceglie quale emozione rappresentare e al suono del sonaglio assume la posa adeguata immobilizzandosi come una statua. Al secondo suono del sonaglio il compagno, in piedi di fronte a lui, imita la posa della “statua” e in seguito dice qual è l’emozione rappresentata. Fase 2: Un allievo esce dall’aula. Il resto della classe sceglie due emozioni, ad esempio sorpreso e felice. Tutti i bambini assumeranno un’aria felice a parte uno che dovrà mostrarsi sorpreso. L’allievo che era fuori dall’aula deve individuare “l’intruso” e identificare le due emozioni.
Osservazioni
Per terminare l’attività l’insegnante può distribuire ai bambini un foglio con rappresentate le facce delle loro carte (ev. “camuffate”, ovvero con i capelli diversi da come li conosce la classe). Gli allievi devono riconoscere le emozioni e scriverla sotto ad ogni viso.
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IL BAMBINO DEL GIORNO CON FOTOGRAFIE Danila Marcoli, SI Croglio
Emozioni trattate Presentazione di sé e complimenti
Obiettivo Presentarsi agli altri attraverso delle fotografie Formulare dei complimenti per un compagno
Durata 20 minuti
Materiali Fotografie portate da casa
Età 4-‐7 anni
Descrizione Ogni bambino ha portato da casa delle fotografie per lui significative scelte con i genitori (ad es. foto della famiglia, di lui da neonato, ecc.). Quando è il suo turno, il bambino del giorno si presenta attraverso il racconto delle fotografie scelte. In seguito, i compagni esprimono dei complimenti nei suoi confronti.
Osservazioni
Nessuna
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35
IL MIMO DELLE EMOZIONI Mara Garganigo, SE Cadro Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Esprimere un’emozione e rappresentarla con il corpo Individuare i tratti caratteristici delle varie emozioni
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Carte delle emozioni
Età 7 anni
Descrizione Fase 1: Un bambino si mette di fronte alla classe e, dopo aver scelto un’emozione tra quelle trattate (guardando le carte delle emozioni appese alla parete), la rappresenta col corpo. I compagni devono indovinare di quale emozione si tratta, chi ci riesce prende il posto del “mimo”. Fase 2: Questa volta chi mima l’emozione lo fa indossando una maschera bianca, neutra. Discussione su che cosa cambia con la maschera: per chi mima e per chi indovina.
Osservazioni
In seguito, a coppie, i bambini ricevono delle strisce di fumetti (ad esempio dei Peanuts) e devono individuare e scrivere sotto ogni striscia quali sono le emozioni provate dai protagonisti. Condivisione e argomentazione delle emozioni trovate.
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36
LE CAMMINATE Isabella Ceppi, SE Vacallo Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Esprimere un’emozione camminando e rappresentandola con il corpo Individuare i tratti caratteristici delle varie emozioni
Durata 20 minuti
Materiali Nessuno
Età 7 anni
Descrizione Fase 1: L’insegnante dice ai bambini come devono camminare in giro per l’aula (felici, tristi, arrabbiati, ecc.). Allo “STOP!” devono immobilizzarsi come statue continuando ad esprimere l’emozione. Fase 2: Questa volta sono i bambini a scegliere l’emozione con la quale camminare. Allo “STOP!” l’insegnante prova ad indovinare quale emozione voleva esprimere ogni allievo.
Osservazioni
Nessuna
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37
TU SEI BRAVO A … Isabella Ceppi, SE Vacallo Emozioni trattate Autostima, complimenti
Obiettivo Esprimere un complimento nei confronti di un compagno rappresentandolo graficamente Indovinare, grazie a degli indizi, quale complimento il compagno ci ha fatto
Durata 30 minuti
Materiali Necessario per disegnare Nastro adesivo
Età 7 anni
Descrizione Fase 1: L’insegnante forma delle coppie e chiede ad ogni bambino di pensare ad una cosa che il compagno è bravo a fare. In seguito ognuno prepara un disegno che rappresenti il complimento scelto. Fase 2: L’insegnante attacca sulla schiena di ogni bambino il disegno preparato per lui. Uno alla volta gli allievi si mettono di fronte al gruppo e, grazie a degli indizi forniti dall’autore del disegno, provano ad indovinare cosa è rappresentato.
Osservazioni
In seguito l’insegnante lascia del tempo per finire il disegno (colorarlo, ecc.) che viene poi regalato ad ogni allievo.
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DIAMO UN CONSIGLIO A LIA Nadja ReichmutH, SE Minusio Emozioni trattate Amicizia
Obiettivo A partire da problematiche concrete formulare verbalmente possibili soluzioni
Durata 30 minuti
Materiali Una lettera
Età 7 anni
Descrizione L’insegnante spiega ai bambini di aver ricevuto una lettera da parte di Lia, una bambina della loro età che frequenta un’altra scuola. Leggendo la lettera emerge che Lia ama la scuola ma a volte si sente a disagio per i seguenti motivi:
-‐ a ricreazione i compagni non la lasciano giocare con loro; -‐ facendo la fila nessuno vuole darle la mano; -‐ alcuni compagni prendono le sue cose senza chiedere il permesso.
Nella lettera la bambina chiede consiglio alla classe su come risolvere questi problemi. Al termine della lettura l’insegnante ricapitola con i bambini quali sono le situazioni che mettono Lia a disagio e in seguito discute con la classe sulle possibili soluzioni (chiedendo agli allievi di risalire al proprio vissuto in situazioni simili). Prende nota di quanto emerge e dichiara che verrà scritta una lettera di risposta a Lia.
Osservazioni
Nessuna
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MI SENTO COSÌ QUANDO … Sara Matti, SE Pura Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Esplicitare verbalmente situazioni vissute, legate ad una determinata emozione Indovinare, grazie a degli indizi dati dai compagni, un’emozione
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Strisce di carta sulle quali sono scritte delle emozioni Mollette per i panni
Età 7 anni
Descrizione L’insegnante, tra diverse strisce di carta “coperte” sulle quali sono scritte delle emozioni (quelle conosciute dalla classe) ne fa scegliere una ad un volontario e in seguito la attacca alla sua schiena con due mollette. Dopo aver mostrato alla classe di quale emozione si tratta, i compagni aiutano il volontario ad indovinare cosa c’è scritto sulla sua schiena dando indizi del tipo: “Mi sento così quando…” Si continua fino a che l’emozione non viene indovinata.
Osservazioni
Variante di Mara Garganigo, SE Cadro: la stessa attività può venir proposta senza esplicitare il tipo d’indizio da dare a chi indovina. In questo modo i bambini possono scegliere di mimare l’emozione, fornire un sinonimo, ecc.
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SI SENTE COSÌ PERCHÉ … Sara Matti, SE Pura Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo A partire da un’immagine, inventare e scrivere il motivo per cui una persona prova una determinata emozione
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Immagini a colori di persone che provano diverse emozioni (scaricabili da internet
Età 7-‐10 anni
Descrizione Ogni allievo riceve un foglio con diverse fotografie di persone (uomini, donne e bambini) che provano un’emozione. I bambini scelgono alcune immagini, le ritagliano e dopo averle incollate provano ad ipotizzare, per iscritto, il motivo dell’emozione provata dalle persone ritratte. Es.: “La bambina è sorpresa perché ha ricevuto un regalo.”
Osservazioni
Se si vuole proporre questa attività alla Scuola dell’infanzia, si possono discutere i motivi delle emozioni provate solo verbalmente.
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UN ABBRACCIO TIRA L’ALTRO Silvia Fumagalli, SE Stabio Emozioni trattate Emozioni positive
Obiettivo Ascoltare una storia e mettersi nei panni dei personaggi Provare emozioni positive attraverso il contatto fisico con l’altro
Durata 20-‐30 minuti
Materiali “Un abbraccio tira l’altro”, S. Horning, Mondadori Mollette con il nome dei bambini
Età 7 anni
Descrizione L’insegnante legge alla classe la storia “Un abbraccio tira l’altro”. In seguito si discute sul come ci si sente a dare/ricevere un abbraccio (“Con un abbraccio non ci si punge mai.”). Tutti sono in piedi, l’insegnante propone ad ogni bambino di pescare una molletta con il nome di un compagno che dovrà andare ad abbracciare. La consegna è la seguente: “Si cammina liberamente e quando s’incontra il compagno del quale si è pescato il nome, lo si abbraccia.” L’attività può essere ripetuta più volte, a seconda del piacere espresso dai bambini nel farla. IMPORTANTE: nessuno viene forzato ad abbracciare gli altri. L’insegnante non controlla che i bambini si abbracciano. Ognuno è libero di fare ciò che si sente.
Osservazioni (Jone Galli)
L’insegnante che ha proposto l’attività è una persona molto affettuosa e fisica. Pertanto i bambini sono già abituati a manifestare il proprio affetto anche fisicamente. È consigliabile proporre l’attività solo a classi che presentano un clima adatto, altrimenti potrebbe venire vissuta male.
SUPSI / DFA – CAS Educazione socio-‐emotiva Proposte di attività AS 2010/2011
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IL CERCHIO DEI COMPLIMENTI Andrea Panizza, SE Paradiso Emozioni trattate Emozioni positive
Obiettivo Formulare ed esplicitare oralmente un complimento per un compagno (o per l’insegnante) Saper ricevere un complimento
Durata 20 minuti
Materiali Una corona
Età 7-‐10 anni
Descrizione La classe è seduta in cerchio. A turno, ogni allievo “incorona” un compagno e gli fa un complimento. Il giro finisce quando tutti hanno ricevuto un complimento. In seguito l’insegnante può chiedere ad ogni bambino di disegnare e scrivere il complimento ricevuto.
Osservazioni
Nessuna
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CI SI SENTE COSÌ QUANDO … Danila Marcoli, SI Croglio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Associare un’emozione ad un viso (fotografia) Riconoscere il viso/emozione che si associa ad una determinata situazione Inventare una situazione per una specifica emozione
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Fotografie del viso di un bambino che prova diverse emozioni Post-‐it
Età 4-‐7 anni
Descrizione Prima di tutto l’insegnante mostra ai bambini le fotografie del viso di un bambino che prova diverse emozioni (quelle trattate insieme). In seguito legge una situazione e invita un allievo ad associarvi l’emozione che secondo lui si prova (sottolinea che non tutti provano le stesse emozioni, non c’è giusto e sbagliato!). In un secondo momento i bambini (uno alla volta) dettano all’insegnante una situazione per una determinata emozione e in seguito la drammatizzano ai compagni che devono individuarla.
Osservazioni
Nessuna
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IL MOSTRO MANGIA-‐RABBIA Giovanni Fortis, SE Stabio Emozioni trattate Rabbia
Obiettivo A partire da situazioni date, esplicitare le proprie strategie per controllare la rabbia
Durata 30 minuti
Materiali Scatola del mostro mangia-‐rabbia
Biglietti con esempi di situazioni in cui ci si può arrabbiare
Età 7 anni
Descrizione L’insegnante presenta il mostro mangia-‐rabbia (si tratta di una scatola sulla quale con la cartapesta è stata costruita la testa del “mostro” con una lunga lingua rossa). Questo oggetto colpisce molto i bambini, ancor di più quando l’insegnante spiega loro che il mostro aiuta a digerire le cose che danno fastidio. Come funziona: si scrivono su un biglietto tutte le situazioni spiacevoli che il mostro dovrà “mangiare”, i biglietti vengono poi messi nella scatola. L’insegnante apre la scatola all’interno della quale ci sono diversi biglietti. Essi vengono pescati e letti a turno da un allievo, poi si discute sulla situazione: Vi è già successo?; Come vi comportate quando vi trovate in questa situazione?; ecc. Esempi di biglietti che vengono messi nella scatola, “Mi arrabbio quando…”:
-‐ “Quando non posso guardare la televisione.” -‐ “Quando mi rompono i miei giochi.” -‐ “Quando mi rubano il posto.” -‐ “Quando mi obbligano a fare qualcosa.” -‐ “Quando mi picchiano.” -‐ “Quando mi promettono una cosa e poi invece…” -‐ “Quando mi prendono in giro.”
In un secondo momento i bambini ricevono un foglio su quale disegnare loro stessi in un momento di rabbia (situazione, espressione, …).
Osservazioni (Jone Galli)
Uno sviluppo dell’attività potrebbe essere inscenare le situazioni scritte sui biglietti: come bisognerebbe/non bisognerebbe comportarsi.
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UN VISO, UN’EMOZIONE Fabrizio Plebani, SE Stabio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Associare una fotografia ad un’emozione Scoprire che le espressioni non sono facilmente “catalogabili” Esplicitare i tratti che ci aiutano ad interpretare un’espressione
Durata 20-‐30 minuti
Materiali “Jeux de visages”, Nathan, Parigi, 1985 (32 fotografie, 4 tavole da lotto, 32 gettoni con fotografie, 1 libretto pedagogico)
Età 7 anni
Descrizione Alla lavagna sono attaccati dei fogli con il nome di alcune emozioni o stati d’animo trattati: arrabbiato, sorpreso, pauroso, preoccupato, pensieroso (sono stati volutamente omessi gli aggettivi “felice” e “triste” perché troppo “immediati”.) Su due tavoli in fondo all’aula sono disposte diverse fotografie di un bambino e una bambina che provano queste emozioni. Uno alla volta gli allievi scelgono una fotografia e la posizionano alla lavagna dove lo ritengono opportuno (a seconda delle scritte). In seguito, quando tutte le fotografie sono state appese, l’insegnante chiede alla classe se c’è qualche volto che secondo loro si può spostare. Ognuno può apportare modifiche (motivando il perchéàdescrivendo i tratti). Dopo qualche spostamento l’insegnante sottolinea che non esiste “giusto o sbagliato”, le espressioni sono interpretabili e le sfumature molteplici. Guardando le fotografie non sappiamo cosa è successo, quindi non possiamo sapere se il viso è più preoccupato o pensieroso (ad esempio). Insieme con la classe si può sottolineare cosa si va a guardare per interpretare un’espressione: gli occhi e le sopracciglia, il naso, le guance, la bocca, il mento, la posizione della testa.
Osservazioni
Nessuna
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IL PICCOLO ELEFANTE ROSA Paola Cavadini, SI Castel S. Pietro Emozioni trattate Felicità, tristezza e amicizia
Obiettivo Attraverso la lettura di una storia discutere con i bambini dell’amicizia e di come
superare la tristezza
Durata 30 minuti
Materiali “Come il piccolo elefante rosa divenne molto triste e poi tornò molto felice”, M. Weitze, E. Battut, Ed. Arka Sagoma di una/un bambina/o da disegnare e ritagliare
Età 4-‐7 anni
Descrizione Dopo aver ricapitolato con i bambini quando si è felici e quando si è tristi (le due emozioni sono già state introdotte), l’insegnante racconta la storia del piccolo elefante Bingo che perde il suo amico che trasloca. La saggia civetta dice all’elefantino che quando si è tristi ci sono tre cose da fare:
-‐ piangere tutte le lacrime; -‐ raccontare il proprio dispiacere a chi ci vuole bene; -‐ riservare un posto nel proprio cuore per la persona che ci manca.
Soprattutto alla scuola dell’infanzia capita sovente che i bambini si immedesimino nel personaggio di Bingo. Così l’insegnante può discutere con loro:
- A voi è già capitato di perdere un amico che ad esempio ha cambiato casa? - Chi è il vostro migliore amico?
In seguito i bambini disegnano e ritagliano la sagoma di loro stessi e un amica/o utilizzando un foglio piegato a metà in modo che una volta aperto faccia risultare i due bambini uniti tra loro. Ognuno disegna e colora se stesso e la/il sua/o migliore amica/o e gli da un nome.
Osservazioni Nessuna
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LA RUOTA DELLE EMOZIONI Paola Cavadini, SI Castel San Pietro Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Riconoscere un’emozione guardando una fotografia Raccontare una situazione in cui si è provata una determinata emozione
Durata 20-‐30 minuti
Materiali Ruota delle emozioni: l’insegnante ha costruito una ruota divisa in spicchi colorati (gli stessi colori usati per i cartelloni delle varie emozioni trattate con i bambini: felicità, tristezza, rabbia, vergogna, sorpresa, confusione, paura, orgoglio)
Età 4-‐7 anni
Descrizione L’insegnante mostra una fotografia di un bambino presa da riviste e gli allievi devono individuare quale emozione esprime tra le conosciute. In seguito l’immagine viene incollata sullo spicchio della ruota nello spazio del colore corrispondente. Quando essa è completata a turno i bambini fanno girare la freccia fissata nel mezzo e raccontano un episodio che li ha visti provare l’emozione indicata dalla freccia. L’insegnante scrive sinteticamente il racconto e l’attacca alla ruota vicino allo spicchio preso in considerazione (come una specie di raggio).
Osservazioni
Quando la freccia si ferma, tutti i bambini cercano di esprimere l’emozione indicata. In seguito la ruota rimane a disposizione dei bambini e possono “giocarci” anche da soli.
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LA SCATOLA DELLA RABBIA Paola Cavadini, SI Castel San Pietro Emozioni trattate Rabbia
Obiettivo Ascoltare una storia ed identificare l’emozione di cui si parla Rappresentare, attraverso un disegno, la rabbia
Durata 20-‐30 minuti
Materiali “Che rabbia”, M. D’Allancé, Babalibri Una scatola da scarpe blu (come quella del libro) Necessario per disegnare
Età 4-‐7 anni
Descrizione L’insegnante mostra ai bambini una scatola. Tutti sono molto curiosi perché potranno scoprirne il contenuto solo se indovineranno le emozioni trattate della storia che verrà letta loro. L’insegnante legge la storia di Roberto che si arrabbia così tanto da sputare un essere rosso: la sua rabbia. Essa comincia a distruggere la camera del bambino finché questi non si calma e la rinchiude in una scatola blu. Al termine del racconto l’insegnante discute con i bambini di quale emozione parla la storia e viene trovato il Emozioni trattate: è il momento di aprire la scatola…ma è vuota! A questo punto l’insegnante propone ad ognuno di disegnare la rabbia o sé stesso quando è arrabbiato. Dopo aver osservato i disegni questi vengono chiusi nella scatola.
Osservazioni
Nessuna
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49
IL MOSTRO PAUROSO Giovanni Fortis, SE Stabio Emozioni trattate Paura
Obiettivo A partire da situazioni date, esplicitare le proprie esperienze legate alla paura
Durata 30 minuti
Materiali “Burattino” del mostro pauroso
Biglietti con esempi di situazioni che possono spaventare
Età 7 anni
Descrizione Ogni bambino riceve un pezzo di “puzzle”. Seduti in cerchio si cerca di ricomporre le parole “spezzate”: ansia, batticuore, agitazione, pelle d’oca, mi manca il respiro, tremore, mal di pancia, tensione, brividi. Leggendo le parole si scopre che il tema dell’attività è la paura. L’insegnante racconta ai bambini di qualcuno che ha molta paura e quindi ha deciso di indossare una maschera per spaventare a sua volta gli altri. Poi presenta il mostro pauroso (si tratta di burattino “con prolunga” nascosto in una scatola à suspence). Esso colpisce molto i bambini. L’insegnante mette nella bocca del burattino un biglietto che poi, grazie alla “prolunga”, viene sputato in direzione di un allievo che lo legge. Vi è già successo?; Come vi comportate quando vi trovate in questa situazione?; ecc. Esempi di biglietti da mettere nella scatola, “Ho paura…”:
-‐ “del buio.” -‐ “di quello che c’è sotto il letto.” -‐ “dei ragni.” -‐ “di perdermi.”
In un secondo momento i bambini ricevono un foglio su quale disegnare loro stessi in un momento di paura (situazione, espressione, …).
Osservazioni
Nessuna
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EMOZIONI POSITIVE, EMOZIONI NEGATIVE Fabrizio Plebani, SE Stabio Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Distinguere le emozioni positive da quelle negative Scoprire che le espressioni non sono facilmente “catalogabili” Esplicitare i tratti che ci aiutano ad interpretare un’espressione
Durata 20 minuti
Materiali “Jeux de visages”, Nathan, Parigi, 1985 (32 fotografie, 4 tavole da lotto, 32 gettoni con fotografie, 1 libretto pedagogico)
Età 7 anni
Descrizione L’insegnante divide la lavagna a metà, da una parte scrive “+ STA BENE”, dall’altra “-‐ NON STA BENE”. Su due tavoli in fondo all’aula sono disposte diverse fotografie di un bambino e una bambina che provano queste emozioni. Uno alla volta gli allievi scelgono una fotografia e la posizionano alla lavagna dove lo ritengono opportuno. In seguito, quando tutte le fotografie sono state appese, l’insegnante chiede alla classe se c’è qualche volto che secondo loro si può spostare. Ognuno può apportare modifiche (motivando il perchéàdescrivendo i tratti). Dopo qualche spostamento l’insegnante sottolinea che non esiste “giusto o sbagliato”, le espressioni sono interpretabili e le sfumature molteplici. Insieme con la classe si può sottolineare cosa si va a guardare per interpretare un’espressione: gli occhi e le sopracciglia, il naso, le guance, la bocca, il mento, la posizione della testa.
Osservazioni
Nessuna
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51
PER SCACCIARE LA PAURA … Fabrizio Plebani, SE Stabio Emozioni trattate Paura, sentirsi al sicuro
Obiettivo Descrivere delle immagini che riguardano la paura Esplicitare i tratti che ci aiutano ad interpretare l’espressione spaventata Esplicitare le proprie strategie per superare la paura e sentirsi al sicuro
Durata 20 minuti
Materiali Lucidi con immagini di situazioni che possono spaventare (tipo quelle proposte dal classeur PATHS) Retroproiettore
Età 7 anni
Descrizione L’insegnante proietta alcune immagini di situazioni che possono spaventare i bambini:
-‐ bno. sotto le coperte spaventato dal rumore di rami che grattano contro la finestra;
-‐ bno. all’ospedale alle prese con il dottore; -‐ bno. in fuga da una casa “infestata” dai fantasmi; -‐ bno. sulle montagne russe.
L’insegnante stimola gli allievi ad esplicitare quali sono i tratti del viso che ci fanno capire che i bambini delle immagini hanno paura. Si può sottolineare che tra le immagini ci sono paure “classiche”, ad esempio quella del dottore, e invece paure che ci “andiamo a cercare”, come ad esempio quella provocata dalle montagne russe. In seguito l’insegnante racconta la storia di una bambina che si sveglia a causa di un incubo e chiama i genitori. “Cosa le avranno detto per rassicurarla?”; “Come fate voi a tranquillizzarvi e sentirvi al sicuro dopo aver fatto un incubo?”.
Osservazioni
Dopo la discussione è possibile far disegnare ai bambini un sogno che li ha spaventati.
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IL MANDALA DELLE EMOZIONI Isabella Ceppi, SE Vacallo Emozioni trattate Varie emozioni
Obiettivo Identificare, tra quelli “trattati”, le emozioni e gli stati d’animo che fanno sentire bene Evocare e scrivere delle situazioni realmente vissute in cui si sono provati determinati stati d’animo
Durata 40 minuti
Materiali Un foglio da disegno con il mandala, tratto da Giochi e attività sulle emozioni, M. Di Pietro e M. Dacomo, Erickson
Età 7 -‐ 10 anni
Descrizione Ogni allievo riceve il foglio con il mandala delle emozioni (vuoto). L’insegnante chiede ai bambini di pensare a degli stati d’animo positivi, che fanno stare bene (vengono scritti alla lavagna): euforico, felice, sereno, essere innamorati, contento, essere fiero, eccitato, entusiasta, curioso, sentirsi apprezzato. A partire dall’elenco (o scegliendo altre emozioni) ogni bambino sceglie sei stati d’animo da scrivere nei petali (piccoli) del mandala. Poi, nei petali esterni (più grandi), ognuno scrive delle situazioni in cui ha provato quegli stati d’animo. Infine si colora il mandala.
Osservazioni
Con i bambini di I elementare è necessario che l’insegnante li aiuti a scrivere le situazioni nei petali.