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PROGETTO AREE A FORTE PROCESSO
MIGRATORIO Progetto attuato , in fase di attuazione, in previsione di attuazione Premessa
I bisogni che manifesta la popolazione straniera nel nostro specifico contesto possono, nel dettaglio,
essere evidenziati nell’ambito delle seguenti 4 macro variabili.
Disagio socio relazionali
Emarginazione affettiva
- Mancanza di contesto abitativo adeguato
- Difficoltà di ricongiungimento nucleo familiare
- Separazione dalla famiglia
- Fratture culturali fra genitori e figli
- Isolamento
- Separazione dalla rete sociale
- Isolamento abitativo
- Difficoltà da parte dei genitori di accettare adeguamenti culturali da parte dei figli
- Non stanzialità del nucleo
Isolamento ed emarginazione culturale
- Emarginazione culturale - religiosa
- Isolamento della donna
- Emarginazione “affettivo” sociale
- Non conoscenza della lingua da parte di entrambi i genitori (solo in alcuni casi) e di non
conoscenza della lingua da parte delle madri (fenomeno più accentuato)
Isolamento produttivo ed emarginazione dal lavoro
- Emarginazione e insicurezza lavorativa
- Precarietà abitativa
- Carenza di preparazione/addestramento lavorativo
- Rigidità sistema produttivo
- Riferimento normativo non stabile
Esclusione dalle scelte del vivere collettivo
- Presenza illegale
- Difficoltà a comunicare i propri bisogni per mancata conoscenza della lingua o per non
riconoscimento dei propri bisogni
- Paura di esprimersi
- Richieste improprie per l’accesso ai servizi
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Al fine di contribuire alla risoluzione di tali problematiche, l’istituto comprensivo “A. Manzoni”, a
partire dall’ 2000, ha dato il via a un progetto indirizzato agli alunni stranieri. I quattro nuclei
fondanti del progetto sono:
1- accoglienza
2- facilitazione
3- intercultura
4- formazione
ACCOGLIENZA: OBIETTIVI/RISULTATI ATTESI, TARGET, DURATA, METODOLOGIA
INTERVENTO.
Protocollo di accoglienza (approvato dal Collegio dei Docenti)- strumento principale di lavoro:
criteri, principi, indicazioni per l’iscrizione e l’inserimento dei neo arrivati compiti e ruoli operatori
scolastici, fasi di accoglienza e attività di facilitazione. Revisione annuale, dopo verifica collegiale.
Obiettivi/ risultati attesi:
definire pratiche condivise all’interno delle scuole in tema d’accoglienza di alunni stranieri.
Sostenere gli alunni neo-arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto.
Favorire un clima d’accoglienza e di attenzione alle relazioni, che prevenga e rimuova
eventuali ostacoli alla piena integrazione.
Costruire un contesto favorevole all’incontro con le altre culture e con le “storie” di ogni
bambino.
Promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio su temi come
l’accoglienza e l’educazione interculturale, nell’ottica di un sistema formativo integrato.
Collaborazione scuola- famiglia al fine di facilitare il loro ingresso a scuola;
Raccordo tra l'azione formativa della scuola e le strutture e organizzazioni o persone fisiche
che nel territorio si occupano di immigrazione (caritas, parrocchia, privati , ...);
Coinvolgimento di altri enti (Comune, Cooperative di servizi , ...);
Ingresso facilitato ai minori di altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale.
Accoglienza facilitata alla famiglia nel nuovo ambiente sociale ed educativo
Acquisizione di fiducia in sé e di autonomia, superando il trauma dell'emigrazione,
Superamento delle difficoltà scolastiche
Costruzione di equilibrate relazioni con i compagni e con gli adulti.
Target:
alunni (infanzia/primaria/secondaria) neo arrivati non italofoni e loro famiglie
Durata:
primi mesi dalla data di arrivo (90%), in itinere dal momento dell’inserimento (10%)
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Metodologia intervento:
- Iter amministrativo e burocratico: un preposto addetto di segreteria incontra le famiglie
del neo arrivato, fornisce informazioni complete, propone moduli in varie lingue, raccoglie e
trasmette le informazioni al DS e ai docenti interessati. Un docente interno, inoltre,
intrattiene rapporti con l’addetto di segreteria. Reperimento di uno dei mediatori linguistici
della nostra RETE (vd. All 1 – progetto “Darsi una mano”) di mediatori in caso di necessità
di interpretariato tra l’addetto di segreteria e la famiglia non italofona.
Informazioni raccolte: documentazione anagrafica, sanitaria, precedente scolarità, scelta
opzionale della religione cattolica.
Informazioni date: riguardo il sistema scolastico italiano, l’istituto scolastico, i servizi
scolastici.
- Iter comunicativo e relazionale: gruppo di accoglienza individuato in ogni scuola (DS +
referente + un insegnante per modulo + mediatore/facilitatore). Prevede: incontro con i
genitori, colloquio con l’alunno (con mediatore linguistico, se necessario), compilazione del
FASCICOLO PERSONALE – RILEVAZIONE BIOGRAFICA E LINGUISTICA ALUNNI
NON ITALOFONI (All. 2) ad uso interno dei docenti, somministrazione test di accertamento
di (eventuali) competenze della lingua italiana/ competenze logico-matematiche/ abilità
letto-scrittura in lingua madre.
- Iter educativo e didattico: inserimento del nuovo alunno nell’istituto scolastico per
laboratori linguistici e prima conoscenza dell’ambiente scuola; assegnazione classe di
inserimento (indicata dal Gruppo del Progetto Accoglienza, definita dal DS). Accoglienza in
classe del nuovo da parte del team educativo preposto.
Criteri di assegnazione alla classe:
i l Dirigente Scolas tico e i l Gruppo di Progetto, esaminati gli elementi
raccolt i e senti t i gli insegnanti interessat i , individuano la classe di
inserimento secondo i cri teri fondamentali previst i dall ’art . 45 del DPR
31/8/99 n. 394.
I minori stranieri soggett i al l’obbligo sc olastico vengono iscri t t i al la classe
corrispondente all ’età anagrafica, salvo che la Commissione Accoglienza
deliberi l’iscrizione ad una classe diversa ( non superiore ad un anno)
tenendo conto:
a) dell’ordinamento scolastico del paese di provenienza dello studente, che
può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o
superiore a quella che corrisponde all ’età anagrafica;
b) corso di studi eventualmente segui to dall ’alunno nel paese di
provenienza documentato o cert ificato dai genitori ;
c) t i tolo di studio posseduto dall’alunno;
d) accertamento di competenze, abil i tà e l ivell i di preparazione da parte del
gruppo di accoglienza;
e) aspettative espresse dalla famiglia durante i colloqui preliminari .
FACILITAZIONE: OBIETTIVI/RISULTATI ATTESI, TARGET, DURATA, METODOLOGIA
INTERVENTO.
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Obiettivi/ risultati attesi:
Favorire un passaggio graduale e non traumatico dalla lingua del paese d'origine a quella del
paese ospitante;
Utilizzare la comunicazione verbale e scritta come mezzo di scambio culturale per
l'espressione dei bisogni e dei vissuti quotidiani;
Promuovere l'apprendimento della lingua italiana per veicolare gli altri apprendimenti, dopo
aver acquisito l’italiano per la comunicazione;
Aiutare gli alunni a comprendere la realtà circostante attraverso la semplificazione dei testi
di studio;
Aiutare gli alunni ad esprimere il proprio pensiero, le proprie conoscenze, il proprio disagio,
sofferenza;
Aiutare gli alunni a gestire i conflitti negoziando le soluzioni;
Comprensione della realtà circostante ed espressione dei bisogni e dei vissuti quotidiani
attraverso l'utilizzo della comunicazione "verbale e scritta".
Target:
alunni non italofoni, prevalentemente scuola primaria e secondaria di primo grado
Durata:
a seconda dei progetti, normalmente durata annuale.
Metodologia intervento:
- Osservazione degli at teggiamenti relazionali dell’alunno una volta inseri to
nella sua classe di appartenenza, ri levando competenze e bisogni specifici
non raccolt i durante i l primo colloquio. Incarico affidato a docent i di
classe e facil i tatori /mediatori .
- Semplificazione e/o facil i tazione l inguis tica per ogni discipl ina a carico di
ogni docente ma con la supervisione dell’esperto facil i tatore, seguendo
anche i CRITERI DI SEMPLIFICAZIONE DEI TESTI (All . 3) fornito dal
facil i tatore stesso nei momenti di formazione e sportello docenti .
Programmi semplificati per ogni disciplina per favorire un apprendimento
globale e proficuo, ma anche per contribuire al processo di inserimento
sociale dell ’alunno non i talofono grazie a una maggiore autostima e
consapevolezza del sé.
- Realizzazione di interventi specifici da parte di esperti esterni ( in caso di
mancanza di esperti esterni , l’incarico può anche essere affidato a docenti
interni formati appositamente), suddivisibil i in:
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1. laboratorio di prima alfabetizzazione: insegnare le basi della lingua italiana
per attivare la comunicazione verbale;
2. laboratorio di sviluppo del pensiero: per introdurre l’alunno nelle strutture
dell’italiano e consentire la codifica verbale e l’espressione autonoma;
3. laboratorio di studio: per avviare la fase di memorizzazione e di
rielaborazione delle conoscenze acquisite nello studio di argomenti
antropologici e scientifici.
- Utilizzo di risorse interne per mini progetti di recupero extrascolastico del disagio
linguistico, in particolare la lingua dello studio.
- Valutazione alunni non i talofoni:
1. Valutazione discipline scolastiche: uti l izzo di parametri diversi ficat i
rispetto al resto della classe. In alcuni casi non si valutano tutte le
discipline alla fine del primo quadrimestre. (All .4 e 5)
2. Valutazione l ivello competenze dell’i tal iano acquisite at t raverso scheda
predisposta, formulata dalle facil i tat rici , secondo i l ivell i del QCE. Da
consegnare alle famiglie e per garantire un raccordo primaria/second aria
e secondaria primo grado/secondaria secondo grado. (All . 6)
INTERCULTURA: OBIETTIVI/RISULTATI ATTESI, TARGET, DURATA,
METODOLOGIA INTERVENTO.
Obiettivi/ risultati attesi:
Favorire una positiva immagine di sé, della propria cultura e di quella degli altri nel rispetto
reciproco;
Passare dalla conoscenza dell'altro ad atteggiamenti permanenti di rispetto e di scambio, al
fine di apprezzare il valore della diversità;
Scoprire ambienti, tradizioni, culture e caratteristiche specifiche di altri popoli;
Aiutare gli alunni a riconoscere punti di vista multietnica e multiculturale per acquisire la
consapevolezza di avere una concezione del mondo non condivisa da tutti;
Graduale superamento degli stereotipi e dei pregiudizi;
Inserimento attivo nell'ambiente scolastico ed extrascolastico.
Target:
alunni i talofoni e non i talofoni nei tre ordini di scuola, docenti , mediatori ,
facil i tatori , genitori .
Durata:
pacchett i di monte ore differenti a seconda del progetto da realizzare.
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Metodologia intervento:
att ività didatt iche di t ipo interculturale da inseri rsi nelle programmazioni
curricolari , da realizzarsi grazie a risorse interne o esperti /associazioni esterne.
Nello specifico si prevedono:
- Continuità progetto “I diri t t i umani”, supportati dalle associazio ni del
terri torio.
- Continuità progetto “Darsi una mano” (All .1) at to a creare una rete di
mediatori l inguistici tra i genitori degli alunni non i talofoni e tra gli ex
alunni stessi cui poter at t ingere in caso di necessità.
- Scuola dell ’Infanzia: progetto su ll ’educazione alla pace.
- Scuola primaria: continuità progetto conoscenza diri t t i e doveri delle realtà
continentali .
- Scuola secondaria: continuità cineforum a tema.
- Sui tre ordini di scuola, si propongono i seguenti interventi :
1. Laboratorio di danza terapia : “Corpo e danza con gli altri – laboratorio
di Danza Movimento Terapia alla riscoperta delle dif ferenze
interpersonali e interculturali” , condotto da una esperta esterna.
2. Mini laboratori di cucina con i l coinvolgimento di genitori stranieri
presenti sul terri torio per avvicinare le culture attraverso i l gusto.
FORMAZIONE: OBIETTIVI/RISULTATI ATTESI, TARGET, DURATA,
METODOLOGIA INTERVENTO.
Obiettivi /risultati attesi:
La formazione deve prevedere un aspetto globale, che comprenda gli aspetti inerenti
l’accoglienza, la facilitazione, l’intercultura.
Conoscenze: sapere. Esempi: apprendere una nuova normativa, confrontare il proprio piano
di lavoro con quello attuato in altre scuole (lavorare in rete), ecc.
Capacità: saper fare. Esempi: saper metter in campo le proprie capacità e conoscenze senza
timore al fine di creare una fattiva interazione con l’alunno non italofono e la sua famiglia,
ecc.
Comportamenti: saper essere /saper far fare. Esempi: gestire i colloqui di conoscenza e quelli
in itinere durante l’anno scolastico con la famiglia dell’alunno non italofono creando
empatia e motivazione al confronto e alla collaborazione, collaborare con l’équipe di esperti
messi in campo dall’istituto scolastico, coordinare il gruppo di lavoro sapendolo organizzare
al meglio, ecc.
Raccordo operativo degli interventi realizzati dalle varie agenzie
Maggior competenza ed efficacia nell'affrontare e risolvere le problematiche connesse
all'intercultura.
Target:
docenti interni, esperti esterni
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durata:
continua, a spot
metodologia dell’intervento:
- Esperienza diretta in campo
- Corsi regionali e provinciali
- Master, seminari, workshop sui temi dell’interculturalità, dell’insegnamento e della
facilitazione della lingua italiana L2 tenuti da associazioni locali, enti educativi, università,
ecc.
- Collaborazione fattiva in rete con associazioni presenti sul territorio, tra le quali
l’Associazione Arcobaleno
- Sportello di consulenza tenuto dalla facilitatrice, esperta esterna, su temi a richiesta
- Momenti di autoformazione tenuti dalla facilitatrice, esperta esterna, in base ai reali necessità
raccolte nei tre ordini di scuola
- Cooperative learning e corresponsabilità del processo educativo e sociale dell’alunno non
italofono tra esperti esterni e docenti del team classe.
- Monitoraggio, valutazione, assestamento e (ri)programmazione dei progetti in itinere
nell’arco dell’anno scolastico da parte della Commissione alunni non italofoni.
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All.1
Progetto
“DARSI UNA MANO”
Il progetto è rivolto a tutte le persone che vogliono e possono aiutare la scuola ad essere accogliente
ed integrante.
Nella storia del nostro istituto scolastico, negli ultimi dieci anni, abbiamo sperimentato
l’inserimento di molti bambini e ragazzi stranieri: con tutti loro abbiamo condiviso un percorso
di conoscenza, di istruzione e di valorizzazione culturale.
Ci RIVOLGIAMO a tutte le persone che conoscono una lingua diversa dall’italiano, in
particolare:
- agli studenti della Scuola Secondaria e alle loro famiglie
- ai genitori degli scolari della Primaria e della scuola dell’Infanzia
- agli iscritti dei corsi per adulti (Associazione Arcobaleno)
CHIEDIAMO la disponibilità a creare una rete di mediatori linguistici, di persone bilingue o
trilingue, che ci possano supportare nella comunicazione con chi conosce poco o nulla della
lingua italiana.
Un gruppo così organizzato diventerebbe un punto di riferimento di estrema importanza, perché
limiterebbe il disagio di chi arriva in una nuova realtà.
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Modulo da compilare
PROGETTO RETE “DARSI UNA MANO”.
Nome e cognome: ……………………………………………………………………..
Nazionalità: ……………………….
Data di nascita: ……………………………………….
Numero di telefono: ………………………..
indirizzo mail: ………………………………………..
indirizzo di casa: ……………………………………………………
lingue conosciute:
- ……………………………. Scritto: SI - NO parlato: SI - NO
- ……………………………. Scritto: SI - NO parlato: SI – NO
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All.2
FASCICOLO PERSONALE DI ____________________________________
Rilevazione biografica e linguistica alunni non italofoni
CONTIENE (segnare le voci interessate):
- Dati personali e biografia linguistica
- Rapporti con la famiglia
- Attività individualizzate, progetti, programmazioni specifiche
- Prove d’ingresso o rilevazione della situazione per l’anno scolastico ………………………..
- Rapporti con i docenti di classe
- Attestazione del livello delle competenze
- ………………………………………………………………..
- …………………………………………………………………
- …………………………………………………………………
Realizzato da A. Cattaneo per l’I.C.S. A. Manzoni di Uboldo (Va)
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Traccia per la rilevazione della biografia linguistica degli alunni non italofoni
I. Dati personali: M F
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Nazionalità.............................................................................................................................................
Annodi nascita ......................................................................................................................................
Luogo di nascita ....................................................................................................................................
Se immigrato, data di arrivo in Italia
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Presenza di altri fratelli o sorelle: SI NO
(se SI)
età ....................... scuola e classe ..........................................................
età ....................... scuola e classe ..........................................................
Religione: ……………………….
Scelta dell’attività alternativa secondo le modalità:
…………………………………………………………………………
Eventuale dieta particolare:
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….
Eventuali problemi di salute:
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.
Composizione famiglia:
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Breve analisi della famiglia e progetti futuri (lavoro dei genitori, motivo della permanenza in Italia –
ricongiungimento familiare, lavoro, altro…-, lingua parlata dai genitori, altre info ritenute utili).
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Recapito dei genitori (o di chi ne fa le veci) – tel, mail, orari di reperibilità-:
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2. Storia scolastica
- Ha frequentato altre scuole in Italia: SI NO
- Se SI, indica quali: nido SI/NO tempo:
scuola materna SI/NO tempo:
scuola elementare SI/NO tempo:
scuola media SI/NO tempo:
Inserimento scolastico nel paese d'origine (specificare tipo di scuola e per quanto tempo):
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Inserimento scolastico attuale:
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………………….……………....
3. Situazione linguistica
3.1 Pratiche linguistiche quotidiane
Quale lingua usa il bambino per comunicare (specificare se capisce e parla la lingua d'origine)?
Lingua del paese di origine: …………………….
Con i genitori: .......................................................................................................................
Con i fratelli: ..........................................................................................................................
Con i familiari: .....................................................................................................................
3.2 La lingua d'origine
Il bambino la capisce?
.......................................................................................................................................
Il bambino la parla?
.......................................................................................................................................
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E’ una lingua anche scritta o solo orale ?
.......................................................................................................................................
Se è scritta, sa scrivere nella lingua d'origine ?
.......................................................................................................................................
Sa scrivere nella lingua nazionale dei paese d'origine ?
.......................................................................................................................................
Dove ha imparato?
.......................................................................................................................................
Il bambino sa parlare in italiano? SI NO
Se ha risposto si, indicare da quanto tempo:
poco abbastanza molto
Il bambino sa scrivere in italiano? SI NO
Se ha risposto si, indicare in che modo:
poco abbastanza bene
Ha frequentato corsi di lingua italiana? SI SI, PIU’ DI UNO NO
Se si, indicare tempi e modalità:
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
……………………………………
3.3 Altre lingue conosciute
Ha imparato altre lingue (specificare quali)
.......................................................................................................................................
3.4 L'italiano
(dopo aver somministrato i test)
Descrivere in maniera approfondita il livello attuale di competenza in orale e scritto, specificando le
abilità e i problemi. Fare riferimento al QCE.
3. Conoscenza del territorio
Sa utilizzare i mezzi pubblici cittadini? SI NO
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Abita a Uboldo? SI NO
Come arriva a scuola?
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Indicare i luoghi che conosce di Uboldo (biblioteca, oratorio, cinema, campo da calcio, parco,
palestra) e indicare se li frequenta abitualmente (e con chi) o se ci è mai stato.
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Se il bambino è troppo piccolo per poter rispondere alle domande, verificare che almeno i genitori
conoscono queste realtà.
Note sul bambino o sui genitori:
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All. 3
CRITERI PER LA SEMPLIFICAZIONE DEI TESTI SCRITTI.
Obiettivo: semplificare testi per le materie di studio nella scuola secondaria di primo grado.
A cura di A. Cattaneo
Premessa.
Ad un alunno NON ITALOFONO occorrono:
- 2 anni circa per acquisire la competenza comunicativa interpersonale
- 5 anni circa per acquisire la competenza linguistica cognitiva/accademica, ovvero la lingua
per lo studio
Nella scuola secondaria di primo grado non si dispone di tutto questo tempo, ciò nonostante occorre
fornire agli studenti non italofoni gli strumenti adeguati e necessari per un apprendimento delle
materie di studio: adeguati alla loro competenza linguistica, necessari allo sviluppo della stessa e di
un percorso di studio peculiare della propria classe di appartenenza.
Detto questo, non è consigliabile “correre”: in linea teorica, si può iniziare con la lingua per lo
studio circa un anno dopo il primo inserimento scolastico MA ogni apprendente è a sé (esempio
pratico: se dopo un anno siamo ancora all’abc della lingua italiana, l’acquisizione della lingua
italiana è da favorire rispetto alla lingua per lo studio; viceversa, se dopo qualche mese
l’apprendente mostra capacità e interesse tali da poter iniziare con la lingua per lo studio, si inizi
pure).
Studiare in L2 è quindi un compito difficile da eseguire, specialmente quando i soggetti che vi sono
impegnati sono giovani di età, possiedono un’esperienza ed un’enciclopedia del mondo limitata e
sono psicologicamente ancorati al “qui ed ora”.
L’italiano per lo studio, per ogni disciplina, prevede:
• La comprensione e la memorizzazione di molti termini settoriali
• La comprensione ed espressione di concetti e astrazioni
• La verbalizzazione dei concetti
La mancata comprensione di un testo di studio può provocare diversi problemi, tra cui:
- un divario di competenze rispetto ai coetanei che rischia di aumentare con il tempo
- l’esclusione totale o parziale dalle attività di classe che provoca nell’allievo straniero
- Senso di isolamento
- Frustrazione
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- Perdita di motivazione
- L’apprendimento della L2 si blocca perché l’input non è comprensibile e non produce
nuova acquisizione
Facilitare un testo prevede, in linea teorica, sia una comprensione orale sia una comprensione scritta
dell’argomento da trattare. Si consigliano quindi:
• Utilizzo di consegne semplici e chiare
• Uso di immagini, schemi e supporti non verbali
• Semplificazione di testi utilizzando i criteri per la redazione dei testi “ad alta leggibilità
Criteri principali per una scrittura “controllata” (semplificare un testo non significa renderlo
banale ma creare un testo ad alta comprensibilità o che utilizzi una “scrittura controllata):
- brevità dei testi
- semplicità delle frasi
- scelta delle parole più comuni della lingua italiana
- una organizzazione logico-concettuale dei testi molto curata.
Operatività.
La tabella che qui di seguito si propone vuole essere un facile strumento di consultazione per
chiunque si trovi a dover
costruire ex novo testi semplificati di argomento disciplinare;
semplificare testi disciplinari già esistenti.
Contiene, classificati secondo le categorie LESSICO, SINTASSI, ORGANIZZAZIONE DELLE
INFORMAZIONI, ASPETTI GRAFICI, i più comuni criteri per la stesura di testi a scrittura
controllata.
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LESSICO SINTASSI ORGANIZZAZIONE
DELLE
INFORMAZIONI
ASPETTI GRAFICI
Uso parole:
a) comuni
b) brevi
c) concrete
d) precise, diret-
te
e) italiane
Evitare a) forme
figurate e b)
espressioni
idiomatiche non di
uso comune
No
nominalizzazioni si
corrispondenti verbi
primitivi
Introdurre
gradualmente le
parole nuove (una
per paragrafo)
Spiegare le parole
nuove attraverso
nozioni e termini
già familiari
a) inserendo
la
spiegazione
nel testo =
quando la
spiegazione è
breve e non
interrompe il
flusso
informativo
della frase
b) creando uno
spazio apposito –
nota a piè di pagina,
riquadro a margine-
se la spiegazione è
più lunga.
c) spiegando il
termine anche
con esempi
concreti e vicini
all’esperienza
dello studente
Frasi
a) brevi
b) a struttura S.V.O.
c) massimo di 20 – 25
parole ( testi ad
altissimaleggibilità =
10-15 parole)
Prevalenza di
coordinazione
Subordinazione solo
con
a) causali
b) finali
c) temporali
e senza interrompere
le principali
Forma
a) attiva
b) personale
c) affermativa
Uso di verbi ai modi
finiti, con
predominanza del
modo indicativo
Tempi verbali
a) presente (il
più usato; se
usato nei brani
storici,
indicare
chiaramente le
coordinate
temporali)
b) passato
prossimo
c) futuro
Non usare: forme
impersonali, frasi
negative, forme
passive
Attenzione alla coesione
con legami evidenti:
a) ridondanza
b) forme piene
c) non uso dei
pronomi
d) omissione
costruzioni
ellittiche (con
sogg. o verbo
sottointeso)
Segnalare i cambi di
argomento con uso
sistematico del punto e a
capo
Esplicitare i passaggi di
argomento
Attenzione ai connettivi
testuali
Organizzazione dei
contenuti atta a favorire la
loro elaborazione
cognitiva : a) dare alle idee
un ordine uni-direzionale:
ciascuna idea conduce a
quella seguente
b) organizzare le idee in
maniera gerarchica
c) fornire le informazioni
di sfondo (prerequisiti)
Inserire titoli e sottotitoli
per orientare il lettore
Abbondare con le
informazioni
Uso della punteggiatura
senza appesantire il testo;
frequenza punto fermo.
Termini nuovi
evidenziati
graficamente
Attenzione alla
dimensione del corpo
tipografico e alla scelta
dei caratteri ( evitare
ricorso continuo a
grassetto, sottolineato,
corsivo)
Attenzione alle
caratteristiche del
progetto grafico (uso
degli spazi con la
distribuzione del testo,
uso spazi bianchi)
Non esagerare con
l’uso del colore o con
l’abbondanza di
immagini: distolgono
l’attenzione del lettore
dal testo
Cura nella selezione
delle immagini e dei
disegni: devono essere
assolutamente
chiarificatrici dei
concetti espressi.
Ricorso ad artifici
grafici (schemi, tabelle,
grafici…) che
consentono di fissare
anche visivamente le
informazioni con essi
messe in evidenza.
Organizzazione grafica
del testo in
a) capitoli
b) paragrafi
c) sottoparagrafi
Uso dell’ ”a capo
rientrato”
Uso di interlinea
bianca tra una sezione
e l’altra del testo
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Infine, come presentare il nuovo argomento in classe?
Non è necessario effettuare una lezione one-to-one.
Ecco alcune modalità di utilizzo di un testo semplificato:
- L’argomento viene presentato a tutta la classe ( condivisione di un momento didattico
importante sia per gli allievi italofoni che per gli stranieri)
- La presentazione orale, semplificata, accompagna perciò il testo
- Gli alunni stranieri leggono il testo semplificato, gli altri studenti il loro manuale
Nb: nella maggior parte dei casi, purtroppo, non si dispone sempre di tutto questo tempo da dedicare
in classe. Si consiglia quindi di scegliere, per ogni quadrimestre, un “pacchetto” di argomenti
indispensabili (se per la classe “normale prevedo 6 argomenti, magari per il non italofono ne scelgo
3, i più importanti o quelli più interessanti!).
Una volta creati i testi, proviamo a creare una sorta di archivio di testi semplificati
4
Proposta di valutazione degli alunni stranieri nella scuola primaria dell’I.C. A.Manzoni di
Uboldo (Va)
L’arrivo di un nuovo alunno comporta sempre un cambiamento ed un carico aggiuntivo per tutte
le componenti educative coinvolte:
È un alunno da scoprire
E’ un compagno da incontrare
E’ un bambino che deve farsi conoscere
Se poi il bambino in oggetto è uno straniero, sradicato dalla sua realtà e trasportato in una
dimensione totalmente sconosciuta, dove, neppure la lingua, sinonimo di comunicazione, è un
veicolo di approccio,
allora
i problemi si amplificano in modo esponenziale per tutti:
per l’insegnante che DEVE trovare strategie d’inserimento nel contesto del gruppo e dell’attività
prettamente didattica
per i compagni di classe che accolgono su richiesta dell’adulto, ma si misurano con il nuovo
arrivato attraverso la gestualità e il comportamento o, a volte, per tutela del proprio spazio vitale,
con l’indifferenza e il non coinvolgimento.
per il neo-arrivato che si vede catapultato tra banchi troppo grandi, con bambini troppo ordinati,
o troppo bianchi o troppo sicuri o troppo ….di tutto, capaci di interagire tra di loro e con gli
adulti in uno scambio continuo ricco di stimoli comunicativi, primo fra tutti la lingua orale.
In questo scenario (che ho tentato solo di abbozzare, ponendomi come osservatrice), entrano in
campo la professionalità e la sensibilità del docente che veicola l’inserimento, agevolando
l’accoglienza in classe attraverso momenti di cooperazione e di ausilio, ma anche investendo
nell’avvicinamento alla lingua italiana. Quando è possibile, altri docenti concorrono alla
formazione di base (facilitatori, colleghi..), ma spesso ci si deve affidare alla propria abilità e
alla reattività dei componenti la classe, da mettere in condizioni di agire.
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La lingua ITALIANA è la conoscenza PRIMARIA sulla quale occorre investire ogni tipo di
risorsa nella quotidianità della realtà vissuta dal bambino:
prioritaria è la lingua della comunicazione orale e scritta, che può essere appresa in un arco di
tempo variabile, da un mese ad anno.
in un secondo tempo si punterà sulla lingua dello studio, che utilizza il lessico specifico e
presuppone una base disciplinare: in questo caso i contenuti andranno selezionati e semplificati
al fine di raggiungere obiettivi minimi di competenza.
Laddove è possibile avvalersi di un facilitatore e/o di un mediatore, l’attività va concordata
preventivamente e verificata in itinere con prove orali e scritte condivise (predisposte dal
facilitatore in accordo con i decenti di classe).
Fatte tali premesse, si propone quanto segue:
1. nelle prime fasi dell’anno scolastico vanno stabiliti gli obiettivi minimi da raggiungere
nell’arco del bimestre ed individuati eventuali argomenti di studio, semplificati nella struttura e
nel lessico.
2. alla fine del primo quadrimestre, i docenti di classe e il facilitatore (se presente) confrontano
il percorso didattico e stabiliscono il livello di competenze raggiunto soprattutto nella lingua
italiana, quantificano la valutazione sulla base del framework e scelgono di scrivere una delle
seguenti formule:
a. “La valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova nella fase di alfabetizzazione
italiana” (qualora gli alunni non abbiano raggiunto le competenze linguistiche sufficienti ad
affrontare l’apprendimento di contenuti anche semplificati)
Oppure
b. “La valutazione espressa fa riferimento al PSP programmato per gli apprendimenti, in
quanto l’alunno si trova nella fase di alfabetizzazione della lingua italiana”.
3. alla fine dell’anno scolastico, i docenti, potranno ricorrere alla formulazione –b
nel caso in cui il percorso di apprendimento risulti particolarmente difficoltoso.